Donna Gislena Brut, le bollicine griffate Albea

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Dove meno te l’aspetti… Nel regno delle bacche rosse… Tra vini grintosi e sanguigni dal nome evocativo: Negroamaro, Nero di Troia, Primitivo… ecco spuntare un bianco fruttato, addirittura spumante, dal perlage delicato: impensabile, ma vero. Ad Alberobello di Bari, patria di rossi corposi, la Cantina-Museo Albea,dopo anni di ricerca e lavoro intenso, ha ricavato un raffinato brut da uve autoctone, attraverso la spumantizzazione secondo il metodo classico champenoise: “Donna GISLENA Medici”.

«Da tempo pensavo di affiancare al nostro ormai famoso fuoriclasse LUI (Igt Puglia Rosso Nero di Troia) un bianco dello stesso livello che fosse espressione del territorio, senza per forza dover copiare gli analoghi viniblasonati di altre zone, più vocate», rivela il cavalier Dante Renzini, titolare della struttura pugliese, «Per questo spumante della Valle d’Itria, abbiamo utilizzato quattro vitigni autoctoni, Verdeca, Bianco d’Alessano, Fiato Minutolo e Maruggio, che conferiscono al brut sentori di frutta gialla matura e fragranza di fiori freschi. Alla finezza delle nostre bollicine doveva corrispondere un nome di pari eleganza per cui ho dato allo spumante quello della mia nonna paterna, persona di carattere e, al tempo stesso, dolce, autorevole ma gentile: esattamente come il “Donna Gislena Medici!».

All’incredibile risultato, in grado di spiazzare le regole codificate e tradizionali di una certa enologia e di rimarcare in modo inconsueto l’identità territoriale di questo angolo di Puglia, non si è arrivati per caso, come riferisce l’enologo Claudio Sisto, responsabile di Albea: «Il brut nasce da un progetto ben definito. Alla Cantina, volevamo lavorare sui vitigni a bacca bianca della valle d’Itria per trovare una base spumante che potesse caratterizzare la produzione di questo territorio sotto un aspetto diverso, rispetto alle due doc, Locorotondo e Martina Franca, storicamente riconosciute. La nostra scelta è stata fatta anche grazie agli studi dell’Istituto di Ricerca di Locorotondo che si occupa da tempo della valorizzazione dei vitigni minori».

Dopo un primo periodo sperimentale di lavorazione del brut, che ha permesso l’annata 2009, la Cantina Albea ha l’obiettivo di incrementarne la quantità, ma solo fino a un certo punto…«Oggi volutamente ci limitiamo a 2.000 bottiglie di spumante all’anno», conferma Dante Renzini, «In programma, abbiamo l’aumento della produzione del “Donna Gislena” fino a raggiungere nel 2016 le 6.000 bottiglie annuali, numero che però non intendiamo superare per poter garantire sempre una qualità costante e di pregio».

E’ facile prevedere che questo vino del futuro, dal nome e lignaggio del passato, potrà offrire al produttore molte soddisfazioni come quelle già fornite dal conterraneo LUI Igt. Il Rosso Nero di Puglia continua la sua strada di successo e, nei giorni scorsi, si è presentato ad un appuntamento a cui da anni non manca mai: il vino di Albea ha preso parte al 63° Festival della Canzone Italiana, a Sanremo, abbinato a LUI Igp, il prosciutto crudo di Norcia, riserva “24 mesi”, al pepe rosa, del Salumificio Renzini. In una location prestigiosa, i due “campioni” hanno conquistato un parterre di tutto rispetto, formato da addetti ai lavori, personaggi celebri e pubblico. La squisita sapidità delle rosee fette di prosciutto, leggermentearomatiche, e le piacevoli note fruttate e speziate del vino, morbido ed equilibrato, sono state apprezzate da tutti. Lui e Lui si sono dimostrati imigliori testimonial dell’arte di Dante Renzini.

Cantina Albea: www.albeavini.com

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