OCM, Consiglio Interprofessionale Vini: “Al Sud a rischio origine e qualità”.

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“La riforma Ocm rischia di schiacciare le piccole aziende e di marginalizzare territori vocati alle produzioni di qualità”. Così Marilena Barbera, presidente del Consiglio interprofessionale dei vini Doc e Igt della provincia di Agrigento, commenta la riforma in discussione a livello europeo. “Questo riordino della normativa, la cui intenzione iniziale era di favorire la competitività delle imprese, potrebbe avere invece come risultato quello di banalizzare le produzioni. La possibilità di indicare in etichetta vitigno ed annata senza indicazione geografica consentirebbe a grandi industrie e multinazionali delle bevande alcoliche di immettere sul mercato ingenti quantità di vini senza alcun legame con i territori di produzione, banalizzando il consumo di un alimento che è prima di tutto un prodotto culturale.”

Ma non solo. “Immaginiamoci – aggiunge Marilena Barbera – cosa succederebbe se potesse essere autorizzata una IGT su base nazionale (ad esempio IGT ITALIA), dando la possibilità alle industrie di mescolare tra loro vini di provenienza diversa utilizzando una denominazione comune: quale legame può avere un vino prodotto in Sicilia con uno prodotto in Veneto?”

Ma l’azione dell’Unione Europea si è mossa anche in un altro senso: “La Commissione – continua il presidente del Consiglio interprofessionale vini – ha proposto inizialmente l’abolizione dello zuccheraggio in contropartita alla soppressione degli aiuti alla distillazione e ad altre misure di supporto. Adesso, il brusco dietrofront della Commissaria Fischer Boel, rischia di creare nuovi squilibri strutturali nel Sud dell’Europa, che andranno inevitabilmente affrontati con misure compensative. In pratica, tanto rumore per nulla.”

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