Arcipelago Muratori e Cantine Barbera, gemelli separati alla nascita

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Conquistare dei nuovi clienti per una cantina oggi è difficile già di suo a causa della forte concorrenza. Ed ancora, in un mercato altamente competitivo come quello vitivinicolo perdere clienti è sin troppo facile, quindi non vi serve avere un sito web aziendale fatto male e poco professionale. Il sito web è il cuore della vostra comunicazione aziendale, e per nessun motivo deve essere trascurato. In particolare il suo design, inteso come aspetto grafico, deve essere unico e riconoscibilissimo dal visitatore del sito e dai clienti. Certo avere un sito web dal design unico e professionale costa un bel mucchietto di soldi, ma per carità in presenza di piccoli budget da destinare al sito web aziendale evitate comunque di rivolgervi al conoscente o ad un web designer alle prime armi. Oggi è veramente difficile per tutti portare a casa la pagnotta per sfamare la famiglia, si deve lavorare molto ma molto di più per guadagnare solo una porzione di quello che si riusciva a guadagnare solo fino ad una decina di anni fa.

Questo discorso vale per tutti i settori, incluso quello del web design. Per fortuna nel web design esistono i temi (themes), che altro non sono che dei siti web già belli e pronti che fanno risparmiare anche un mucchio di tempo al web designer. E il tempo, come tutti noi sappiamo, è denaro. Quindi basta cambiare un bel po’ di cose nei temi, e il sito web è pronto per il cliente. Tuttavia alcune volte non è facile e neppure sufficiente fare delle piccole modifiche ai temi per dare al sito web del cliente un aspetto unico. In questi casi si corre il pericolo infatti di avere un sito web praticamente identico a quello di un’altra azienda. Nel caso limite, e per quanto mi riguarda peggiore, uguale quello di un tuo diretto concorrente. Ed è proprio questo caso limite che vi segnalo oggi. Ovvero i siti web di Arcipelago Muratori e Cantine Barbera. Due siti web praticamente gemelli. E lo faccio non per parlare male delle due cantine, e neppure per parlare male di coloro che hanno realizzato i due siti web, ma solo per far capire a tutti quanto sia difficile oggi stare sul mercato per tutti noi, indipendentemente dal settore in cui si opera.

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11 Commenti

  1. Caro Fabio (possiamo darci del tu spero),

    Noi non ci conosciamo direttamente, ma vedo che hai avuto modo di visionare il nostro sito.
    Intanto ti ringrazio per aver impiegato del tempo a visitarlo: con le tonnellate di informazioni che ogni giorno vengono scaricate sul web, oggi è molto difficile avere un po’ di visibilità. Da ciò desumo che – permettimi la battuta – forse non è fatto così male, se sei riuscito a trovarlo!

    Mi permetto quindi di rispondere “a caldo” ad alcune osservazioni, alcune delle quali condivido, altre un po’ meno.

    Il design del sito, inteso come aspetto grafico, DEVE essere unico e riconoscibilissimo dal visitatore del sito e dai clienti. Concordo con te: il design deve essere riconoscibile e aggiungo: esistono moltissimi grafici e bravissimi tecnici che te ne fanno uno unico ed inimitabile per una cifra che va dai 5.000 ai 10.000 euro.

    Cantine Barbera aveva un sito di questo genere, costato una cifra compresa fra i due estremi che ho citato. Sai cosa? Me ne ero proprio stancata. Un sito “fashion”, finto, che comunicava tutto tranne che il lavoro che facciamo ogni giorno per produrre il vino. Cosa che, spero, invece emerge dal nuovo sito, nel quale le informazioni vengono aggiornate di frequente direttamente da chi in cantina ci lavora ogni giorno.

    In questo settore, stare sul mercato è difficilissimo non perché il sito dell’azienda tal dei tali sia più bello di quello dei concorrenti, ma perché il mondo del vino è molto complesso, a partire dalla produzione fino alla vendita.

    Il sito ti rappresenta, è vero, ma non soltanto perché è graficamente accattivante: ti rappresenta perché nel sito ti presenti come sei, con i tuoi lati positivi e negativi, con le tue ingenuità, i tuoi sogni, i progetti, il tuo modo di essere.

    Il sito web è come un libro, nel quale l’Autore (non il biografo, che riporta le parole d’altri, ma l’Autore) racconta se stesso attraverso le storie che scrive. La copertina può essere anche economica, ma l’emozione, se è un bravo Autore, ti arriva dalle parole che ci sono dentro, dai contenuti.

