Con il decreto si fa un passo indietro nel rapporto di trasparenza tra consumatori e produttori perché significa di fatto il via libera all’utilizzazione dei trucioli nel 70 per cento della produzione italiana. E’quanto afferma il Presidente della Coldiretti Paolo Bedoni in riferimento all’annuncio da parte del Ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro del decreto nel quale si vieta l’utilizzo dei trucioli solo per i vini DOCG e DOC, che rappresentano meno di un terzo della produzione nazionale. Non bisogna mettere a rischio – sostiene il Presidente della Coldiretti – il rapporto costruito nel tempo tra consumatori e produttori di vino Made in Italy, che è fatto per la maggioranza di vini da tavola e Igt esclusi dalla tutela nei confronti di una pratica ingannevole e dannosa.
I risultati commerciali del 2006 con una vendemmia che si preannuncia buona e su quantità contenute attorno ai 50 milioni di ettolitri dimostrano – afferma la Coldiretti – la presenza di nuove e rilevanti opportunità di crescita del vino Made in Italy che nello scorso anno ha raggiunto un fatturato record di 9 miliardi di euro, 3 dei quali attraverso l’export che potrebbe peraltro beneficiare dell’immagine positiva conquistata dall’Italia nel mondo con la vittoria del campionato del mondo di calcio. Un patrimonio economico e di immagine per le imprese nazionali che – conclude la Coldiretti – va difeso nei confronti delle imitazioni e della concorrenza sleale fondata sulla mancanza di trasparenza nell’informazione sulle caratteristiche dei prodotti in riferimento alle modalità di invecchiamento e alle tecniche utilizzate, come l’utilizzazione dei trucioli per invecchiare il vino che, senza un’etichettatura trasparente, inganna i consumatori e danneggia i produttori impegnati nel mantenimento di tecniche tradizionali, quali la maturazione dei vini in botti di legno.