Pubblicità online: tassi di conversione in calo per i banner

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Quando si parla di pubblicità online immancabilmente il discorso cade sui tassi di conversione. Il tasso di conversione, click-through rate (siglato in CTR) in inglese, non è altro che un tasso che misura l’efficacia di una campagna pubblicitaria on line. In poche e semplici parole un indice della bontà del risultato del messaggio della campagna pubblicitaria. In termini matematici si traduce come il rapporto tra il numero di click e il numero di impressions della campagna pubblicitaria espresso in percento. Il tasso di conversione con il passare degli anni si è ridotto parecchio. Ormai tassi di conversione dell’ordine dello 0,1% (1 click ogni mille impressions o visualizzazioni) o giù di li si possono considerare a tutti gli effetti la norma. Una conferma arriva dai dati di uno studio fatto da Google sui tassi di conversione relativi all’anno 2010. Ve li mostro di seguito, perché spesso una immagine è meglio di mille parole.

CTR - Tassi di conversione banners
CTR - Tassi di conversione banners

Come è facile osservare dalla figura, i formati banner più piccoli hanno spesso dei CTR di gran lunga inferiore ai formati più grandi. E il motivo principale è ovvio. In un banner di dimensione maggiore è possibile includere un messaggio per il target (consumatore o potenziale tale) qualitativamente più interessante e quindi più intrigante. Infatti l’efficacia di una campagna pubblicitaria, qualunque tipo essa sia, dipende essenzialmente dal contenuto del messaggio pubblicitario. Il contenuto del messaggio deve avere infatti un forte potere di persuasione sulla persona che guarda la pubblicità. Un messaggio intrigante ha un forte potere di persuasione, e quindi determina un maggior numero di azioni, ovvero un maggior numero di click sul banner, e in definitiva un più alto tasso di conversione. Per contro, se il messaggio pubblicitario è scadente, la campagna banner avrà un tasso di conversione bassissimo, e quindi dal punto di vista commerciale poco successo.

Ma allora le aziende devono continuare ad investire in campagne banner visto che i tassi di conversione continuano a decrescere? Certamente, anzi devono farlo senza esitare. La pubblicità è l’anima del commercio. Tuttavia devono farlo senza perdere di vista i risultati che, non mi stancherò mai di ripeterlo, online sono misurabili, mentre offline lo sono solo parzialmente e con difficoltà. Per esperienza diretta posso affermare che una campagna online rende sempre e comunque più di una campagna offline, anche quando i tassi di conversione sono bassissimi come quelli della figura soprastante. Di conseguenza, se siete in procinto di attivare una campagna banner per la vostra bella cantina, e non volete buttare via i vostri soldi, assicuratevi di utilizzare una banner di grandi dimensioni, in una posizione alta del sito, e che il sito in questione sia un sito verticale (cioè tratti l’argomento vino principalmente) con pochi spazi pubblicitari. Aggiungeteci un bel messaggio pubblicitario, e vi assicuro tassi di conversione dell’ordine dell’ 1÷2%, e anche superiori.

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4 Commenti

  1. Molto interessanti questi dati specie per un neofita come me che ha appena aperto un e-commerce di olio (www.oliving.it) e che sta cercando di monetizzare il più possibile dalle campagne online.
    Devo dire che leggendo questi dati mi rassereno un pò…pensando che forse le mie performance non sono poi così scadenti…!
    C’è un dato di cui sono alla ricerca e che mi piacerebbe condividere con altri colleghi del settore e cioè il rapporto click/vendite.
    Volontariamente dico rapporto click/vendite e non click/conversioni perchè in questo momento sono totalmente focalizzato sul ritorno della campagna nei soli termini economici e quindi mi interessano solo i click che generano ordini.
    Mi rendo conto che tutto questo dipenda da diversi fattori principalmente legati alla pagina/sito su cui atterra l’utente e a quanto siamo bravi ad interessare i visitatori e proporre prodotti/servizi interessanti. Senza entrare però nel merito di cosa si può fare per migliorare questo tasso…esiste un dato da condividere che possa essere considerato una sorta di media? In soldoni, ogni quanti click mediamente un sito di e-commerce nel settore alimentare può considerare di ricevere un acquisto?

  2. Ciao Paolo, non devi assolutamente trascurare i tassi di conversioni delle campagne banner. Perché? Semplice, perché le tue vendite sono legate a quei tassi di conversione. Un sito di e-commerce che si rispetti deve avere un tasso di conversione delle vendite intorno al 10%, ciò significa che ogni 100 visitatori che arrivano nel tuo sito 10 vanno via con un ordine. Tassi di conversione delle vendite a due cifre vengono raggiunti solo da siti e-commerce con dei professionisti delle conversioni alla regia. Per esempio Amazon ha tassi di conversioni di quell’ordine lì. Tantissimi siti di e-commerce raggiungono a malapena l1%. Tassi di conversione tra l’1% e il 5% sono da considerarsi buoni. Penso che se fai bene il tuo lavoro allora anche tu puoi aspirare ad avere tassi di conversioni delle vendite fra l’1% e il 5%. Ovviamente esistono anche siti di e-commerce con tassi di conversione superiori al 20% e anche di più, ma sono siti di nicchia e quindi è giustificabile. Un esempio i siti di scommesse online o poker online, e chiaro che le persone che visitano quei vanno con l’intento di giocare. In conclusione migliorare i tassi di conversione delle campagne banner significa migliorare i tassi di conversione delle vendite del sito e-commerce. Quindi non sono indipendenti, ma sono legati tra loro matematicamente. Più visitatori più vendite.

  3. Ciao Fabio,
    grazie per la tua celere e precisa risposta!
    Devo dire che considerando i miei risultati e quelli che dici (10% di conversioni) ci rimango come dire….un pò male!
    L’1% mi sembra un obiettivo realistico e che si debba cercare di raggiungere.
    Grazie ancora e complimenti per il tuo blog!

  4. Si Paolo, l’1% deve essere il tuo obiettivo minimo, in ogni caso non ti devi fare scoraggiare dai risultati iniziali, ci vuole pazienza. Sappi che c’è anche di peggio. Ti racconto brevemente la storia del mio portale http://www.bereilvino.it. Quando iniziai 10 anni fa pensavo di offrire alle cantine italiane servizi pubblicitari online, campagne banner per intenderci. Avevo pensato che essendo le cantine in Italia, quelle di una certa rilevanza, circa 10.000, sicuramente ci si può guadagnare qualcosa offrendo loro dei servizi professionali. Ebbene a distanza di 10 anni i tassi di conversione miei con le cantine italiane sono dello 0,000 qualche cosa %. Per fortuna non in tutti i settori ci sono questi risultati :)

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