Sin dagli inizi, Hervé Grosjean ha scelto di raccontare la storia della sua cantina in modo diretto e autentico: portando gli ospiti tra i filari, facendo vivere un’esperienza immersiva di un ambiente a lui familiare e, in un certo senso, intimo.
Da questa visione, nel 2020, prende vita il progetto “Adotta un cru”, iniziativa fortemente voluta dall’azienda e che nasce proprio con lo scopo di raccontare come si produce il vino da Grosjean. Una narrazione che si trasforma in realtà: entrando nella quotidianità aziendale, chi decide di adottare un filare di uno dei cru dell’azienda – Rovettaz o Tzeriat – segue la nascita e la maturazione del vino, dal tralcio, al grappolo, alle lavorazioni in cantina, fino al calice finale.
Un altro momento importante è stato l’arrivo della Big Bench, ideata nel 2010 dal designer statunitense Chris Bangle e che ha portato alla realizzazione di ‘panchine giganti’ per sostenere le comunità locali, il turismo e le eccellenze artigiane dei paesi in cui si trovano queste opere fuori scala. Dopo Valtournenche, La Magdeleine, Arvier e Gaby, Grosjean, nel 2022, sceglie di ospitare l’unica con vista sulla città di Aosta: un’iniziativa in linea con i valori dell’azienda, da sempre impegnata nella promozione e nella valorizzazione del territorio.
E ancora, gli aperitivi e le degustazioni in vigna – con eventi come TraMonti diVini e DegustaVigna – che coinvolgono direttamente l’ospite, a testimonianza di come queste iniziative siano pensate per attrarre l’enoturista appassionato (ma non solo) e per creare sinergie sempre più proficue e attente ai prodotti e al territorio in cui la famiglia Grosjean si è sempre impegnata in prima persona.
“Oggi – racconta Hervé Grosjean – grazie all’utilizzo di alcuni pannelli installati nelle vigne e con il preziosissimo aiuto di Rudy Sandi, mio mentore e figura di riferimento in Valle d’Aosta per ciò che riguarda la storia della viticoltura valdostana – abbiamo scelto di raccontarci in maniera ancora più diretta”. I pannelli illustrano il percorso dei tre vigneti più importanti dell’azienda – due dei quali lungo la Via Francigena e Cammino Balteo – dove si parla di territorio e di questi luoghi e, entrando ancora più nel dettaglio, si spiega il tipo di suolo e le sue caratteristiche, le coltivazioni nel tempo e alcune immagini dei vini che oggi l’azienda produce.
Un’azione pionieristica in ambito viticolo in cui si raccontano – attraverso una divulgazione tecnico, scientifica e storica – le storie di questi luoghi iconici della viticoltura di montagna e le loro eccellenze. Una forma di comunicazione sul territorio che, fino a oggi, nessuno aveva mai realizzato in Valle d’Aosta.
Conclude Grosejan: “Speriamo di poter proseguire questa progetto installando altri pannelli in diversi appezzamenti, portando avanti così il racconto di un territorio magico e unico come solo questa regione sa essere”.
GROSJEAN
La cantina valdostana è una storica realtà enoica che da sempre coniuga storia e tradizione, creatività e innovazione. Prende vita agli inizi degli anni ’60 sotto la guida di nonno Dauphin che decide di investire nell’attività vinicola e imbottiglia il proprio Ciliegiolo presentato con successo all’”Exposition des Vins du Val d’Aoste” nel 1968. Negli anni ’80 ha inizio un processo di valorizzazione dei vari vigneti di proprietà. Nel 2000 viene inaugurata la nuova cantina. Grosjean Vins è la prima azienda in Valle d’Aosta a compiere questo passo, quasi dieci anni in anticipo sulle altre realtà locali. Il “fattore umano”, l’amore per il proprio lavoro e per la propria terra rappresentano gli elementi fondamentali sui cui negli anni si è consolidata l’identità aziendale. Oggi a guidarla è la terza generazione, i giovani Hervé, Didier, Simon e Marco.

