Crisi economica: Povera Italia, tutta!

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Quasi due anni fa ho scritto un articolo dal titolo molto simile, allora il titolo era Crisi del Vino: Povera Italia! Vi esorto a leggerlo. Oggi a distanza di circa 22 mesi le cose non sono cambiate, anzi direi che sono peggiorate per tutti, non solo per le tante cantine italiane, ma in generale per tutta la popolazione italiana. Anche se vivo ormai da tanti anni in Olanda, non ho mai tagliato il cordone ombelicale che mi lega al mio bel paese di origine, l’Italia. Seguo pertanto giornalmente le notizie politiche ed economiche italiane, e mi tengo in contatto con la mia famiglia che mi raccontano delle loro difficoltà giornaliere, che poi sono anche le mie visto che dal punto di vista economico siamo praticamente soci. Abbiamo anche un piccolo ristorante a conduzione familiare a Belmonte Mezzagno, un paese alle porte di Palermo. Il fatturato come è facile immaginare è a picco, per fortuna non abbiamo dipendenti, e quindi non abbiamo anche il problema di dover licenziare persone mettendoli poi nei guai a loro volta.

Insomma una situazione difficile. Non sto qui ad elencarvi tutte le cose che non vanno bene in Italia, non basterebbe nemmeno una giornata. Posso solo dirvi che l’Italia è chiaramente entrata in un circolo vizioso recessivo che durerà diversi anni. Spero con tutto il cuore di sbagliarmi. Una crisi economica causata da una classe politica fatta di mascalzoni, e incapaci di primissima categoria, e che non ha eguali in altre parti del mondo. Ma causata anche da tantissime persone che magari non sono mai stati politici ma che comunque hanno sempre e solo guardato al proprio tornaconto, senza rispettare regole e persone, con solo un obiettivo, quello di arricchirsi. La vedo durissima per il futuro dell’Italia, davvero. Una pressione fiscale in aumento, che ha ormai raggiunto livelli di indecenza. Un governo, quello attuale, di professori (li chiamano così, no?) di incapaci, assolutamente non in grado di dare una soluzione al problema Italia. E’ proprio vero che, quelli che sanno e sanno fare, fanno, mentre quelli che sanno e non sanno fare, insegnano. Cioè sono professori. E’ adesso anche politici.

Boh, la vedo proprio dura per l’Italia, e purtroppo anche per il resto d’Europa, perché se affonda l’Italia vi assicuro che affondano tutti. Come già detto, pressione fiscale esorbitante, aumenti dei costi, gas, benzina, elettricità, solo per dirne alcuni, IMU, e molto altro ancora. Ma voi cantine come vi comporterete? Aumenterete anche voi i prezzi delle vostre bottiglie? Vi faccio notare che il prezzo medio di acquisto al ristorante è in continua diminuzione. Se poi a tutto ciò aggiungete che anche il numero di clienti è in calo vi lascio immaginare quanto difficile sarà anche per le cantine nei prossimi anni. Lo stesso dicasi per le enoteche, winebar, ed altre attività similari. Tanti di voi magari risponderanno, beh noi puntiamo sull’export. L’export dopotutto è in crescita. Ma questa è una verità a metà. I dati che ci propinano periodicamente su un export in crescita rappresentano solo una piccolissima parte del tessuto vitivinicolo nazionale. In generale sono dati ricavati dai grandi gruppi vitivinicoli, che nulla hanno a che fare con la maggior parte delle cantine italiane che sono a conduzione familiare e di dimensioni decisamente più piccole. Per tutte queste cantine affrontare l’export non è facile, le cantine più grandi hanno le conoscenze giuste e i canali giusti per crescere, ma le cantine piccole?

Le cantine piccole hanno un vantaggio, che quelle grandi però non hanno, una maggiore adattabilità in periodi di crisi, una velocità di risposta in teoria molto più rapida delle grandi cantine, ma soprattutto la possibilità di entrare in contatto diretto con le persone comuni, i consumatori. Per rubare una frase di Charles Darwin: Non è la specie più forte a sopravvivere, e neppure quella più intelligente, ma è la specie che si adatta più velocemente ai cambiamenti. Morale della favola? Non continuate a fare esattamente e solo quello che per voi ha funzionato in passato. Evolvetevi, e adattatevi velocemente ai nuovi scenari economici e sociali, senza perdere tempo. L’immobilismo non ha mai aiutato nessuno. Se volete puntare sull’export, fatelo! Ma fate gruppo. Non dimenticate il mercato nazionale però. E’ soprattutto utilizzate la rete, ma seriamente. Usate tutte le opportunità che la rete vi offre, ma ora e non quando sarà troppo tardi.

Charles Darwin - The origin of species
Charles Darwin - The origin of species

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6 Commenti

  1. La crisi economica di oggi è molto diversa da quelle del passato, e anche più difficile da superare rispetto a quella del ’92 per non andare troppo lontani. Quella era per esempio una crisi che riguardava l’Italia, e io figuriamoci non me ne sono neppure accorto, e quindi non è stata così grave. Questa crisi invece è più ampia e interessa parecchi paese, e non credo che facendo bene e innovando si possa superare, la garanzia non c’è, perché i risultati dipendono anche da tanti altri fattori. Tuttavia bisogna continuare a investire altrimenti si rischia di rimanere indietro. Ma non dobbiamo investire solo sul Made in Italy, bisogna investire soprattutto sugli italiani.

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