Cinque stelle, il rating della migliore vendemmia chiude la quarta edizione di Sicilia En Primeur.

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Una domenica piena di stelle, quella organizzata da Assovini Sicilia per la quarta edizione di Sicilia En Primeur. Cinque sono state assegnate al rating dell’ultima vendemmia 2006 che ha confermato come il clima, gli investimenti fatti in azienda, ma soprattutto gli uomini protagonisti della migliore enologia siciliana, abbiano prodotto uve di qualità e vini che da giorni stanno appassionando il folto gruppo di esperti. “I risultati si sono riscontrati anche nelle degustazioni di questi giorni, con un apprezzamento unanime da parte dei giornalisti” ha sottolineato il Cav. Ezio Rivella. Il rating delle annate viene classificato in base alle stelle le quali vanno da 1 a 5: “quest’anno se fosse stato possibile avremmo dovuto aggiungere una stella in più” ha commentato Rivella attribuendo alla Sicilia il 5 pieno.

La conferenza “La promessa di una vendemmia, l’affermazione di un territorio” è stata aperta dal presidente Lucio Tasca d’Almerita che ha ribadito la mission Assovini: rendere itinerante Sicilia en Primeur in modo da consentire la scoperta delle vocazioni produttive territoriali. “Abbiamo assistito ad una partecipazione attiva da parte dei giornalisti, sempre più interessati al nostro territorio” ha ribadito Tasca d’Almerita “in un momento dove il vino siciliano non sembra aver subito recessioni”. Il lavori sono andati avanti con l’intervento di Marino Breganze, presidente di Banca Nuova e main sponsor di Siclia En Primeur, il quale ha riconosciuto che Taormina in questi giorni è stata al centro dell’attenzione italiana per le problematiche dell’agricoltura: “la battaglia da vincere è sicuramente quella della comunicazione” per Breganze l’industria siciliana è rappresentata dai comparti della cultura, del turismo e dell’agricoltura. Per questi è utili aprire le porte al pubblico attraverso le degustazioni e le esposizioni in modo da far conoscere tutto ciò che di siciliano può rappresentare il miglior veicolo di marketing per l’isola.

“Andare incontro alle esigenze dei produttori, soprattutto supportando attivamente chi stenta ad affermarsi sul mercato è uno degli obiettivi più importanti da raggiungere”; ha messo sul tavolo importanti argomenti per il futuro della delle trasformazioni agroalimentari siciliane l’assessore regionale all’agricoltura Giovanni La Via. La Regione Siciliana intende farsi promotrice in sede nazionale della modifica della legge 164 del ’92 intervenendo nella modifica dei disciplinari mirandoli ad una maggiore chiarezza su uno dei punti più controversi come quello dell’imbottigliamento fuori dalla zona di provenienza per le IGT.

“Nessuna terra come la Sicilia ha una forbice di maturazione così ampia per una viticoltura di qualità”; sono state le parole di apertura di Attilio Scienza, professore Ordinario di Viticoltura presso il Dipartimento di Produzione Vegetale della Facoltà di Agraria di Milano, è unanimemente riconosciuto come uno dei massimi studiosi mondiali in ambito viti-vinicolo. La Sicilia per Scienza ha nel suo dna la voglia di esagerare e stupire con la sue doti naturali: “Essa rappresenta un grande continente vitivinicolo con tanti microrganismi sconosciuti che stanno affiorando” ha sottolineato “i suoi vini non possono essere mediocri. Di fronte però al lento cambiamento delle stagioni anche il vino subisce delle variazioni; questa è stata un’annata climaticamente bizzosa che si potrà leggere nei vini come, per esempio, i rossi che risulteranno più freschi rispetto a quelli delle passate annate”.

Salvo Foti enologo e “padre” della riscoperta dei vintigni autocotoni dell’Etna prima che da tecnico ha puntato l’attenzione sulla valorizzazione e la salvaguardia del nostro territorio e quindi della sua identità: “il consumatore dovrà capire la differenza tra il vino dell’Etna e l’enologia etnea. Le risorse umane e l’esperienza degli antichi contadini sono la vera chiave di lettura di un processo che rappresenta il vero patrimonio da salvaguardare per tutelare l’autoctonia” Ha sottolineato Foti in un intervento pieno di passione. Molto più tecnico Lorenzo Landi enologo fiorentino “adottato” sulla pietra lavica che si è soffermato sulle caratteristiche climatiche dell’Etna “l’Etna è un territorio eterogeneo dal punto di vista climatico. Queste caratteristiche pedoclimatiche vanno collegate alla qualità dei vini i quali hanno grande finezza aromatica, longevità risultando riconoscibili e assolutamente non banali”. Assovini Sicilia.

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