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20 Gennaio 2025

Marche: vendemmia 2020 nel segno della qualità, produzione a +5%

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Fabio Italiano
Fabio Italiano
Classe 1968, nato e cresciuto nella cantina del ristorante di famiglia, ho avuto il privilegio di conoscere i migliori vini del mondo grazie a mio padre. Tra le mie mani ho visto passare il meglio della produzione vinicola italiana e francese: dal Sassicaia (allora ancora semplice Vino da Tavola) ai vari cru di Barbaresco di Angelo Gaja, fino ai super famosi Château Margaux, Château Lafite Rothschild, Petrus, solo per nominarne alcuni. Tra un servizio ai tavoli e l’altro, ho anche trovato il tempo per laurearmi in Ingegneria presso l’Università degli Studi di Palermo. Il 23-11-1998, giorno del mio 30esimo compleanno, mi trasferisco in Olanda per amore, dove ancora oggi vivo con mia moglie e i miei due figli. Bereilvino.it è il mio hobby e non mi ritengo un esperto di vino ma solo un appassionato!

Produzione in crescita del 5% rispetto al 2019 e qualità buona con punte di eccellenza. Il vino marchigiano rialza la testa dopo mesi in trincea, grazie a una vendemmia 2020 che raggiunge quota 857mila ettolitri contro gli 816mila dell’anno passato e un mercato che nonostante tutto si muove. Particolarmente positivo l’andamento meteo stagionale, che ha permesso una raccolta senza complicazioni e favorito in generale uno sviluppo della pianta senza l’azione di parassiti o agenti patogeni. Un’annata la 2020, che dal punto di vista enologico rappresenta una garanzia, ma che pone ancora molte sfide sul fronte dei mercati a causa dell’emergenza sanitaria in corso.

“La nuova chiusura dell’horeca preoccupa, ma il sistema vino, Verdicchio in primis, pur nelle difficoltà ha retto e la macchina è ripartita – ha detto Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) -. Adesso, pur nell’incertezza, registriamo comunque segnali positivi come il calo delle scorte di vino nelle cantine della denominazione Castelli di Jesi, che rispetto allo scorso anno sono diminuite del 9,5% (dati al 30 settembre). Anche la quantità è quella giusta – aggiunge Mazzoni -, si temeva un’annata sovrabbondante a +15-20%, ma alla fine la natura ha compensato e abbiamo chiuso a +5% nel rispetto della qualità”.

A influire sulle rese, è stato soprattutto il caldo di agosto e delle prime due settimane di settembre, che ha favorito una buona accelerazione della maturazione, incidendo però negativamente sulla quantità. Il calo più significativo riguarda le uve a bacca rossa, come Lacrima di Morro d’Alba e Montepulciano, mentre gli altri rientrano nella media. In particolare, tra i bianchi registra un +7% sul 2019 la produzione di Verdicchio dei Castelli di Jesi che, salvo qualche grandinata, è giunto alla raccolta in anticipo rispetto alla media e con uve ottime, regalando vini di grande freschezza, gradazioni medio-alte e ottima struttura. Caratteristiche che ricordano molto quelle delle annate 2015 e 2016. Buone le previsioni anche per tutte le altre denominazioni tutelate.

Per quanto riguarda il mercato, secondo Istat le Marche del vino hanno subito una contrazione nel primo semestre del 2,2%, circa la metà rispetto alla media export nazionale (-4,2%). Tengono le vendite verso l’Unione europea (+4%) con il Covid-19 che ha invece fatto maggiori danni tra i buyer extra-Ue (-4,6%). Andando a scomporre i dati per provincia, l’export delle bevande marchigiane (dove il vino incide per l’80% del valore), è segnalato ancora in crescita ad Ancona. La terra del Verdicchio dei Castelli di Jesi segna infatti un confortante +6,4%, con i 2/3 delle vendite totali regionali (circa 30 milioni di euro nel semestre). Complessivamente, secondo le elaborazioni di Imt, rispetto al pari periodo di 3 anni fa, il mercato del vino anconetano è cresciuto di quasi il 30%. Bene anche la provincia di Macerata. Tra i Paesi, in ulteriore crescita i top 3 buyer Stati Uniti, Germania e Giappone, mentre calano in doppia cifra Regno Unito, Canada, Svizzera e soprattutto la Cina (-37,5%).

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