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16 Febbraio 2025

Biodivino, ecco i numeri del vino biologico

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Fabio Italiano
Fabio Italiano
Classe 1968, nato e cresciuto nella cantina del ristorante di famiglia, ho avuto il privilegio di conoscere i migliori vini del mondo grazie a mio padre. Tra le mie mani ho visto passare il meglio della produzione vinicola italiana e francese: dal Sassicaia (allora ancora semplice Vino da Tavola) ai vari cru di Barbaresco di Angelo Gaja, fino ai super famosi Château Margaux, Château Lafite Rothschild, Petrus, solo per nominarne alcuni. Tra un servizio ai tavoli e l’altro, ho anche trovato il tempo per laurearmi in Ingegneria presso l’Università degli Studi di Palermo. Il 23-11-1998, giorno del mio 30esimo compleanno, mi trasferisco in Olanda per amore, dove ancora oggi vivo con mia moglie e i miei due figli. Bereilvino.it è il mio hobby e non mi ritengo un esperto di vino ma solo un appassionato!

Tutto pronto per l’avvio della 18^ Rassegna internazionale di vini biologici e bio dinamici “Biodivino”, promossa da Italia Bio e patrocinata dall’assessorato all’Agricoltura della Regione Sicilia, in programma dal 23 al 26 giugno a San Martino delle Scale a Monreale. La tre giorni sarà interamente dedicata alla produzione di vini biologici, argomento sul quale il presidente di Italia Bio, Lillo Alaimo Di Loro, dettaglia in relazione ai numeri della viticoltura biologica e le potenzialità di un settore che nel mondo si afferma sempre di più anche tra i giovani e, proprio in Sicilia, vede uno dei più importanti punti nevralgici del suo successo.

“Nel complesso panorama della bio viticoltura mondiale, infatti – afferma Lillo Alaimo Di Loro – l’Italia, con i suoi 109.423 ettari di superficie bio viticola certificata (Ismea 2019) presenta il più alto rapporto (17,8 %) tra superficie a vigneto biologico e superficie vitivinicola totale che, sempre nel 2019, ammontava a 614.960 ettari. E se il  principale merito di questa performance spetta a tre grandi regioni italiane, quali Sicilia, Puglia e Toscana che da sole rappresentano il 55,8% della superficie viticola biologica nazionale e il 55,5% del vino bio prodotto in Italia, il  primato assoluto spetta alla Sicilia che, con una produzione di 556.453 ettolitri  e   29.669 ettari di vigneti biologici (rispettivamente pari al 24,70% della produzione e al 27.70 % della superficie   nazionale) si piazza al primo posto tra le regioni bio-vinicole italiane. Non solo – prosegue – l’Italia è anche il paese europeo che vanta oltre 2 milioni di ettari di SAU certificata in biologico (dato ISMEA-2020), su cui operano 80.643 imprese biologiche alle quali si associa una raffinata cultura della qualità gastronomica territoriale. Tutto questo costituisce il “modello Italia”, cioè quel luogo materiale e culturale che sperimenta quotidianamente l’utilità di un rapporto rilassato con la terra e le risorse naturali che concorrono alla produzione del cibo e del paesaggio culturale italiano. L’Italia, inoltre, si colloca tra i primi tre paesi d’Europa per maggiore superficie vitata, rappresentando assieme a Spagna e Francia, ben l’86% dei vigneti europei e il 73% dei vigneti della superficie bio vitata mondiale che attualmente ammonta a 6.925.972 ettari, con un incremento del 114% rispetto al 2010 e con un trend in continuo aumento”.

Il settore bio viticolo presenta grandi potenzialità ma rimane ancora parecchia strada da percorrere per affermare la propria presenza sui mercati e incontrare sempre di più il favore dei consumatori.

“Prima fra tutte – dettaglia Alaimo Di Loro – la partita della qualità che va perseguita attraverso la  ricerca continua di innovazioni e nuove conoscenze, nella direzione dell’azienda vitivinicola  biologica a bassa entropia, con capacità  di interpretazione del fattore ambientale; l’adozione di sistemi a basso impatto;  la valorizzazione dei lieviti autoctoni per la caratterizzazione della territorialità e del principio della qualità totale e dei sistemi per la misurazione dell’impronta ecologica; la creazione di valore aggiunto  attraverso  la promozione dei prodotti sui mercato  locale e nazionale  anche con l’uso di innovativi sistemi per la Filiera Corta Organizzata e la vendita diretta. Ricordiamo, infatti, che i paesi maggiori consumatori al mondo di vini biologici sono la Germania e la Francia, mentre la destinazione della produzione bio viticola vede Francia, Germania e Stati Uniti produrre principalmente per il mercato interno, mentre Italia e Spagna produrre prevalentemente per l’esportazione. Segno che ancora molto c’è da lavorare sulla cultura del bere nonostante la tradizione millenaria della produzione enologica, l’ineguagliabile ampiezza del panorama ampelografico, l’eccezionale “terroir” e la familiarità con le più raffinate scuole enologiche. Il lavoro da fare, oltre a migliorare la qualità attraverso gli scambi di conoscenza e tecnologia enologica, è favorire la condivisione dei valori culturali e solidarietà di cui il vino è, per sua natura, eccellente ambasciatore”.

Appuntamento a giovedì 23 giugno con Biodivino, dunque, per approfondire gli argomenti di indubbio interesse economico e sociale trattati da esperti nazionali del settore.

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