Una sera a Scicli: viaggio nei vini siculi sul set di Montalbano

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Casa commissario Montalbano

Fine Marzo, è un pomeriggio uggioso nella profonda Sicilia barocca. La cittadina di Scicli, immersa nella sua conca, è stata appena spazzata da un temporale che ha lasciato nell’aria un’umidità atipica da queste parti. Clima favorevole per una tranquilla sosta alla ricerca di quel calore che solo il vino siciliano sa regalare. In una via del paese, famoso ormai come set della fiction RaiUno ‘Il commissario Montalbano’ con Luca Zingaretti, troviamo un piccolo scrigno di sapori, prodotti tipici e presidi Slow food. Un negozio di vino che in sé racchiude il meglio delle principali cantine della Trinacria.

All’ingresso veniamo accolti da una simpatica ed elegante signora sulla quarantina, che inizia la sua spiegazione delle maestranze esposte in vetrina e sugli scaffali. Mentre la mente vaga tra l’universo dei rossi dell’Etna e dei vitigni autoctoni come la Malvasia e il Nero d’Avola, in tutte le sue numerose sfumature, arriva il momento della verità. Un acquisto certo non poco sofferto, con la scelta che ricade su un rosato frutto della fermentazione di rosso (anzi nero) d’Avola a contatto con le bucce.

Siamo davanti ad una bottiglia di Nero d’Avola Igp 2015, prodotto nella zona di Campobello – fra Licata ed Agrigento – denominato appunto ‘Cristo di Campobello’. Ideale in abbinamento con zuppe di pesce e frutti di mare conditi con abbondante pomodoro o anche con carni bianche.

Il nostro gruppo inizia a spaziare fra le più pregiate marche di vino siciliano che vanno dal vulcanico rosso dell’Etna ad altri vini provenienti dalla costa occidentale dell’isola. Lo scaffale superiore cattura l’attenzione degli amanti dell’amaro con la grappa di Nero d’Avola, la Malvasia, i vari rosoli di pistacchio e finocchietto, lo Zibibbo, il Marsala ed i tanti distillati siciliani.

Terra di vini liquorosi e dolciastri, la Sicilia, come appunto il Marsala e lo Zibibbo; terra famosa per i passiti come quello di Pantelleria; terra che nella sua estremità più a sud – fra Ragusa e la costa barocca – riesce ad offrire al palato più delicato una variante leggera e più tenue del Nero d’Avola autentico.

Dal vino rosso per eccellenza della regione, che generalmente raggiunge una alta gradazione alcolica, talvolta addirittura vicina al 17%, è stato possibile ricavare un perfetto connubio tra morbidezza e durezza. Come? Con la felice mescolanza del Nero con uve di Frappato, dalla quale viene prodotto il cosiddetto Cerasuolo di Vittoria.

Un vino che unisce i toni aspri e decisi del Nero d’Avola 100% alla delicatezza di un rosso locale utilizzato per addolcirne le note più dure con delicati aromi floreali. Del Cerasuolo esistono più varianti, dal colore tendente al granato o appunto al rosso più “leggero” (dal momento che il colore cerasuolo compare nella scala visiva dei rosati).

Il perfetto design della bottiglia colpisce il visitatore, per le sfumature che conferisce alle tante colorazioni di Cerasuolo, autoctono della zona di Vittoria (RG) ma diffuso per lo più nell’intera area sud dell’isola. Non dimentichiamo i vini bianchi. Più delicati ma come sempre ingannevoli – gustati nella loro freschezza per ben due sere a cena, in abbinamento ad ottimo pesce locale.

Un ottimo Catarratto del Baglio di San Vito, bianco tendente al dorato, dal sapore fresco e leggermente asprigno, è l’ideale per una cena a base di molluschi, insalate di mare e gamberoni alla griglia. Presente sugli scaffali di Scicli ma servito anche a tavola dallo staff del nostro albergo di Scoglitti, lungo la costa ragusana.

Come seconda degustazione, invece, in accompagnamento al risotto alla pescatora nonché ad un buon piatto di cozze gratinate, proponiamo un interessante ‘Roceno Grillo Sibiliana’ Igp terre siciliane, da Marsala (TP). Bianco che raggiunge il 12,5% di gradazione alcolica e che viene prodotto in più zone della costa ovest. Entrambi dal trapanese, serviti freddi, con diverse sfumature di dorato ma simili quanto a gusto ed abbinamento con il pesce.

Carichi di meraviglia usciamo dunque da questo scrigno di bontà, scovato durante una uggiosa serata di fine marzo ed a pochi passi dal commissariato più famoso d’Italia. Non senza una puntatina alla celebre casa di Salvo Montalbano, a Punta Secca. La terrazza a mare laddove la tv ritrae Zingaretti alle prese con spaghetti ai frutti di mare – a tavola dall’ormai celebre “Enzo a mare” – ovviamente con del vino bianco nel calice.

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