Perché spedire campioni di vino ai bloggers è utile?

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Confesso che oggi non avevo ne voglio e ne intenzione di scrivere un articolo. Ma nei giorni scorsi mi sono imbattuto in un paio di articoli on-line che trattavano l’argomento wine & blogging. La domanda che in tanti si pongono riguarda spesso l’utilità di inviare campioni di vino ai bloggers che scrivono di vino on-line per avere magari una recensione. Il caso vuole che giusto venerdì, mentre ero intento in una di quelle letture, suonasse il campanello di casa mia, per ben due volte. Era il postino. E come tutti i postini che si rispettano suona sempre due volte. Apro la porta, il postino mi sorride e dice molto educatamente buongiorno (io ovviamente ricambio), e mi consegna a sua volta 2 colli con 8 bottiglie di vino. Sono i campioni di vino che le Cantine Lupo di Campoverde, provincia di Latina, mi aveva promesso la settimana prima. Ammetto che sono rimasto piacevolmente sorpreso nel riceverli, perché non me li aspettavo. Mediamente un paio di cantine al mese mi contattano per sapere se possono inviarmi dei campioni di vino da recensire magari sul mio portale www.bereilvino.it. Ovviamente io accetto volentieri i loro campioni di vino, ma appena comunico loro il mio indirizzo, vivo in Olanda per la cronaca, non se ne fa più nulla. Proprio non li sento più. Spariti. Quindi potete immaginare la mia sorpresa nel ricevere i vini promessi (le recensioni saranno presto on-line).

Vini Cantine Lupo

Oggi poi mi imbatto in un’altro articolo in tema che mi spinge a scrivere questo articolo, nella speranza che possa essere utile alle tante cantine che si trovano a dovere scegliere se mandare oppure no dei campioni di vino ai wine bloggers. L’articolo dal titolo “Campionature omaggio ai bloggers gastronomici” si trova sul social network Vinix. L’articolo non è altro che la risposta della cantina Principi di Porcia e Brugnera alla richiesta di invio di una campionatura di vino in cambio di un articolo da parte di una blogger. Francamente a me la risposta data lascia parecchio perplesso. Comprendo benissimo che non è economicamente possibile inviare campionature di vino a tutti quelli che ne fanno richiesta, e ci mancherebbe! E che non è neppure molto ortodosso da parte dei bloggers chiedere delle campionature, ma dire…”Non potendo accontentare tutti e, sinceramente, non credendo nell’efficacia di questo tipo di veicolazione del prodotto “do ut des”, abbiamo deciso di non spedire campionature gratuite a questi scopi. Preferiremmo infatti che il contatto con l’azienda per la campionatura avvenisse dopo la valutazione del prodotto e con una richiesta motivata da un progetto promozionale o da attività on line”… mi sembra assurdo. Ma benedetta signorina, tutta la nostra esistenza presuppone un “do ut des”, a meno di non chiamarsi Francesco Giovanni di Pietro Bernardone (San Francesco d’Assisi) o Anjeza Gonxhe Bojaxhiu (Madre Teresa di Calcutta). Tu dai una cosa a me ed io do una cosa a te, o viceversa, in ogni caso ognuno ha il proprio tornaconto. Ed infatti nella stessa risposta vi contraddite immediatamente!! La blogger dovrebbe prima valutare i prodotti e poi fare una richiesta motivata da un progetto promozionale o da attività on line? Per il solo tornaconto della cantina? Boh.

