Presentazione del docufilm “Renato Ratti. L’innovatore del barolo”

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Renato Ratti Barolo

La cinquantesima edizione del Vinitaly, in programma a Verona dal 10 al 13 aprile, si arricchisce di un appuntamento prestigioso e nella giornata inaugurale mette in calendario la proiezione delle prime immagini del film “Renato Ratti. L’innovatore del Barolo”.

Frutto della collaborazione tra la cantina Ratti di La Morra e le case di produzione StorieDoc e Stuffilm, la pellicola, su cui hanno lavorato per oltre un anno lo sceneggiatore Tiziano Gaia e il regista Fabio Mancari, vede protagonista una delle figure di riferimento nel mondo del vino italiano a cavallo di tre decenni cruciali (’60-’70-’80). Un precursore, un uomo di profonda cultura, comunicatore instancabile e promotore di molte, fortunate iniziative che hanno segnato in maniera indelebile il panorama italiano, gettando le basi della viticoltura e della comunicazione enologica moderna.

Ma chi è esattamente Renato Ratti?

Nato a Villafalletto nel 1934, diplomato alla Scuola Enologica di Alba, il giovane Ratti parte per il Brasile nel 1955 come tecnico della Cinzano, di cui due anni più tardi diventa il più giovane direttore di sempre. In quegli anni, nel territorio arido del Sertão, la grande maison di Santa Vittoria d’Alba possiede vaste tenute vitate che Renato riesce a irrigare grazie a metodi innovatori. È l’inizio di un’epopea che durerà una decina di anni, fino a quando, nel 1965, il richiamo delle colline (la madre era di Mango, zona di Moscato) non avrà il sopravvento e lo convincerà a tornare in Italia. Cerca una struttura in cui fare il proprio vino e la trova nelle cantine millenarie dell’Abbazia di San Martino di Marcenasco, a La Morra.

Inizia a lavorare sul concetto di cru, riduce i tempi di macerazione delle uve nebbiolo e quelli di affinamento in botte a favore della permanenza in bottiglia (“stile Marcenasco”). Parallelamente si dedica alla cultura e alla comunicazione: scrive articoli, libri e manuali di degustazione, sempre con un registro alla portata di tutti, mai accademico. Sua è l’idea della bottiglia Albeisa e dell’associazione Unione Produttori Vini Albesi. È in prima linea nella stesura dei disciplinari (Docg Barolo), ispira campagne pubblicitarie che passano alla storia, disegna la prima mappa dei vigneti di Langa, stilata sul modello gerarchico borgognone e basata sui ricordi degli anziani e sulla propria, profonda capacità degustativa. Il mondo delle istituzioni di settore si accorge della sua vasta preparazione e lo accoglie nei suoi massimi organismi: è presidente del Consorzio del Barolo, poi direttore di quello dell’Asti, per il quale redige lo storico accordo interprofessionale tra viticoltori e grandi case spumantistiche. Crea inoltre il Museo Ratti dei Vini d’Alba presso i locali dell’Abbazia, uno dei primi esempi di raccolta etnografica del mondo contadino. Scompare per una malattia improvvisa nel 1988, a soli 54 anni.

Il film ricostruisce la sua straordinaria parabola professionale e umana alla luce di materiali d’archivio, di immagini in buona parte inedite e delle testimonianze di chi lo ha conosciuto e ha lavorato con lui. I nomi dei personaggi coinvolti sono importanti, gli appassionati di vino riconosceranno alcuni dei volti più noti dell’enologia piemontese e italiana. Non manca ovviamente il ricordo della famiglia, che nel 2015 ha festeggiato il mezzo secolo di attività della cantina, fondata da Renato all’indomani del suo ritorno dal Brasile. Il figlio Pietro, continuatore dello spirito del fondatore, è tra l’altro l’attuale presidente del Consorzio Barolo e Barbaresco.

La Langa fa da sfondo con le sue geometrie lineari, i paesi e l’umanità con cui il pubblico ormai sta imparando a familiarizzare, anche grazie al cinema.

Dopo la presentazione veronese, il film tornerà in sala montaggio per la versione definitiva, che sarà presentata agli addetti ai lavori e al pubblico dopo l’estate, nell’ambito di un più vasto programma di iniziative volte a ricordare l’operato di un protagonista indiscusso e a fare il punto della situazione nella Langa del vino di oggi, i cui successi trovano radici proprio nell’operato di pionieri illuminati come Renato Ratti.

RENATO RATTI. L’INNOVATORE DEL BAROLO

di Tiziano Gaia e Fabio Mancari, 2016

Domenica 10 aprile – ore 14.30

Stand Piemonte / Pad. 10 Piemonte

Ingresso libero fino a esaurimento posti

www.renatoratti.com

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