Cantine Florio: Il marsala, usi e consumi

0
255
Featured image

Il Marsala nettare pregiato della tradizione vinicola siciliana, bicentenario, recentemente coinvolto in diatribe “enogastronomiche” è stato l’oggetto di un sondaggio affidato a Brandvoyant da Florio su un campione di 1000 consumatori italiani di età compresa tra i 20 e i 65 anni e di una ricerca che ha coinvolto i 300 degustatori professionali del Concorso Mondiale di Bruxelles. Nell’immagine dei consumatori “profani” il Marsala è tra i vini liquorosi più conosciuti, ma viene spesso riconosciuto come ingrediente da cucina. E’ infatti solo il 17% dei consumatori intervistati ad acquistare il Marsala prevalentemente per berlo, contro il 56% che invece lo identifica come ingrediente, mentre un 27% ne fa entrambi gli usi.

In realtà è dal sondaggio fatto alla parterre di enologi, giornalisti e intenditori che emerge il vero spirito del Marsala, l’elevazione alla sua vera natura ossia quella di vino da meditazione. Secondo il sondaggio chi se ne intende, sia esso francese, italiano, spagnolo o americano non ha dubbi. Il Marsala è un vino da meditazione, da gustare in un momento di relax. Uno su tutti, il Donna Franca visto come “vino da bere in momenti di relax di coppia” dal 40% e come vino da meditazione dal 25%. C’è anche chi lo “eleva” (un 16%) ad aperitivo inusuale. Aperitivo o cena con gli amici cambiano anche gli abbinamenti che fanno gli esperti. Così oggi il Marsala viene abbinato non più solo alla classica pasticceria ma anche a fegato d’oca e formaggi erborinati, nella tipologia semisecca, mentre la tipologia vergine al pesce affumicato e ai formaggi stagionati. C’è anche chi azzarda e suggerisce l’unione a sapori come quelli del risotto alla zucca, della zuppa di trippa fino all’idea di un maialino molto speziato.

Nuove occasioni di consumo che tendono a rinnovare il Marsala ma soprattutto la scoperta di una nuova cultura diversa dall’immaginario comune di questo vino che, se tanto “giovane” non è, lo può diventare con queste novità emerse dai sondaggi. Sono proprio i giovani a farne uno scarso uso anche se le motivazioni sembrano più essere legate a una scarsa conoscenza del prodotto piuttosto che a un non apprezzamento dello stesso. Tanto che è il 18% a dichiarare di non conoscere abbastanza lo storico vino siciliano. C’è comunque un 21% di giovani tra i 25 e i 34 anni che lo beve abitualmente e che, nonostante tutto, vince sulla fascia di quarantenni-cinquantenni che rappresentano il 14%.

Nonostante le polemiche il Marsala si conferma come il vino liquoroso siciliano più diffuso ed è bevuto dal 35% degli intervistati. Deciso è il riconoscimento di Florio come il brand più conosciuto tra i vini dolci e liquorosi siciliani, il 36% degli intervistati ha infatti citato Florio, un dato molto interessante considerando che il secondo brand riconosciuto è solo al 7%. L’ottimo lavoro sulla qualità portato avanti da Florio, da VecchioFlorio con almeno 30 mesi di affinamento a Donna Franca con i sui 15 anni di permanenza in botte, è riconosciuto dai consumatori dove la percentuale di scelta arriva al 42% nel momento di acquistare un vino liquoroso siciliano da meditazione e da bere in compagnia di alta qualità.

Duca di Salaparuta SPA
Il Gruppo Duca di Salaparuta rappresenta il più importante polo vinicolo siciliano e una delle più grandi realtà dell’enologia nazionale presente in più di 50 paesi del mondo. Racconta tre storici marchi: Florio, dal 1833 sinonimo di marsala di qualità, Duca di Salaparuta, linea di vini eleganti e raffinati, e Corvo che rappresenta il bere quotidiano di qualità. La filosofia del gruppo è rappresentata da quattro cardini fondamentali: tradizione e innovazione, sicilianità e vocazione internazionale.


www.duca.it, www.vinicorvo.it, www.cantineflorio.it.


Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter settimanale e rimani aggiornato sulle novità del panorama vitivinicolo italiano. Prova, ti puoi cancellare quando vuoi!!!

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here