Feudo Antico valorizza la viticoltura eroica

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Un’azienda che ha fatto della sperimentazione il suo segno distintivo. E’ questa Feudo Antico, che sin dalla sua nascita si è fatta conoscere per il costante impegno nella ricerca sui vini della Doc Tullum e attraverso la valorizzazione del territorio grazie anche allo studio di zonazione messo in campo in questi anni.

L’azienda arriva ora a Castel di Sangro (Aq), dove è nato il progetto CasaDonna firmato dal famoso chef Niko Romito. Qui un ex convento è diventato una scuola tecnico-pratica di alta formazione per giovani chef, in cui trovano spazio anche l’orto, il frutteto e il vigneto. Quest’ultimo, situato a quasi 1000 metri d’altitudine, è curato esclusivamente da Feudo Antico, che ha realizzato così il primo vigneto di montagna d’Abruzzo, vero e proprio centro di ricerca in quota, che verrà ufficialmente presentato il 22 novembre.

Il progetto ha incluso la messa a dimora di uve autoctone come il Pecorino e di altre assolutamente innovative per queste montagne, quali Pinot nero, Riesling renano, Sylvaner verde, Traminer e Veltliner. Lo studio condotto da Feudo Antico su questi vigneti servirà dunque per confermare la qualità del vino prodotto ad altitudini montane e la vera scommessa è rappresentata dal Pecorino. Trattandosi di una varietà autoctona, la buona riuscita del progetto rappresenterà un opportunità di non poco rilievo per tutto l’Abruzzo.

<<Ci aspettiamo risultati qualitativi che forse sorprenderanno chi non conosce i vini di alta montagna – spiega Andrea Di Fabio, alla guida dell’azienda – ma su cui noi di Feudo Antico avevamo puntato. Un sentito ringraziamento va sopratutto all’Università di Milano ed in particolare al Prof. Attilio Scienza che sta coordinando personalmente il team di studio. Abbiamo studiato bene questi territori, selezionando solo le tipologie più adatte ad una viticoltura definita eroica: la scelta di impiantare i vigneti a quasi 1000 mt di altitudine in una regione, l’Abruzzo, in cui i limiti altimetrici sono di 800 mt slm puo’ infatti sembrare un azzardo ma nelle nostre intenzioni risiede in maniera decisa l’idea di fare ricerca in zone dove la vite puo’ dare sorprese inaspettate soprattutto nel valorizzare i nostri vitigni autoctoni >>.

L’obiettivo dichiarato è rendere la viticoltura di montagna un elemento di valorizzazione culturale e paesaggistica, recuperando al tempo stesso un importante patrimonio turistico abruzzese.

Quella che viene anche definita come viticoltura eroica, è infatti caratterizzata da difficoltà strutturali permanenti come la forte pendenza o le condizioni orografiche difficili (pendenze del terreno maggiori del 30%, altitudine superiore ai 500 mt). Si tratta quindi di una viticoltura marginale, che rappresenta meno del cinque per cento della superficie viticola totale europea, ma che ha delle implicazioni importanti sull’economia, la società, l’ambiente e la cultura di molte regioni e nazioni.

In questo contesto, il CERVIM – Centro di Ricerca, Studi, Salvaguardia, Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura Montana – ha effettuato un primo censimento a livello europeo dal quale è emerso che i numeri della viticoltura eroica in Europa sono i seguenti:

• 39 Aree Viticole europee con difficoltà strutturali

• 17 Regioni interessate

• 500.000 Operatori coinvolti

• 200.000 Aziende presenti su questo territorio

• 4-5% sul totale della viticoltura europea

In tali zone le aziende hanno per la maggior parte (oltre il 50%) superfici vitate fino ad 1 ha, distribuite su terreni a forte pendenza e situate in altitudine (oltre i 500 mt s.l.m). Sono vigneti che presentano non poche difficoltà strutturali, dato che spiega il progressivo abbandono di questi territori. Negli ultimi anni si è fortunatamente compreso come l’attività enologica in questi difficili territori sia di fondamentale importanza per la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio storico-culturale delle zone interessate. In molte aree montane si sta quindi assistendo al recupero delle attività vitivinicole, anche grazie ai sorprendenti risultati ottenuti. I vini di montagna, nati da uve coltivate in ambienti incontaminati, presentano infatti altissimi standard di qualità e genuinità.

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