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19 Dicembre 2025

Vino, dealcolati (UIT): settore ancora fermo in attesa del decreto

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Fabio Italiano
Fabio Italiano
Classe 1968, nato e cresciuto nella cantina del ristorante di famiglia, ho avuto il privilegio di conoscere i migliori vini del mondo grazie a mio padre. Tra le mie mani ho visto passare il meglio della produzione vinicola italiana e francese: dal Sassicaia (allora ancora semplice Vino da Tavola) ai vari cru di Barbaresco di Angelo Gaja, fino ai super famosi Château Margaux, Château Lafite Rothschild, Petrus, solo per nominarne alcuni. Tra un servizio ai tavoli e l’altro, ho anche trovato il tempo per laurearmi in Ingegneria presso l’Università degli Studi di Palermo. Il 23-11-1998, giorno del mio 30esimo compleanno, mi trasferisco in Olanda per amore, dove ancora oggi vivo con mia moglie e i miei due figli. Bereilvino.it è il mio hobby e non mi ritengo un esperto di vino ma solo un appassionato!

Unione italiana vini (Uiv) sollecita la chiusura del dossier dealcolati attraverso una tempestiva adozione del decreto interministeriale Mef-Masaf attuativo della disciplina fiscale, ancora in stallo da oltre due mesi alla Ragioneria di Stato. È quanto evidenziato in una lettera inviata oggi da Uiv ai due ministeri competenti (Agricoltura ed Economia). Numerose aziende vitivinicole italiane – riporta Uiv – hanno intrapreso rilevanti investimenti sia sul piano infrastrutturale – mediante l’acquisto e l’installazione di impianti per la dealcolazione –, sia in termini di formazione e posizionamento di prodotto sul mercato.

“Da tempo chiediamo al Governo di poter operare in condizioni di parità competitiva rispetto agli altri produttori europei – ha detto il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti –, i quali beneficiano ormai da quattro anni del vantaggio introdotto dal Regolamento (UE) pubblicato nel dicembre 2021. Le nostre imprese sono pronte da tempo, molte di esse hanno già effettuato investimenti ma di fatto oggi dealcolare in Italia è ancora vietato, per questo chiediamo di dare seguito urgente all’approvazione del decreto-legge fiscale” (Decreto-legge 17 giugno 2025, n. 84, recante “Disposizioni urgenti in materia fiscale”).

Secondo l’Osservatorio di Unione italiana vini, il settore Nolo (no e low alcohol) è uno dei pochi a crescere in un contesto mondiale di forte difficoltà per il vino. L’attuale mercato globale della categoria Nolo – in cui rientrano anche i dealcolati – vale 2,4 miliardi di dollari ed è destinato a raggiungere i 3,3 miliardi di dollari entro il 2028. Una nicchia di mercato per cui stima con un tasso di crescita annuale composto (Cagr 2028/24) dell’8% a valore e del 7% a volume.

Quest’anno solo gli alcohol-free hanno il piede incollato all’acceleratore; secondo le elaborazioni Uiv su base NielsenIQ, sul circuito retail di USA, UK e Germania i vini a zero gradi, pur rappresentando ancora una quota minoritaria, sono protagonisti di una crescita esponenziale: nei primi nove mesi dell’anno, volumi sul mercato tedesco a +46%, con share del 5% sul totale No-Lo, +20% sul mercato britannico (23% sul totale) e +18% sulla piazza statunitense, con quota del 17% sul totale della categoria a basso grado. Eccettuato il mercato tedesco, dove si è in controtendenza rispetto al mercato (-23%), gli alcohol-free italiani (prodotti giocoforza all’estero) performano bene in UK (+6% volume e +10% valore) e in USA, con +17% lato volume e +24% sulla colonna valore. Su questo mercato l’Italia rappresenta il 6% del totale vendite vini a zero gradi, quota che sale all’11% sulla piazza tedesca e al 24% su quella britannica.

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