Internazionalizzazione dei Vini di Sicilia

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Dal Winett di Palermo e Venezia al Prowein di Dusseldorf, per poi affrontare il Vinitaly di Verona – la fiera più importante del vino nel mondo – appena concluso. Una maratona impegnativa per le aziende siciliane che fanno mercato e guardano all’estero e che, in forza del programma di internazionalizzazione promosso dall’Istituto Regionale Vite e Vino (IRVV), saranno coinvolte in un calendario fitto di iniziative e manifestazioni. La prima riguarda 31 produttori – distribuiti in tutto il territorio siciliano – che, tornati in Sicilia, parteciperanno all’Incoming dedicato ad una delegazione di giornalisti e buyers del Nord America selezionati da Michèle Shah, collaboratore dell’Istituto della Vite e del Vino per l’internazionalizzazione del vino siciliano – in programma dal 17 al 21 di aprile.

Il viaggio per la stampa e il trade di USA e Canada fa parte di una pianificazione organica, con la regia dell’IRVV, che vedrà, nei vari appuntamenti, protagoniste le aziende e i loro territori di produzione. Il progetto, che mira ad aumentare la visibilità del marchio Sicilia all’estero, poggia sulla consapevolezza del successo riscosso dal vino siciliano negli ultimi anni e basato su un assioma enologico di grande importanza: la diversità nell’unità. Pochi contesti produttivi al mondo infatti, possono vantare, in 120.000 ha. vitati complessivamente nell’isola, un grande ventaglio di tipologie di prodotti che vanno dal vino Marsala allo Spumante e che rendono il brand Sicilia competitivo su ogni singolo segmento di mercato.

L’incoming si articolerà in due momenti. Il 17 aprile, presso l’Hotel Piazza Borsa di Palermo, la selezione di buyers e giornalisti potrà degustare i vini delle aziende aderenti attraverso il Walk Around Tasting, articolato in due sessioni; mentre, per i produttori l’IRVV ha organizzato due distinti seminari di approfondimento che avranno l’obiettivo di fornire tutte le conoscenze necessarie per avviare e consolidare la presenza dei vini siciliani sui mercati americano e canadese. A presentare il sistema di mercato, il trend e l’approccio adatto per entrare ed affrontare il mercato USA è stata chiamata Lisa Zimmerman, esperta di marketing nonché editor chief di Cheers Magazine; il giornalista Julian Hitner, invece, metterà in luce gli aspetti procedurali (monopolio di stato) e commerciali sulla confederazione degli stati del Canada.

La seconda parte dell’iniziativa si snoderà in due distinti field trip, che porterà i buyers e giornalisti accreditati, nella zona Occidentale e nella zona Orientale dell’isola: un viaggio di scoperta e di formazione condotto nelle terre e nei contesti produttivi delle aziende partecipanti con l’obiettivo di promuovere e valorizzare le specificità che hanno determinato il prestigio enologico della Sicilia.

“Eccellenza qualitativa e abilità commerciale – spiega Dario Cartabellotta, direttore generale IRVV – devono camminare insieme. Il disegno che punta sulla qualità dei vini siciliani che hanno portato in alto il nome della Sicilia nei mercati internazionali ha il suo naturale completamento solo con delle azioni che rendono efficace l’approdo su questi mercati del Nord America, in un una fase dove sono molteplici i segnali di ripresa e di “risveglio” dei consumi nel vino. Il programma di internazionalizzazione dell’IRVV – continua il direttore – mira a soddisfare il fabbisogno delle aziende attraverso azioni che forniscano quelle capacità e quelle competenze necessarie per agire con successo, anche attraverso strumenti di analisi di mercato che hanno l’obiettivo di fornire tutte quelle informazioni utili su quei mercati”.

L’incoming è stato organizzato dall’IRVV con la collaborazione di Michèle Shah e Fabio Piccoli, giornalisti ed esperti internazionali del vino, chiamati dall’istituto come collaboratori per migliorare la capacità delle aziende ad intraprendere le azioni più adeguate a raggiungere il consolidamento e l’ampliamento dell’export del vino siciliano nel mondo.

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8 Commenti

  1. Il Winett di Palermo è stato un fallimento. I “buyers” sono solamente venuti a fare una bella vacanza anche a spese delle aziende che hanno partecipato all’evento. Gente con la testa tra le nuvole che non sapeva nemmeno come importare del vino negli USA !!!!

    • Leggendo i vari comunicati stampa che mi inviano e pubblico nel mio portale sembrerebbe il contrario. Onestamente la verità la sanno solo i diretti interessati. Sei un diretto interessato Davide? Ammetto che è frequente in questo tipo di eventi trovare pseudo esperti e buyers di vino che vengono solo per farsi una bella vacanza. Qualche volta capita di trovare anche qualcuno veramente interessante, ma è difficile. Sinceramente la formula Winett mi sembra un modo come un altro per spillare soldi alle cantine che in un momento di crisi come questo si aggrappano a qualsiasi cosa pur di vendere il loro vino.

      • Non sono un diretto interessato, ma un amico responsabile vendite di una cantina che ha partecipato all’evento mi ha detto che sono stati “soldi rubati”.
        Parliamo anche dell’evento organizzato dall’IRVV Sicilia all’Hotel Piazza Borsa di Palermo domenica 17 ? 31 aziende partecipanti e non più di 12/13 tra buyer e giornalisti, che sicuramente avranno goduto della vacanza gratis durata 5 giorni. Risultati ? ZERO !

  2. Ti credo Davide, se erano veramente così pochi i buyers la possibilità che una cantina possa fare affari seriamente è prossima a zero. Per quel po che ne sai, c’è stata qualche cantina che ha avuto risultati decenti in quell’evento? Perché se è stata solo la cantina del tuo conoscente a non aver avuto risultati allora il motivo è un’altro, e direttamente imputabile al tuo amico.

    • Fabio, l’azienda che si lamentava del Winett è una delle cantine più grosse della Sicilia. Uno degli importatori che era presente all’evento non aveva idea di come importare il vino !
      Per quanto riguarda l’evento presso l’hotel piazza borsa di giorno 17 aprile, ho visto tanto divertimento e niente sostanza.

  3. Ciao Davide, quello che mi dici è preoccupante. Comunque se ti conforta spesso questo tipo di eventi sono solo fumo negli occhi, anche quelli organizzati direttamente all’estero. Trovare sbocchi all’estero è difficilissimo, figuriamoci se questi eventi lo facilitano, ovviamente no.

  4. Ciao Fabio
    lo so che trovare sbocchi all’estero non è semplice. Io è da 3 anni circa che con tanta pazienza e soprattutto con tanto tempo “perso” a cercare contatti all’estero, sto avendo le mie belle soddisfazioni. Alle aziende che curo per il mercato estero non consiglio mai di partecipare a questi “eventi” che come dici tu sono solo fumo negli occhi, ma di sacrificare qualche soldo in più per le grosse fiere come Vinitaly e Prowein.

  5. La procedura che segui è quella giusta, il Vinitaly e il Prowein sono sicuramente le fiere da non perdere per trovare i buyers più interessanti. Con i budget limitiati delle cantine bisogna saper anche scegliere e scartare gli eventi in maniera intelligente. Non è detto però che tutti gli eventi, anche quelli organizzati all’estero siano da scartare. Basta informarsi in anticipo su chi sono i buyers presenti, per chi lavorano, e quali sono i loro fatturati. Se gli organizzatori non sono in grado di dare questi dati allora e meglio lasciar perdere, per evitare perdita di denaro, tempo, e stress dovuto alla delusione.

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