Ribadisco che non è elegante da parte di un blogger richiedere direttamente le campionature di vino. Ma l’invio di campionature di vino è una prassi che le cantine dovrebbero tenere in considerazione. Si tratta in sostanza di una pura e semplice attività di branding volta a creare la conoscenza del marchio. Una cantina giovane, piccola, o poco conosciuta deve necessariamente fare branding se desidera rimanere a lungo nel mercato. Dimenticate i grandi marchi, quelli che hanno fatto la storia del vino italiano, e famosi nel mondo. Bene, quelli oggi sono famosi perché hanno fatto branding in un periodo in cui la concorrenza era molto ma molto meno agguerrita. Oggi il mercato del vino è troppo competitivo e le cantine con un marchio debole o comunque non molto forte devono agguantare ogni opportunità che si presenta per fare branding. E molte di queste opportunità passano anche per il web, con i bloggers. Certo non è possibile inviare a tutti, a destra e a manca, campionature di vino per avere magari una recensione. Perché anche questa attività, che io ritengo assolutamente strategica, deve essere accuratamente pianificata, sia in termini meramente economici che di “tornaconto”. Do ut des!!!

Di seguito un elenco di motivazioni che giustificano l’invio di campionature di vino a bloggers del settore wine & food.

– In Italia, ma volendo possiamo considerare anche tutto il resto del mondo, i wine -writers importanti che scrivono per giornali, riviste, guide, e che presenziano di continuo i vari eventi enoici sono pochi se paragonati al numero di etichette di vino in circolazione nel mercato globale, e quindi la probabilità di essere notati è veramente piccola. E’ poi perché mai dovrebbero scrivere di un vino o di una cantina sconosciuta ai più? Per utilizzare una metafora, e come se avessimo una infinità di films, tutti bellissimi, ma solo un numero limitato di sale cinematografiche. Vi assicuro che i produttori cinematografici più importanti non avrebbero alcuna difficoltà a piazzare i loro prodotti nelle sale cinematografiche più grandi e importanti. Non mi credete? Male! Inviare una campionatura di vino ad un blogger significa comunque fare conoscere il proprio marchio, a prescindere dal numero di lettori del blog scelto. Anche se fosse uno solo il lettore del blog. Il blogger ha comunque contribuito a far conoscere il marchio, e se è stato convincente magari quello stesso lettore alla prima occasione comprerà i vostri vini. Attenzione pero, nella scelta del blogger a cui la campionatura di vino non bisogna soffermarsi troppo e solamente sul numero di visitatori del blog. Infatti quelli che oggi sono piccoli domani potrebbero benissimo essere grandi!

– Quando un blogger pubblica una recensione che vi riguarda, vi offre anche una opportunità incredibile, quella di partecipare ad una eventuale discussione. Infatti, nei blog più grandi non è difficile trovare decine e decine di commentatori. Alcuni a favore del prodotto ed altri magari contro, ma comunque disponibili ad un confronto ancora di più se nella discussione si inserisce la cantina direttamente interessata. In molti casi poi tanti di quei commentatori sono, non dico professionisti, ma sicuramente amanti del vino, e quindi alla prima occasione magari acquisteranno i vostri prodotti, al limite nel caso peggiore avranno memorizzato nella mente in maniera indelebile il vostro marchio.

– In generale tantissimi bloggers non sono stipendiati da tal rivista o tal giornale e quindi sono decisamente indipendenti, il blog per loro è solo un modo di comunicare e lo fanno principalmente solo per passione. Magari in futuro, alcuni di loro diventeranno così bravi e grandi che lo faranno diventare un lavoro vero e proprio, diventando a loro volta stimati wine writers per riviste e giornali, ma sino ad allora saranno solo persone comuni che amano parlare e scrivere di vino. Persone comuni che, non dovendo presenziare un giorno si e l’altro pure eventi enoici vari in giro per l’Italia o per il mondo, escono a pranzo e cena con amici e parenti e sono pertanto dei comuni consumatori di vino come tantissimi altri. E se i vini che avete inviato come campionatura sono piaciuti, vi assicuro che non si farà scappare l’occasione di fare bella figura con i vostri vini, specialmente se hanno un ottimo rapporto qualità prezzo. Credetemi, e così che va il mondo, e questo si chiama branding!