    In un vino, quello che conta è dentro la bottiglia, non fuori. E credo che le parole che noi produttori utilizziamo per raccontarlo, se sono pensate e scritte da noi, siano più importanti del colore del template.

    Grazie.

    Marilena

  2. Ciao Marilena, certo che puoi darmi del tu, anzi mi fa solo piacere, anche se non ci conosciamo personalmente. Ne approfitto per farti i complimenti, tu sì che sei una vera Donna del Vino, perché seriamente impegnata in prima persona per la tua azienda. Sai te lo dico perché in Italia ce ne sono tantissime Donne del Vino, solo sulla carta però, perché nella realtà nelle loro aziende hanno solo ruoli marginali. Invece tu ci metti la faccia in prima persona, e non solo quello, e questo è veramente bello e ti fa onore.

    Per quanto riguarda invece la tua risposta al mio post che devo dire? Il tuo discorso non fa una grinza, ma non si tratta solo dell’aspetto grafico del sito. Ci mancherebbe!! Sai ce ne sono così tanti siti web inguardabili che il tuo a confronto sembra un capolavoro. Però il problema è che i due siti sono praticamente gemelli. Io l’ho potuto notare perché visito i quasi 4.000 siti web di cantine presenti nel mio archivio almeno 2 volte l’anno. Molto ma molto probabilmente altri non lo noteranno mai, perché non hanno la stessa conoscenza che ho io della rete e delle cantine italiane. Io però l’ho notato e ne ho parlato qui sul mio blog. In ogni caso ci tengo a precisarlo, e dal mio post è anche chiaro, la mia non era una critica, ma semplicemente una osservazione.

    Credimi però, se ti dico che un sito bello graficamente, con contenuti di qualità, una architettura costruita adhoc per i motori di ricerca, e una discreta strategia online alle spalle può fare veramente la differenza. Certo come dici tu alla fine conta il contenuto che c’è dentro la bottiglia (io ci aggiungerei anche il prezzo, e qualche altra cosina), ma se non scocca la scintilla tra il consumatore di vino e la cantina di turno, il vino per quanto buono rimarrà in magazzino. E’ su Internet il potenziale cliente senza quella scintilla non prenderà mai l’iniziativa, tipo contattare la cantina per avere un listino prezzi.

    Ciao, e torna a trovarmi presto.

  3. Aggiornamento… questa mattina guardando le statistiche ho notato che diverse visite puntavano a questa pagina come pagina di destinazione, e le visite provenivano da facebook, e dall’articolo apparso su vinix http://www.vinix.com/myDocDetail.php?ID=5424&lang=ita. Bene voglio chiarire semplicemente una cosa, io non mi reputo un esperto di web marketing o web-qualcosa, anche se ci lavoro con queste cose, e sto dietro al computer almeno 12 ore al giorno. Ma soprattutto voglio chiarire che lo scopo del mio blog non è la “promozione” dei miei servizi come qualcuno ha detto (senza malizia), perché da nessuna parte, e ripeto nessuna, c’è scritto che offro servizi web di alcun tipo. Anche se vi confesso che ti tanto in tanto qualcuno mi contatta, ma io non li prendo neppure in considerazione, almeno per il momento :)

  4. Caro Fabio,

    Grazie per la tua risposta.

    Il tuo commento mi è stato molto utile perché, dopo la tua segnalazione, sono andata a guardare il sito di Arcipelago Muratori.

    Il template è identico perché sicuramente è stato scaricato dallo stesso sito di templates gratuiti (io l’ho fatto, e quindi è probabile che l’abbiano fatto anche loro).
    Mentre, per quanto riguarda i contenuti, i due siti sono, secondo me, molto diversi.

    Il mio è un sito più personale che aziendale, che mira a raccontare la vita e l’esperienza di una piccola azienda vinicola attraverso le parole del produttore, le mie. Tutti i post sono scritti da me, sia in italiano che – come forse si evince dalla voluta non professionalità delle traduzioni – in inglese.
    Quello dell’altra azienda, per quello che ho avuto modo di capire, è invece un sito prevalentemente orientato alla vendita dei prodotti selezionati da aziende provenienti da differenti regioni italiane.

    I linguaggi sono diversi, l’obiettivo è differente.

    Quello che mi chiedevo, forse senza riuscire ad esprimere chiaramente il mio pensiero, è quanto conti la sola “copertina” nell’approccio al web. E in particolare: basta solo che due templates (confezione, copertina) siano strutturati nello stesso modo perché due siti vengano percepiti come identici anche se linguaggio, contenuti e approccio sono molto diversi? E quindi è’ possibile che due aziende che utilizzano una “copertina” simile possano essere giudicate, alla fine, identiche nella sostanza?

