Cantina Ponte: ottima la vendemmia nella cooperativa trevigiana

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Iniziata da circa venti giorni, la vendemmia 2012 di Cantina Ponte sta entrando nel vivo: l’ottima qualità delle uve, sane e con un alto contenuto zuccherino, promette grandi Prosecco. Ed è proprio sul raggiungimento della massima qualità che si stanno concentrando gli sforzi e le energie dello staff aziendale: puntare al miglior risultato possibile senza snaturarne l’origine e soprattutto senza intaccare gli equilibri bio-vegetativi del territorio. Una filosofia, questa, molto in sintonia con quella di Magis (dal latino “di più”), il primo e più avanzato progetto per la sostenibilità della produzione del vino in Italia, e uno dei più avanzati al mondo, a cui Cantina Ponte aderisce già dal 2009.

Agricoltura di precisione, riduzione dell’impatto ambientale, tracciabilità di filiera, continui controlli sul vigneto e sul prodotto, registrazione puntuale di tutte le operazioni compiute in vigna: ecco alcuni tasselli che compongono l’elaborato mosaico di Magis, che si basa sulla condivisione di conoscenze tra aziende e operatori, permettendo così di ottimizzare sforzi e risorse, ridurre al minimo gli interventi sul vigneto ed evitare sprechi e inquinamento. Un nuovo approccio alla salubrità del prodotto perfettamente in linea con i valori di Cantina Ponte, che si è riconosciuta appieno nel progetto e ha progressivamente incrementato i vigneti coltivati secondo le direttive Magis, siti in località Grassaga di Noventa di Piave (VE): dai 3 ettari iniziali del 2009, coltivati a Cabernet Sauvignon, fino ai 10 attuali che comprendono anche Merlot, Pinot Grigio, Pinot Bianco e Manzoni Bianco.

“Dalla scelta del terreno ai metodi di concimazione, dalle irrigazioni – in linea di massima da escludere – alle potature verdi – che sono invece da incentivare –, ogni fase della vita del vigneto prima, e del vino poi, è attentamente regolata.” commenta Silvio Della Torre, enotecnico responsabile delle procedure Magis in Cantina Ponte. “Un passo avanti notevole nel nostro modo di lavorare ma soprattutto nella sicurezza e salubrità del prodotto finale; basti pensare che la protezione della vite viene effettuata sulla base di un evoluto approccio alla “produzione integrata”, usando cioè tutti i mezzi agronomici, fisici e biologici a disposizione, ricorrendo a quelli chimici solo se e quando davvero necessari.”

“I continui controlli e le pratiche agronomiche suggerite dal protocollo si stanno traducendo nel tempo in un metodo di lavoro rigoroso ed estremamente efficace.” continua Massimo Benetello, direttore generale di Cantina Ponte, “Disporre delle migliori conoscenze disponibili, aggiornate anno dopo anno, e condividere risultati e strategie con altri produttori e tecnici, costituisce un grande e indispensabile supporto. Un primo passo concreto verso quel nuovo “sistema vino” italiano che tanto spesso viene invocato.”

La Cantina Ponte, fondata nel 1948 con sede a Ponte di Piave in provincia di Treviso, è oggi una della realtà più dinamiche e importanti del Veneto. Rappresenta 1.200 soci, 1.900 ettari di vigneto, che si estendono dal Nord di Venezia fino alla zona pedemontana della provincia di Treviso e circa 10 milioni di bottiglie prodotte. Cantina Ponte garantisce per tutti i suoi vini – dai fermi ai frizzanti, dagli spumanti ai biologici – un elevato standard qualitativo certificato e testimoniato dai numerosi riconoscimenti ricevuti e con le sue 5 enoteche dirette, situate nella sede centrale di Ponte di Piave, a Villorba, Vedelago, Eraclea e Caposile, rappresenta un importante e sicuro punto di riferimento per tutti gli abitanti del territorio.

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