– L’influenza di un blogger non si ferma solo e soltanto nel suo blog. Anzi al contrario, essendo il blogger un vero appassionato probabilmente ne parlerà con altri bloggers del settore interagendo con loro, via Twitter, Facebook, o altri social media, raccontando la sua esperienza con la campionatura di questa o quella cantina. E magari aprirà una nuova discussione anche fuori dal suo blog, e il vostro marchio e i vostri prodotti saranno nuovamente al centro di una discussione. Insomma le occasioni per parlare di voi e dei vostri vini non mancheranno, ne online e ne offline. Evvai!!!

Blogging

Vi sono bastate queste 4 motivazioni per convincervi dell’utilità dei bloggers? No? Allora proverò a darvene qualche altra.

– Nel 99,99% dei casi le pagine web dei blogger si posizionano molto ma molto meglio di quelle dei siti web delle cantine, per svariati motivi, ma eccone subito 3. Il primo è che le cantine non investono quanto dovrebbero in SEO, e spesso si ritrovano con siti web che lasciano molto ma molto a desiderare sotto l’aspetto SEO. Il secondo motivo è che tantissime cantine hanno siti web con contenuti non aggiornati, sempre gli stessi, e vecchi. Bene i motori di ricerca al contrario amano i siti web con notizie fresche, e quelli dei blogger lo sono, visto che pubblicano nuovi contenuti con una certa regolarità. Quest’ultimo per esempio è uno dei motivi per cui consiglio alle cantine di avere sempre un blog aziendale. La visibilità è sempre alla base del successo di un sito web. Il terzo motivo è che un eventuale link proveniente dal blog con la recensione del vostro vino avrebbe una influenza positiva anche sul posizionamento del vostro sito web all’interno dei motori di ricerca. Quindi più recensioni, più links. Più links, più in alto sarà il vostro sito web nelle SERP dei motori di ricerca. Più il vostro sito web sarà in alto nelle SERP e più visitatori avrete, e via discorrendo.

– Si lo so, alcuni dei vostri vini sono eccezionali. Avete preso 95 punti da Robert Parker, e Tre Bicchieri dal Gambero Rosso. Avete avuto il vostro bel momento di gloria, bene. Ma quel momento di gloria non è eterno, magari il prossimo anno non avrete tutta questa attenzione, ed in ogni caso già subito dopo un mese ci sarà la stessa rivista che parlerà di un vostro concorrente, e quella in cui eravate giacerà in un cassetto. Ma secondo voi il ristoratore, o l’enotecario, o anche il comunissimo consumatore appassionato di vino se desidera qualche informazione su un determinato vino o su una determinata cantina va a sfogliare le riviste, i giornali, e le guide? O al contrario va su Internet? Io penso proprio che andrà su Internet a cercare quelle notizie. E secondo voi presterà più attenzione a quello che troverà sul vostro sito, spesso pieno di tanti bla bla bla, oppure leggerà attentamente le recensioni di terze persone? Per esempio i bloggers che nulla hanno a che vedere con voi? Secondo voi farà una più bella figura una cantina con tantissime recensioni o una che non se la fila nessuno?

Insomma di motivazioni valide ne potrei trovare tantissime altre, ma penso che queste siano sufficienti. Vi lancio una sfida però. Secondo me inviare campionature di vino ai bloggers ha solo vantaggi e nessuno svantaggio. Vi sfido a postare qui commenti e a dimostrarmi eventuali svantaggi ad adottare una strategia di branding che sfrutta i wine bloggers.

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10 Commenti

  1. Ciao Fabio, siamo stati contenti della tua prima recensione del Primolupo 2010 (attendiamo le altre!).
    Penso sia importante inviare i campioni a chi di vino ne capisce (blogger, sommelier, enologi, etc.). La cosa essenziale è che il giudizio sul vino provenga da persone capaci e che non vi siano pregiudizi (in negativo o in positivo) sui prodotti e sull’azienda. A presto.
    Antonello

    http://cantinelupo.wordpress.com/

    • Prego Antonello, comunque conta anche il giudizio dei consumatori, anzi soprattutto il giudizio dei consumatori, che alla fine sono quelli che comprano veramente il vino. Nel vostro caso io non mi preoccuperei visto la fascia di mercato in cui operate, il mio giudizio è veramente positivo, ma è anche vero che si basa solo su un vino il Primolupo.

