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1 Giugno 2025

Vino (UIV): “No” a prezzo minimo, distorce il mercato

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Fabio Italiano
Fabio Italiano
Classe 1968, nato e cresciuto nella cantina del ristorante di famiglia, ho avuto il privilegio di conoscere i migliori vini del mondo grazie a mio padre. Tra le mie mani ho visto passare il meglio della produzione vinicola italiana e francese: dal Sassicaia (allora ancora semplice Vino da Tavola) ai vari cru di Barbaresco di Angelo Gaja, fino ai super famosi Château Margaux, Château Lafite Rothschild, Petrus, solo per nominarne alcuni. Tra un servizio ai tavoli e l’altro, ho anche trovato il tempo per laurearmi in Ingegneria presso l’Università degli Studi di Palermo. Il 23-11-1998, giorno del mio 30esimo compleanno, mi trasferisco in Olanda per amore, dove ancora oggi vivo con mia moglie e i miei due figli. Bereilvino.it è il mio hobby e non mi ritengo un esperto di vino ma solo un appassionato!

“A fare il prezzo sono domanda e offerta. Il prezzo minimo, o consigliato, esporrebbe il settore del vino a forti rischi, in primo luogo perché potrebbero livellare verso il basso i prodotti che superano il valore dei listini indicati. Non vorrei che tali raccomandazioni determinate da un artificio e non dal mercato producessero l’effetto contrario, penalizzando le imprese produttrici”. Così il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, ha commentato la proposta francese – nell’ambito della discussione sulla nuova Politica agricola comune – di determinare delle linee guida sui prezzi delle uve, vini e mosti per la produzione di prodotti vitivinicoli a DO o IG.

Le proposte delle interprofessioni francesi mirano ad estendere la competenza delle organizzazioni interprofessionali, permettendo a tali enti e ai gruppi di produttori riconosciuti di determinare i prezzi delle uve, dei vini e dei mosti.

Uiv ritiene come la proposta di raccomandazione sui prezzi, sebbene generata dall’idea di tutelare produzioni in forte difficoltà con ricavi sempre più risicati, rischi di sortire un ulteriore effetto boomerang, a partire da possibili distorsioni di mercato e limitazioni alla concorrenza, ma anche da potenziali pratiche ingannevoli lungo la catena distributiva. Sulla dinamica, sono infatti latenti i pericoli sia nell’ipotesi di sovrastima che di sottostima dei valori indicati: da una parte è probabile il danneggiamento dei produttori a causa del potenziale effetto di riduzione dei margini innescati dalla guerra dei prezzi; dall’altra – quindi con listini sopra il prezzo di equilibrio – si avrebbe un eccesso di offerta dato dalla riduzione degli acquisti da parte dei consumatori.

La proposta sarà discussa nell’ambito del mini-pacchetto normativo sull’Organizzazione comune dei mercati (Ocm) che dovrebbe essere sottoposto a trilogo il prossimo autunno a Bruxelles.

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