Wine brand reputation… engage or die

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Bello il titolo in inglese, no? Confesso che ho provato a scriverlo in italiano ma non suonava altrettanto bene, anzi faceva letteralmente cagare. E poi diciamoci la verità, è più fico scrivere o utilizzare la lingua inglese quando si parla di affari (oops, intendevo scrivere business) che la lingua di Dante. Il titolo del post si chiude con una asserzione, se così si può dire, che la dice lunga sul periodo che stiamo attraversando. Engage or die, coinvolgere o morire, ma potrei anche tradurlo con impegnarsi o morire, oppure con ingaggiare (battaglia) o morire, o ancora con intraprendere (qualcosa) o morire. Insomma la sola parola engage in inglese può avere davvero tanti significati. Tutti significati che oggi devono essere presi in considerazione come un vangelo da ogni azienda che desidera rimanere viva e con profitto nel proprio mercato di riferimento, cantine incluse. Credetemi, è tutto vero. La situazione economica del Belpaese è drammatica, quasi quasi oserei dire che non è mai stata così drammatica, almeno nei mie 44 anni di vita. La conseguenza di tutto ciò, nel caso delle cantine per esempio, è che i consumi di vino pro capite interni continuano a calare, e le cantine sono costrette a cercare nuovi sbocchi verso l’estero, non senza difficoltà. Sarebbe troppo bello se tutto fosse facile, ma non lo è. Mentre i grandi marchi incontrano decisamente meno difficoltà nel vendere i loro prodotti anche all’estero, le cantine con marchi meno importanti, o ancora peggio sconosciuti al di fuori del loro territorio, le difficoltà le incontrano eccome.

Oggi più che mai il marchio è importantissimo per avere successo, la sola qualità del vino non è più sufficiente. E’ chiaro che non esistono ricette miracolistiche in grado di far diventare grande un marchio in pochissimo tempo. Ma una cosa è sicura, oggi buona parte del successo di una cantina passa per la rete. Inoltre, non voglio dire tutta, ma quasi tutta la comunicazione oggi si fa sulla rete, non a caso si parla sempre di più di brand e brand reputation anche e soprattutto online. Wine e Winelovers si incontrano sopratutto online, ed è li che le cantine devono lavorare per costruire la reputazione del loro brand, ON-LINE! Un modo semplice e sicuro per costruire una brand reputation solida è utilizzando social networks come Facebook e Twitter, ma anche altri canali come per esempio YouTube vanno benissimo. Potete utilizzare tutti i social networks che volete purché lo facciate bene, e senza cazzeggiare. Tantissime cantine lo hanno capito, e quindi si sono tuffate a bomba e senza guardare nell’oceano dei social networks, dimenticandosi per esempio dei loro siti web che sono rimasti quelli della preistoria. E il motivo è chiaro. Aprire un account su Facebook, Twitter, Pinterest, etc. etc. non costa nulla, e allora tutti sui social networks a cazzeggiare. Per la verità non tutte le cantine cazzeggiano sui social networks, ce ne sono alcune che hanno preso la cosa seriamente, e noto con piacere che si impegnano con successo per dare al loro marchio anche una reputazione online solida.

Per esempio, durante l’ultimo Vinitaly, nel corso del convegno “Vino e Social Media: la netnografia per un approccio strategico al nuovo marketing del vino”, tenutosi lo scorso 9 aprile sono stati resi noti i risultati di una ricerca volta ad individuare tutti quegli aspetti importanti e utili alle cantine per orientare le proprie azioni di marketing e comunicazione online. Il convegno, moderato da Luciano Pignataro, giornalista de Il Mattino, ha riportato i risultati della prima ricerca netnografica nel settore vitivinicolo, condotta da Viralbeat, centro Media 2.0, in collaborazione con il Centro Studi di Etnografia Digitale e l’Associazione Nazionale “Le Donne del Vino”. Sorprendente, almeno per me, l’infografica Wine Brand Reputation (in basso nell’articolo) della ricerca, con i primi 12 brand di cantine italiane presenti su Facebook e Twitter, non per i risultati mostrati, ma per aver scoperto dopo un controllo, che alcune di quelle cantine utilizzano strumenti come HootSuite e SproutSocial per gestire la loro presenza nei social networks. HootSuite e SproutSocial sono infatti due noti strumenti online a pagamento utili per gestire diversi social account con una unica piattaforma, e utili anche per controllare la propria reputazione online. In poche parole vuol dire che, quelle cantine stanno provando a fare le cose seriamente se si spingono ad investire un po’ di soldi su tali tipi di strumenti. E se lo fanno, vuol anche dire che un certo ritorno di immagine lo hanno, e non potrebbe essere altrimenti.

Purtroppo per le piccole e medie cantine, mantenere o ancora meglio incrementare la reputazione online del proprio marchio richiede un investimento non trascurabile, sia in termini di tempo che in termini di risorse umane, e quindi in ultima analisi di denaro. Ovviamente tutto questo se si desidera fare le cose per benino, in caso contrario si può tranquillamente continuare a giocherellare sui social networks postando contenuti inutili al fine ultimo, che è quello della costruzione del marchio e della sua reputazione online. Attenzione però, bisogna tenere bene a mente che il vostro brand e la vostra brand reputation non li costruite solo con i social networks, ma anche con il vostro sito web. Il sito web è infatti il cuore della vostra attività sulla rete, non dimenticatelo. Anche perché la modalità di interazione delle persone tipica dei social networks sta diventando, o anzi dovrei dire è diventato lo standard de facto della comunicazione.

Se ci fate caso, ovunque si parla di partecipazione di massa, contenuti in tempo reale, condivisione, amicizia, messaggi, commenti, feedback. Insomma le dinamiche tipiche dei blog e dei social networks sono diventate importanti anche per la comunicazione aziendale. Per avere successo diventa allora cruciale per le cantine di qualsiasi dimensione comprendere e dominare la rete a 360°. Quindi deve essere chiaro che la reputazione online non si costruisce solo con i social networks ma con tutto quello che la rete ci offre. E per farvelo capire faccio un esempio molto semplice. Affiché un “winelover” decida di acquistare sul tuo sito web del vino, ammesso che il tuo sito abbia una sezione con l’e-commerce decente, devono coesistere una serie di condizioni e caratteristiche. Oltre al prezzo del vino conveniente, alla velocità di spedizione, alla modalità sicura per il pagamento con la carta di credito, sarebbe opportuno che il sito web trasmettesse anche fiducia al potenziale cliente, anzi direi soprattutto fiducia. Ed uno metodi migliori per trasmettere fiducia ed avere una certa credibilità è proprio quello di avere dei feedback, cioè dei parei volontari e completamente disinteressati di altri clienti, ovviamente soddisfatti. Questo è un chiaro esempio di costruzione della brand reputation non legato ai social network. In conclusione, oggi tutto va a una velocità pazzesca, ed è fondamentale per le cantine viaggiare alla stessa velocità altrimenti si rischia grosso. Il vostro impegno online deve essere totale e a 360°, perché il marchio e la sua reputazione oggi si costruiscono e si consolidano online. Engage or die!

Infografica Wine Brand Reputation

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