Buttafuoco storico portabandiera dell’Oltrepò.

0
28
Featured image

Un fatto importante per il territorio; un esempio per tutto l’Oltrepò; una punta di diamante per far conoscere il territorio in tutta Italia. Meglio di così, per il Buttafuoco, non poteva andare. Vittorio Ruffinazzi, presidente del Consorzio tutela vini, e poi Adriano Cantamessa, direttore di Coldiretti, e Roberto Bigi, presidente della Cia, hanno avuto soltanto parole di elogio per l”esperienza del Buttafuoco storico, riassunta in occasione di una conferenza stampa con la quale i soci hanno presentato il programma di celebrazioni per il decennale del Club.

Un vino nel territorio
C’è tanto di locale, nelle manifestazioni. A cominciare dalle degustazioni nei bar, previste per l’estate, per culminare nelle serate gastronomiche con Buttafuoco e piatti della tradizione. Saranno realizzate in qualche ristorante di Milano, ma principalmente a Pavia e in Oltrepò Pavese. Questo perché, ha spiegato Fabiano Giorgi, presidente del Club, il Buttafuoco storico ci tiene al territorio in cui si sviluppa e vuol stringere una nuova alleanza con tutti i produttori, ma anche con gli operatori economici di altri settori e con la popolazione. «Soltanto con l’unione e la partecipazione di tutti si può far crescere un territorio. Per questo abbiamo voluto che una parte importante di questo calendario di dieci appuntamenti fosse proprio sul territorio oltrepadano », ha spiegato. Una mano tesa che non si esime da una critica: «Il vino oltrepadano in Oltrepò è consumato, ma non spinto. Manca l’orgoglio di promuovere i nostri prodotti. Quel senso d’appartenenza che vediamo, per esempio, in Trentino o anche in provincia di Piacenza, dove in qualsiasi ristorante o trattoria ci danno del Gutturnio. Da noi, invece, forse per eccesso di esterofilia, è più facile sentirsi proporre un Nero d’Avola che un bicchiere di Rosso Oltrepò. E’ giusto che un ristorante abbia una carta dei vini ricca, ma ci piacerebbe che spalleggiasse i produttori della zona, in primo luogo».

In questo senso c’è molto da imparare dai francesi, ha ricordato Valter Calvi, altro socio del Club presente all’incontro. Proprio per cominciare a parlare di Oltrepò e di economia pavese e non soltanto di sue espressioni, il Club ha scelto di invitare alla sua conferenza stampa anche le tre associazioni agricole e il Consorzio di tutela vini dell’Oltrepò. Dai quali sono arrivati apprezzamenti per l’operazione portata avanti, ormai da dieci anni, dal Club. «La cosa più bella è che 17 produttori hanno deciso, senza l’incentivo di alcun contributo o iniziativa pubblica, di mettersi assieme per fare qualcosa di importante. Hanno saputo riconoscere il valore della collettività e hanno avuto ragione. Se avessero provato a farsi promozione da soli, non sarebbero mai arrivati a questi livelli. Se potessimo allargare questa esperienza a tutto l’Oltrepò, ne faremmo un grande territorio», ha detto il presidente Ruffinazzi. Secondo Roberto Bigi, della Confederazione italiana agricoltori, «E’ bello che tanti produttori siano arrivati a un’intesa per promuovere un modo nuovo di fare il vino, prima ancora che un vino. E’ nella scelta di avere due commissioni esterne di controllo e di darsi un disciplinare rigoroso che sta il vero valore aggiunto di questo prodotto e di questa iniziativa. Per questo l’azione del Club va presa a esempio per tutto il territorio, come modello per valorizzare tutta la viticoltura. Il legame con la tradizione, con la cultura locale è fondamentale. Come pure l’unione di tutte le forze e il fatto, da rimarcare, che con il Buttafuoco storico si valorizzino i vitigni tipici oltrepadani come Croatina, Vespolina e Barbera». Proprio a creare un substrato culturale mira, tra l’altro, una delle iniziative del decennale, il premio per lavori di pittura, fotografia e ricerca (tesi di laurea, lavori storiografici, geologici, antropologici…) che abbiano come soggetto l’Oltrepò orientale. «Vogliamo creare una base culturale comune per questo vino e il suo ambiente», ha commentato Valter Calvi.

