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20 Gennaio 2025

Vino e Brexit. UIV: cauto ottimismo per l’intesa raggiunta

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Fabio Italiano
Fabio Italiano
Classe 1968, nato e cresciuto nella cantina del ristorante di famiglia, ho avuto il privilegio di conoscere i migliori vini del mondo grazie a mio padre. Tra le mie mani ho visto passare il meglio della produzione vinicola italiana e francese: dal Sassicaia (allora ancora semplice Vino da Tavola) ai vari cru di Barbaresco di Angelo Gaja, fino ai super famosi Château Margaux, Château Lafite Rothschild, Petrus, solo per nominarne alcuni. Tra un servizio ai tavoli e l’altro, ho anche trovato il tempo per laurearmi in Ingegneria presso l’Università degli Studi di Palermo. Il 23-11-1998, giorno del mio 30esimo compleanno, mi trasferisco in Olanda per amore, dove ancora oggi vivo con mia moglie e i miei due figli. Bereilvino.it è il mio hobby e non mi ritengo un esperto di vino ma solo un appassionato!

“Accogliamo con cauto ottimismo il raggiungimento dell’accordo tra Commissione Europea e governo inglese. Chiediamo alle Istituzioni Europee di validarlo al più presto, perché in caso di ‘Hard Brexit’ sarebbero a rischio la fluidità delle operazioni commerciali e la tutela delle indicazioni geografiche”.

Con queste parole Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini, commenta l’intesa sulla Brexit raggiunta ieri tra la Commissione Europea e il Regno Unito di Gran Bretagna.

L’accordo rappresenta un primo passo verso la Soft Brexit consensuale del 31 ottobre 2019, ma restano ancora due step: il voto di domani (19 ottobre) da parte del Parlamento anglosassone e l’approvazione da parte del Consiglio e del Parlamento Europeo.

“Ci sono state rassicurazionicontinua Castellettirelativamente all’etichettatura dei prodotti vinicoli (con un periodo di mantenimento dello status quo di 21 mesi anche per i vini biologici) e all’istituzione di un periodo di transizione di 9 mesi per le importazioni di vino dall’Ue verso la Gran Bretagna. Nel caso in cui dovesse esserci un passo indietro rispetto a quanto raggiunto ieri, resta alto il rischio circa le operazioni doganali e commerciali più in generale, oltre che grande incertezza sulla tutela delle indicazioni geografiche”.

“Nel corso dell’incontro tenutosi all’Ambasciata inglese a Roma aggiunge Paolo Castellettiil Governo britannico non ha fornito, a nostro parere, rassicurazioni sufficienti sul passaggio dall’attuale sistema di protezione delle IG in Europa ad un nuovo schema implementato da Westminster, con un rischio elevato per oltre 500 DOP e IGP italiane”.

“Per il nostro settoreconclude Paolo Castellettiil mercato UK rappresenta il terzo per importanza con 827 milioni di euro registrati nel 2018, ed è il primo per gli spumanti con un volume di 1,1 milioni di ettolitri esportati e un valore di 434 milioni di euro nel 2018. Anche per tali ragioni una ‘Hard-Brexit’ causerebbe un grave danno al comparto vitivinicolo e, di conseguenza, all’intera economia italiana”.

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