Vino, Fedagri: è la Buronospora la nuova malattia da cui difendersi

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Produrre vino in Italia sta diventando sempre più oneroso. Colpa della ‘mole’ di regolamenti comunitari e decreti attuativi nazionali e regionali che duplicano e complicano le pratiche amministrative, causando un proliferare di controlli e di enti controllori i cui costi sono tutti a carico dei produttori. “Così come un tempo eravamo preoccupati per malattie quali oidio, peronospora e grandine – spiega Adriano Orsi Presidente del Settore vitivinicolo di Fedagri-Confcooperative – oggi i produttori e le cantine cooperative devono difendersi da un’altra ‘malattia’ tutta italiana, la “buronospora”, causata dal moltiplicarsi di leggi che appesantiscono ed ingabbiano il comparto, incrementando il già alto costo di produzione del vino italiano.

Secondo il rapporto presentato da Fedagri-Confcooperative nella giornata inaugurale del Vinitaly, il costo della burocrazia che grava su una cantina cooperativa di medie dimensioni è di 5,14 euro al quintale di uva e 7,34 euro per ettolitro di vino di qualità prodotto. “In Francia si spende esattamente la metà, meno della metà in Germania e fino ad un terzo di questa cifra in Spagna” – spiega Luigi Soini, Direttore Generale della Cantina Produttori di Cormòns, che intervenendo al convegno ‘Il vino e la burocrazia: le proposte di Fedagri per la semplificazione normativa del settore’ ha presentato il caso reale della sua cantina che, per produrre e commercializzare 35.000 ettolitri di vino a denominazione è costretto a spendere, ogni anno, qualcosa come 257mila euro per la burocrazia* (per il dettaglio si rimanda al box in calce).

“Per una cantina cooperativa di medie dimensioni con un fatturato di 10 milioni di euro l’anno – continua Soini – il peso della “buronospora” arriva a rappresentare quasi il 2,6% delle vendite, il che significa dover vendere fino a 105mila bottiglie solo per coprire tali costi”.

“Sulla riduzione dei costi della burocrazia si gioca la competitività e la sostenibilità delle nostre imprese”, commenta Antonello Ciambriello di Fedagri-Confcooperative, curatore di uno studio sul peso della burocrazia nel settore vitivinicolo che contiene 18 proposte di semplificazione normativa. “Le numerose duplicazioni e richieste di inutili documentazioni riscontrate nel nostro studio – ha continuato Ciambriello – testimoniano come le cantine cooperative siano vessate da tutta una serie di costi che incidono in modo sostanziale sulle marginalità oltre che sui prezzi di vendita. Se nel nostro Paese è possibile acquistare vini di importazione a prezzi bassissimi, fino a 1,29 euro a bottiglia, il rischio che incombe su molte delle nostre migliori imprese è proprio quello di uscire dal mercato”.

“Le nostre 18 proposte di semplificazione normativa – ha concluso il presidente Orsi – se condivise anche dalla politica e dalla Pubblica amministrazione, consentiranno a tutto il settore e non solo alle cantine cooperative di alleggerirsi di costi inutili senza per questo dover rinunciare alla qualità dei vini prodotti”.

Se ridurre i fardelli burocratici è dunque l’obiettivo da perseguire, una strada possibile è stata tracciata dalla Regione Veneto, che è stata tra le prime in Italia a sperimentare un modello di semplificazione normativa (unificazione dello schedario viticolo con il fascicolo aziendale, attivazione della domanda unica etc.). La positiva esperienza delle 11 Cantine cooperative aderenti a Fedagri nella provincia di Verona è stata presentata dal direttore del Consorzio Vini di Verona, Alberto Frabboni.

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