  2. certamente conta moltissimo il parere dei consumatori.
    io mi riferivo genericamente all’invio dei campioni ai tecnici del settore che sono coloro ai quali si richiede un parere “qualificato”.

    saluti e buon lavoro!
    antonello

    p.s. dovrei essere in olanda a fine settembre: magari riusciamo a vederci, dovrei partecipare ad una degustazione organizzata dal nostro importatore.

  3. Ciao Antonello, se non sarai troppo lontano da dove abito io possiamo anche provare a verderci, però io odio guidare, e l’ideale per me sarebbe a distanza di bici :)

  4. mah, secondo me quella cantina ha fatto benissimo a rispondere così. Se tu avessi un ristorante e un blogger ti dicesse “mi fai mangiare gratis così ti faccio la recensione?”
    Che tutta la vita sia un “do ut des” è molto discutibile: esiste anche un’etica che limita il do ut des e poi non tutto è do ut des, ad esempio esistono molti blogger che recensiscono vini senza chiederli! E allora quelli sono stupidi?? :-)

  5. Ciao Hamlet, forse hai letto male. Per me la cantina che rifiuta di mandare campioni a chi li chiede fa benissimo. La mia critica nasceva dal fatto che la cantina sopra citata preferirebbe “…che il contatto con l’azienda per la campionatura avvenisse dopo la valutazione del prodotto e con una richiesta motivata da un progetto promozionale o da attività on line”. E’ qui l’inghippo, vogliono vedere prima il loro tornaconto. Per quanto riguarda i bloggers che recensiscono i vini senza chiederli per me non sono stupidi, perché io appartengo alla categoria in questione. E ti assicuro che in circolazione non ce ne sono molti. Per il sottoscritto anche la sola ospitata in cantina, a spese della cantina intendo, è un “Do ut des”. Anche il giornalista professionista che scrive di vino, non solo non deve chiedere il vino, ma neppure deve avere relazioni di alcun tipo con la cantina, e non deve farsi ospitare o pagare per un qualsiasi motivo. Si lo so, forse esagero, ma questa è l’unico modo per essere veramente onesti da entrambi le parti. Io per esempio vado fiero della mia indipendenza e onestà, ho un portale http://www.bereilvino.it con oltre 100.000 visitatori unici all’anno, e nonostante ciò non c’è un solo produttore che può dire di conoscermi e di avermi mai visto. Ti dirò di più, rifiuto ( gentilmente si capisce) sempre tutti i loro inviti, e anche quando capita di incontrarli magari al Vinitaly per fare un esempio, io mi presento come un semplice visitatore, senza fare cenno su chi sono, cosa faccio, etc. etc. e credimi il loro atteggiamento e comportamento nei confronti del signor nessuno di turno è ben diverso di quello che avrebbero con il giornalista “famoso” che hanno ospitato diverse volte, o ancora peggio a cui hanno dato la mazzetta per una recensione. Detto questo, riepilogando, il wine blogger (ma vale anche per i giornalisti) non devono mai chiedere il vino alle cantine, mentre le cantine che decidono di inviare liberamente dei campioni di vino non devono pretendere nulla in cambio, neppure la più piccola recensione.

  6. Buonasera,
    sono Elena ho 45 anni e sono nata in una cantina, devo ringraziarti per questa puntualizzazione sui blogger e il vino.
    Sono anni che mi sento dire che i miei vini sono ottimi, ma che siamo un’azienda piccola, che non abbiamo la forza per entrare in certe guide o in certe riviste.
    Come hai detto tu la concorrenza è elevata e non è facile piazzare il proprio prodotto.
    Ci proviamo spesso partecipando a fiere, soprattutto all’estero, ma pochi ti considerano se non sei blasonato.
    Mi fa piacere che ci sia un altro canale come il tuo per farsi conoscere.
    Grazie
    Elena

