Confcooperative: Positivo il bilancio della vendemmia in Toscana

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La vendemmia in Toscana, si avvia, in questi ultimi giorni di ottobre, ormai a conclusione, e da Fedagri Toscana, la federazione dell’agroalimentare di Confcooperative che rappresenta molte delle cantine cooperative della nostra regione, si traccia un primo bilancio del raccolto. Per il secondo anno consecutivo, nella sede di Confcooperative Firenze-Prato, vengono presentati i dati della vendemmia delle cooperative vinicole toscane: “Con piacere ospitiamo questo appuntamento molto importante per tutto il mondo agricolo dal momento che il vino rappresenta uno dei prodotti di punta dell’area fiorentina ed è motore per tutta l’economia del nostro territorio”, ha detto il Presidente di Confcooperative Firenze-Prato Stefano Meli.

“Nelle nostre cantine – ci dice Francesco Colpizzi, Presidente di Fedagri Toscana – Settore Vino – si è registrata una produzione di vino di circa 350.000 ettolitri. Nelle nostre 14 cantine sono state infatti vinificati circa 507.000 quintali di uve raccolte dai nostri 2.500 viticoltori in 6.500 ettari di vigneti. La produzione registra una flessione del 10%, che varia dal -4% a Montalcino, -10% a Montepulciano, -12% nel Chianti, -15% nel Chianti Classico, mentre è risultata stabile in Maremma e a San Gimignano”.


“Nonostante le piogge di ottobre, la qualità si conferma complessivamente buona, anche grazie all’accurata cernita delle uve compiuta dai nostri viticoltori durante la vendemmia, tant’è che ben 235.000 ettolitri di vino, pari a quasi il 70% del raccolto – ha proseguito Colpizzi – sarà destinato alla produzione di vini docg e doc di alta qualità: dal Chianti al Nobile di Montepulciano, dalla Vernaccia di San Gimignano ai vini di Maremma, dal Chianti Classico al Brunello di Montalcino. Contando, infatti, su tanti vigneti ubicati nelle aree più vocate della Toscana, con clima e terreno molto diversi tra loro, si possono compiere sempre le scelte più attente, destinando alla produzione dei vini con denominazione di origine solamente i tini migliori. Pur senza ripetere gli straordinari millesimi delle precedenti tre annate, dai primi tini “svinati”, possiamo già dire che, complessivamente, i vini dell’annata 2010 si presentano, meno strutturati e ricchi in colore di quelli dell’annata 2009, ma molto equilibrati, armonici, decisamente alcolici, e ricchi in aromi”.


“Segnali – ha aggiunto Colpizzi – di ripresa arrivano, finalmente, anche dal mercato. Dopo circa due anni caratterizzati da una continua flessione dei fatturati, a partire dal secondo trimestre di quest’anno, le vendite hanno invertito la tendenza, registrando per alcune delle più importanti denominazioni regionali, aumenti, rispetto al periodo precedente, del 10-15% in volume. I prezzi, tuttavia, si mantengono generalmente ancora a livelli insufficienti a coprire i costi di produzione, ed occorrerà attendere che il rapporto domanda-offerta-giacenze torni in equilibrio affinché i prezzi siano in grado di riportare le imprese in condizioni di profitto”.


La capacità di spesa delle famiglie è ancora posizionata verso il basso, e perciò, produrre qualità con costi ragionevoli rappresenta ancora l’impegno primario delle cantine di Fedagri. Un impegno che – ha concluso Colpizzi – contribuisce, da un lato ad ammortizzare gli effetti devastanti della crisi che duramente continua a colpire i consumi ripercuotendosi sul sistema agro-alimentare toscano, e dall’altro a rafforzare decisamente l’immagine della toscana e del made in Italy nel mondo”.


“Le cantine toscane – ci dice, a questo proposito, Carlo Salvadori, Presidente di Fedagri – Confcooperative Toscana – hanno una forte vocazione all’internazionalizzazione, come è testimoniato dal fatto che circa il 60% del fatturato è sviluppato dalle esportazioni ( 35% in area U.E. – 25% in area extra U.E.); ma la recessione di tre paesi, Stati Uniti, Regno Unito e Germania, che, da soli, negli ultimi anni assorbivano oltre un terzo della produzione, continua ad incidere pesantemente sulle performance commerciali delle nostre imprese”.


“E’ perciò urgente – ha aggiunto Salvadori – indirizzare le politiche del settore verso due assi. Il primo riguarda gli investimenti. Se è vero, come è vero, che le aziende devono realizzare investimenti nei momenti di recessione, per essere maggiormente competitive nella fase di crescita, questo è il momento giusto per compierli. Occorre completare il rinnovo dei vigneti, che, in alcune zone presenta oltre il 40% di impianti obsoleti, e perciò abbiamo chiesto all’amministrazione regionale di innalzare il tasso di cofinanziamento sulle misure dell’OCM. Il secondo riguarda la promozione. E’ infatti necessario avviare attraverso il coinvolgimento della Regione e dei Consorzi di Tutela delle denominazioni toscane un piano promozionale mirato ed efficace volto a conferire nuovamente immagine al vino toscano sia nei mercati emergenti sia nei mercati consolidati, dove, peraltro, nell’ultimo decennio è aumentata la concorrenza con sempre maggiore intensità”.


“Solo così, siamo certi, – ha concluso Salvadori – con un rinnovato impegno di tutti i soggetti, pubblici e privati, coinvolti nell’economia vitivinicola toscana, questo comparto così importante per l’economia toscana potrà tornare a recitare pienamente in maniera vincente il ruolo che gli è proprio”.

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