Aumenta il prezzo del vino in bottiglia

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Lievita il prezzo del vino in bottiglia: oggi il costo di un vino base o un IGT è aumentato in media dal 30 al 50%. A causarlo l’aumento dei prezzi della materia prima: le quotazioni delle uve della vendemmia 2011 sono schizzate in alto in virtù di un calo straordinario della produzione vitivinicola nazionale, scesa per la prima volta sotto la soglia dei 40 milioni di ettolitri.

A denunciarlo è il Coordinamento della cooperazione agroalimentare composto da Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci-Agrital. “La situazione per i produttori e gli imbottigliatori è oggi molto pesante – spiega Adriano Orsi, presidente del settore vitivinicolo di Fedagri –. Già oggi le aziende registrano, per ogni euro che viene fatturato, almeno 15 centesimi di perdita rispetto ai costi dei vini della vendemmia 2011. Data la scarsità di prodotto, vengono in molti casi utilizzati già i vini della nuova vendemmia, con prezzi di realizzo che non coprono neppure i costi variabili dei prodotti confezionati”.

Ciò pone le aziende produttrici in una vera e propria situazione di emergenza. Molte cantine si stanno già organizzando per contenere al massimo gli aumenti, poiché temono che i forti rincari del prezzo finale della bottiglia possano contrarre ulteriormente i consumi.

“Le cooperative sono estremamente preoccupate – spiega Santandrea Ruenza di Legacoop Agroalimentare -: la contrazione o addirittura l’azzeramento dei margini può danneggiare i soci produttori proprio nel momento in cui le loro produzioni sono nuovamente valorizzate a differenza di quanto è accaduto negli anni scorsi, quando si erano dovuti confrontare con prezzi al di sotto della soglia di sopravvivenza”.

“In questa situazione, anche per consentire alle aziende una adeguata programmazione economica – conclude Orsi – è fondamentale aprire un confronto chiaro e costruttivo con la grande distribuzione. Per le aziende vinicole è indispensabile che vengano definiti entro la metà del mese di novembre i nuovi listini 2012 e che la decorrenza dei nuovi listini sia al più tardi quella del 1° gennaio del prossimo anno”.

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