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17 Ottobre 2025

Presentazione del docufilm “Renato Ratti. L’innovatore del barolo”

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Fabio Italiano
Fabio Italiano
Classe 1968, nato e cresciuto nella cantina del ristorante di famiglia, ho avuto il privilegio di conoscere i migliori vini del mondo grazie a mio padre. Tra le mie mani ho visto passare il meglio della produzione vinicola italiana e francese: dal Sassicaia (allora ancora semplice Vino da Tavola) ai vari cru di Barbaresco di Angelo Gaja, fino ai super famosi ChĂ¢teau Margaux, ChĂ¢teau Lafite Rothschild, Petrus, solo per nominarne alcuni. Tra un servizio ai tavoli e l’altro, ho anche trovato il tempo per laurearmi in Ingegneria presso l’UniversitĂ  degli Studi di Palermo. Il 23-11-1998, giorno del mio 30esimo compleanno, mi trasferisco in Olanda per amore, dove ancora oggi vivo con mia moglie e i miei due figli. Bereilvino.it è il mio hobby e non mi ritengo un esperto di vino ma solo un appassionato!

La cinquantesima edizione del Vinitaly, in programma a Verona dal 10 al 13 aprile, si arricchisce di un appuntamento prestigioso e nella giornata inaugurale mette in calendario la proiezione delle prime immagini del film “Renato Ratti. L’innovatore del Barolo”.

Frutto della collaborazione tra la cantina Ratti di La Morra e le case di produzione StorieDoc e Stuffilm, la pellicola, su cui hanno lavorato per oltre un anno lo sceneggiatore Tiziano Gaia e il regista Fabio Mancari, vede protagonista una delle figure di riferimento nel mondo del vino italiano a cavallo di tre decenni cruciali (’60-’70-’80). Un precursore, un uomo di profonda cultura, comunicatore instancabile e promotore di molte, fortunate iniziative che hanno segnato in maniera indelebile il panorama italiano, gettando le basi della viticoltura e della comunicazione enologica moderna.

Ma chi è esattamente Renato Ratti?

Nato a Villafalletto nel 1934, diplomato alla Scuola Enologica di Alba, il giovane Ratti parte per il Brasile nel 1955 come tecnico della Cinzano, di cui due anni piĂ¹ tardi diventa il piĂ¹ giovane direttore di sempre. In quegli anni, nel territorio arido del SertĂ£o, la grande maison di Santa Vittoria d’Alba possiede vaste tenute vitate che Renato riesce a irrigare grazie a metodi innovatori. Ăˆ l’inizio di un’epopea che durerĂ  una decina di anni, fino a quando, nel 1965, il richiamo delle colline (la madre era di Mango, zona di Moscato) non avrĂ  il sopravvento e lo convincerĂ  a tornare in Italia. Cerca una struttura in cui fare il proprio vino e la trova nelle cantine millenarie dell’Abbazia di San Martino di Marcenasco, a La Morra.

Inizia a lavorare sul concetto di cru, riduce i tempi di macerazione delle uve nebbiolo e quelli di affinamento in botte a favore della permanenza in bottiglia (“stile Marcenasco”). Parallelamente si dedica alla cultura e alla comunicazione: scrive articoli, libri e manuali di degustazione, sempre con un registro alla portata di tutti, mai accademico. Sua è l’idea della bottiglia Albeisa e dell’associazione Unione Produttori Vini Albesi. Ăˆ in prima linea nella stesura dei disciplinari (Docg Barolo), ispira campagne pubblicitarie che passano alla storia, disegna la prima mappa dei vigneti di Langa, stilata sul modello gerarchico borgognone e basata sui ricordi degli anziani e sulla propria, profonda capacitĂ  degustativa. Il mondo delle istituzioni di settore si accorge della sua vasta preparazione e lo accoglie nei suoi massimi organismi: è presidente del Consorzio del Barolo, poi direttore di quello dell’Asti, per il quale redige lo storico accordo interprofessionale tra viticoltori e grandi case spumantistiche. Crea inoltre il Museo Ratti dei Vini d’Alba presso i locali dell’Abbazia, uno dei primi esempi di raccolta etnografica del mondo contadino. Scompare per una malattia improvvisa nel 1988, a soli 54 anni.

Il film ricostruisce la sua straordinaria parabola professionale e umana alla luce di materiali d’archivio, di immagini in buona parte inedite e delle testimonianze di chi lo ha conosciuto e ha lavorato con lui. I nomi dei personaggi coinvolti sono importanti, gli appassionati di vino riconosceranno alcuni dei volti piĂ¹ noti dell’enologia piemontese e italiana. Non manca ovviamente il ricordo della famiglia, che nel 2015 ha festeggiato il mezzo secolo di attivitĂ  della cantina, fondata da Renato all’indomani del suo ritorno dal Brasile. Il figlio Pietro, continuatore dello spirito del fondatore, è tra l’altro l’attuale presidente del Consorzio Barolo e Barbaresco.

La Langa fa da sfondo con le sue geometrie lineari, i paesi e l’umanità con cui il pubblico ormai sta imparando a familiarizzare, anche grazie al cinema.

Dopo la presentazione veronese, il film tornerĂ  in sala montaggio per la versione definitiva, che sarĂ  presentata agli addetti ai lavori e al pubblico dopo l’estate, nell’ambito di un piĂ¹ vasto programma di iniziative volte a ricordare l’operato di un protagonista indiscusso e a fare il punto della situazione nella Langa del vino di oggi, i cui successi trovano radici proprio nell’operato di pionieri illuminati come Renato Ratti.

RENATO RATTI. L’INNOVATORE DEL BAROLO

di Tiziano Gaia e Fabio Mancari, 2016

Domenica 10 aprile – ore 14.30

Stand Piemonte / Pad. 10 Piemonte

Ingresso libero fino a esaurimento posti

www.renatoratti.com

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