Serve una punta di diamante
Adriano Cantamessa, direttore della Coldiretti pavese, ha ricordato la necessità di concentrarsi, per sfondare sul mercato del vino, su pochi prodotti di punta; uno di questi può essere, indubbiamente, il Buttafuoco storico. «Il Club è un fatto importante per tutto l’Oltrepò. Il Consorzio vini fa un lavoro ottimo; tuttavia  l’esperienza dice che è impossibile fare promozione portando avanti tutti i vini. Ci deve essere una punta di diamante, un portabandiera. Il Buttafuoco storico può esserlo, perché si distingue dagli altri. Se cresce questo vino, tutti gli altri ne  beneficieranno e per questo credo che anche da parte pubblica – Camera di commercio, Provincia, comuni del territorio, per esempio – debba e possa arrivare un sostegno». Cantamessa ha anche sottolineato la necessità di abbinare alla promozione una adeguata rete di commercializzazione, perché qualche volta il Buttafuoco è difficile da trovare. «Anche in provincia di Pavia, dove invece dovrebbe essere in tutte le enoteche». «Da 30 anni manca una aristocrazia del vino. Da una parte è un fatto positivo, perché il territorio sta crescendo in linea, ma è indubbio che il grande pubblico ricorda un nome, non un intero territorio. Per questo bisogna trovare un simbolo dell’Oltrepò. Non dimentichiamo che 20 anni fa la nostra zona era descritta come la Borgona d’Italia», ha confermato Calvi. In Oltrepò, però, fare squadra resta difficile. Lo ha ricordato il presidente Rufffinazzi facendo un parallelo con quanto accaduto in Piemonte, dove la crisi del metanolo ha insegnato ai produttori a lavorare assieme. La speranza, ha chiosato Fabiano Giorgi, è che in Oltrepò non si debba aspettare una crisi di vendite seria per cominciare a fare sistema.

Calendario di celebrazioni per il decennale
Buttafuoco e spettacolo – Serata al Casablanca di Milano con Patrizia Rossetti e Ugo Conti (27 marzo)
Buttafuoco e arte – Degustazione di Buttafuoco storico in occasione dell’esposizione di Ugo Nespolo, accademia di Brera (6 aprile)
Buttafuoco e sport – Trofeo del Buttafuoco storico al primo classificato al rally del Bonarda (aprile 2006)
Buttafuoco in amicizia – Degustazioni, nei locali della zona e non, con la presenza dei soci produttori
Buttafuoco e territorio – Tour tra le vigne del Buttafuoco storico, in collaborazione con Ais e Onav
Buttafuoco e solidarietà – Asta del magnum di Buttafuoco storico. I proventi saranno destinati a un ente assistenziale ancora da stabilire
Buttafuoco contro tutti – Il Buttafuoco storico sfida i grandi rossi italiani e stranieri di fronte a enologi e giornalisti specializzati, in una degustazione cieca
Buttafuoco in tavola – Menù di degustazione nei ristoranti dell’Oltrepò, in collaborazione con gli esercenti. Buttafuoco storico abbinato ai migliori piatti della tradizione
Buttafuoco e benessere – Lavori dei ragazzi del Gallini di Voghera e convegno sugli effetti di antociani e antiossidanti contenuti nel vino
Buttafuoco e cultura – Concorso per fotografia, musica e ricerca, con premiazione abbinata alla tradizionale  presentazione del Buttafuoco storico, a fine novembre

Per informazioni: info@buttafuocostorico.it – www.buttafuocostorico.it.

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter settimanale e rimani aggiornato sulle novità del panorama vitivinicolo italiano. Prova, ti puoi cancellare quando vuoi!!!

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here