    • Ciao Elena, piacere di conoscerti. Purtroppo è la dura legge del mercato, e se si vuole emergere non basta fare tutto bene, ma bisogna fare molto di più dei concorrenti, e soprattutto avere una bella dose di fortuna, magari incontrando le persone giuste, nel momento giusto, e nel posto giusto. E tutto questo non è possibile farlo senza investimenti di denaro e soprattutto di tempo. Le piccole cantine dovrebbero avere solo più coraggio e osare molto di più. Al giorno d’oggi stare fermi ed aspettare senza fare nulla non porta a risultati tangibili. E soprattutto quando i risultati non arrivano bisognerebbe anche chiedersi il perché, insomma porsi delle domande. Dove sbaglio? Che cosa posso migliorare? Comunico correttamente con i consumatori, oppure no? I prezzi sono giusti? Le etichette sono belle per il mercato attuale? Chi sono i miei clienti ideali? Sto utilizzando il canale commerciale giusto? Il mio sito web lavora per me mentre io dormo? Queste sono solo alcune domande, ma se ne potrebbero fare decine di altre che potrebbero aiutare l’azienda a trovare la strada giusta verso il successo, che comunque non sarà mai immediato.

      P.S. Ti scriverò anche una email.

  7. Salve,
    mi permetto di intervenire da Wine Blogger, che riceve con buona costanza campioni, ma che non li richiede esplicitamente, se non in casi di degustazioni multiple/didattiche.
    In realtà il do ut des è relativo, specie se si segue un’etica di rispetto non solo delle cantine, ma anche e soprattutto dei lettori/consumatori.
    Io personalmente acconsento all’invio di campionature premettendo che le mie recensioni/impressioni riguardo Vini e Cantina non sono un automatismo conseguente alla degustazione, bensì avvengono sono in caso di sensazioni positive e di potenziale interesse nei confronti di quella realtà da parte mia e dei winelovers che seguono http://www.wineblogroll.com.
    E’ importante nella comunicazione in generale ed in quella del Vino ancor di più che ci sia un lavoro di squadra basato sul rispetto reciproco tra media/giornalisti/bloggers/critici e produttori/vignaioli/cantine. Questo perché l’uno è fondamentale per l’altro e viceversa: il Vino se non lo si fa conoscere non si vende e non acquisisce notorietà/reputazione positiva e il Wine Blogger senza i produttori non avrebbe senso di esistere e di certo non potrebbe scrivere di Vino.
    Ovviamente io parlo di articoli/redazionali/guest posts scritti in maniera indipendente e gratuita, cosa diversa avviene nei blog promozionali dove si paga un costo per avere una recensione, cosa che io non faccio, ma che non è poi così differente dalla pubblicazione di redazionali promozionali su riviste o magazine cartacei, con la sola differenza che sul web tutto resta a tempo indeterminato mentre ciò che è scritto su carta è destinato ad essere cestinato. L’importante a mio modo di vedere è che i post meramente pubblicitari, ovvero quelli redatti dietro compenso, vengano semplicemente dichiarati come sponsor post, in modo che l’utente possa sapere a priori che leggerà un articolo “acquistato”.
    Poi sta a wine blogger, produttore di Vino e lettore decidere come comportarsi in questo strano e variegato marasma del web.

    F.S.R.

    • Ciao Francesco, anch’io con il mio portale http://www.bereilvino.it non chiedo mai campioni di vino, e vivendo all’estero sono davvero pochi quelli che ricevo. In ogni caso, quando ricevo dei campioni di vino una recensione dei vini ricevuti la garantisco quasi sempre, perché ritengo giusto ricompensare la cantina dei costi sostenuti per inviare la campionatura. Quelle pochissime volte che non scrivo nulla, è perché il livello qualitativo dei vini non si è avvicinato neppure alla sufficienza, ma in ogni caso lo comunico alla cantina, anche se poi un po’ ci rimangono male.

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