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26 Gennaio 2025

Malvasia di Leonardo da Vinci: le prime 300 bottiglie all’asta da Christie’s

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Fabio Italiano
Fabio Italiano
Classe 1968, nato e cresciuto nella cantina del ristorante di famiglia, ho avuto il privilegio di conoscere i migliori vini del mondo grazie a mio padre. Tra le mie mani ho visto passare il meglio della produzione vinicola italiana e francese: dal Sassicaia (allora ancora semplice Vino da Tavola) ai vari cru di Barbaresco di Angelo Gaja, fino ai super famosi Château Margaux, Château Lafite Rothschild, Petrus, solo per nominarne alcuni. Tra un servizio ai tavoli e l’altro, ho anche trovato il tempo per laurearmi in Ingegneria presso l’Università degli Studi di Palermo. Il 23-11-1998, giorno del mio 30esimo compleanno, mi trasferisco in Olanda per amore, dove ancora oggi vivo con mia moglie e i miei due figli. Bereilvino.it è il mio hobby e non mi ritengo un esperto di vino ma solo un appassionato!

I Colli piacentini, con la sua Malvasia, sono da sempre vocati alla produzione di vini e in particolar modo, Ziano, in quanto rappresenta il comune italiano con la più alta percentuale di terreno vitato. “E’ il nostro orgoglio – ribadisce il sindaco Manuel Ghilardelli, che lo ripete in ogni convegno, incontro pubblico, meeting – e la nostra ricchezza e dobbiamo fare di tutto per promuovere le nostre eccellenze”.

E’ così tra le varie attività di marketing da 10 anni, il comune di Ziano, insieme a Borgonovo, Alta Val Tidone e Pianello hanno messo insieme le forze per pubblicizzare un territorio e in particolare un prodotto: il vino. Ne è nato un progetto: il Valtidone Wine Fest, una manifestazione che ogni anno si sviluppa nelle quattro domeniche di settembre. E lo scorso 8 settembre è stato il turno di Ziano, che all’interno del programma della rassegna, con degustazioni di vini e altre eccellenze, ha introdotto un convegno dal titolo “Una scelta geniale”.

Il convegno è stato il momento principale del programma, dedicato a Leonardo da Vinci in occasione dei 500 anni dalla sua scomparsa. Il legame tra Leonardo e il territorio piacentino è riconducibile alla Malvasia Aromatica di Candia, qualità di uva che veniva coltivata nell’orto milanese del genio e che, è stato scoperto, proveniva proprio dalle colline piacentine. Il convegno, moderato dal direttore di Newsageagro, Gianfranco Salvatori, e organizzato sotto la regia del consigliere comunale Elaine Januszewski, ha voluto mettere in luce questa storia e raccontare l’esperienza che ha fatto rinascere la vigna a Milano, nella Casa degli Atellani.

Ad aprire i lavori nella sala del consiglio comunale di Ziano, l’assessore all’agricoltura Gloria Merli, seguita dal vicesindaco Paolo Badenchini e da Marco Profumo. Tra i presenti anche l’assessore regionale dell’Emilia Romagna, Simona Caselli, che ha voluto ricordare l’importanza del convegno e di questa manifestazione dedicata al territorio e ai prodotti di eccellenza. “Malvasia di Candia – ha detto Caselli – è un nome da spendere, anche dal punto di vista commerciale. Come Regione sosteniamo il settore vitivinicolo con investimenti diretti e in progetti legati all’innovazione. Ne è un esempio quello sulla fertilità del suolo che coinvolge anche Ziano e quello promosso con l’Università Cattolica sulla misurazione della sostenibilità ambientale sociale ed economica delle colture”.

La Malvasia di Milano

Il compito di ripercorrere la storia della Malvasia Aromatica di Candia è stato affidato al professor Roberto Miravalle, che è partito dalla origini, nell’isola greca di Creta, di quel tipo di vitigno, per arrivare a Leonardo, grande amante dell’agricoltura, che nel giardino della casa degli Atellani (nel centro di Milano), a lui regalata da Ludovico il Moro come compenso per l’affresco “L’ultima cena”, impiantò una vigna.

Le tracce di quel vigneto restano in alcune foto scattate nel 1920, prima che il bombardamento durante la seconda guerra mondiale lo radesse al suolo. Solo grazie ad un progetto poderoso e ad un team di ricercatori e studiosi, nel 2015 il DNA di quell’uva è stato recuperato.

La vigna è stata quindi riportata alla luce dopo l’Expo di Milano (annunciata dall’allora sindaco meneghino Letizia Moratti) con un progetto scientifico diretto dal professor Attilio Scienza, con l’intervento di Luca Maroni, analista sensoriale ed enologo, a cui ha partecipato anche Miravalle. Dopo aver rintracciato sotto terra l’antica vigna, ne è stato estratto il Dna ed è stata reimpiantata – nello stesso giardino – generando infine l’uva.

Stefano Pizzamiglio, produttore piacentino (della Valnure) ha parlato dell’anima della Malvasia come vitigno e come vino, sottolineandone le sue caratteristiche, a cominciare dalla sua poliedricità e le tante sfumature che può esprimere. Interessante anche l’apporto di Giovanella Fugazza che è riuscita a generare 300 bottiglie vinificando l’uva riprodotta nell’orto di Leonardo a Milano.

«L’uva è stata portata nella mia cantina – ha raccontato Fugazza – e abbiamo seguito le tecniche di allora, quindi la pigiatura con i piedi e il vino sistemato in un’anfora. Il vino ora si trova all’interno di bottiglie disegnate da Alberto Alessi. Abbiamo realizzato un prodotto per il quale tutta Piacenza deve essere orgogliosa». Il prodotto finito, il “vino di Leonardo”, sarà poi battuto all’asta da Christie’s.

Al termine dell’incontro Elaine Januszewski, vista l’importanza del tema, ha proposto un secondo convegno dedicato sempre alla Malvasia da tenersi a Ziano piacentino. Anche perché i colli piacentini vogliono appropriarsi del titolo di capitale della Malvasia.

Prossima tappa del Valtidone Wine Fest è in programma domenica prossima 15 settembre a Nibbiano nel comune di Alta Val Tidone, con DiTerreDiCibiDiVini, dedicata ai vini passiti. Ultimo appuntamento a Pianello, il 22 settembre, evento dedicato ai vini frizzanti.

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