    Per 4 anni ho utilizzato un sito (diverso da quello di oggi) in cui, per la complessità del template e per il sistema operativo utilizzato, non era praticamente possibile fornire informazioni aggiornate, dirette ed informali. Per cui, lo scorso anno, ho letteralmente buttato il sito vecchio, costato dei bei soldini, per creare da zero ed autogestire uno spazio in cui sentirmi più libera. Solo e soltanto mie tutte le ingenuità e gli errori di programmazione, compreso l’utilizzo di un template non originale.

    Il mio obiettivo è quello di rapportarmi con chi, professionista o no, cerchi delle informazioni sulla mia azienda anche senza avere come primario obiettivo l’acquisto dei prodotti. E cerco di farlo in maniera semplice ed informale, cercando una relazione diretta con chi mi legge, senza forse preoccuparmi troppo della “confezione”, ma con molta più attenzione al contenuto.

    E’ per questo che mi chiedo, da non esperta di web marketing (scusami, ma secondo me tu lo sei, e senza ironia): è possibile oggi instaurare una relazione “sociale” sul web che superi il concetto tradizionale di “immagine” e che si basi principalmente sulla personalità e sull’identità sia del prodotto che del produttore? E’ pensabile che il vino venga visto non solo come una commodity, in cui gli aspetti di attrattività, moda, ammiccamento hanno una grande importanza (pensiamo alla pubblicità tradizionale), per soffermarsi su valori e contenuti più profondi?

    Sono sinceramente convinta che questa è la direzione corretta per la mia azienda. Ma, naturalmente, questa convinzione passa anche attraverso le critiche (costruttive, come la tua e quelle di altri che hanno scritto su questo argomento) e gli aggiustamenti che ogni giorno sento la necessità di apportare dopo aver avuto la fortuna di ascoltare il punto di vista di chi ha più esperienza di me.

    Grazie ancora, e spero di potermi confrontare ancora con te su questi argomenti.
    Marilena

  5. Ciao Marilena, ti confesso che adesso ho un pò di senso di colpa, non era mia intenzione creare un tale buzz online, ne qui ne altrove. E lo ripeto nuovamente, il mio post non è una critica ne verso le cantine ne verso coloro che hanno materialmente creato i due siti web. Ho solo fatto notare una curiosità. Quindi ti prego non modificare nulla nel tuo sito, non è necessario, e non pensarci più. La probabilità che la medesima persona visiti i due siti è prossima a zero. Quindi tranquilla :)

    Per rispondere per bene a tutte le tue domande ci vorrebbe un convegno adhoc con una decina di professoroni universitari tra relatori e moderatori vari. Ma noi siamo persone semplici e allora ci accontentiamo di parlarle così come si fa tra amici.

    Premessa. Arcipelago Muratori è un progetto dell’azienda dei Fratelli Muratori volto a valorizzare produzioni vinicole in alcune zone italiane. In poche parole è una cantina vera e propria, ma al contrario della tua, con diverse tenute di proprietà in alcune regioni italiane. Quindi comunicate la medesima cosa, magari in maniera diversa, ma pur sempre la stessa cosa. E soprattutto l’obiettivo è lo stesso, vendere il vino prodotto. Nessuno di noi vive di aria.

    Quanto conta la sola “copertina” nell’approccio al web? Tantissimo, questo però non vuol dire che per avere successo la “copertina” deve essere sempre perfetta. Le variabili in gioco sono tantissime. Un sito web deve essere “sticky” che in inglese significa appiccicoso. Però non in senso negativo ma al contrario inteso in senso positivo. Quando un visitatore capita nel sito web di una cantina, e non intendo quelli già clienti o gli amici, ma uno nuovo e potenziale cliente. Bene, in questo caso la cantina ha una sola chance per fare una bella impressione al visitatore di turno del sito. Il sito web deve essere tale da invogliare il visitatore ad intraprendere un’azione, che potrebbe essere quella di registrarsi nella newsletter, lasciare un commento nel blog aziendale, comprare qualcosa, richiedere un listino prezzi per e-mail e così via. Pensa che ci sono studi che dimostrano l’influenza dei colori del sito sul traffico web dello stesso sito. Sulla Rete non hai la possibilità di far assaggiare i tuoi vini, e allora il visitatore deve essere “colpito” con altri argomenti. E poi guardati in giro, non vedi che tutto gira sull’apparenza?

    E’ possibile oggi instaurare una relazione “sociale” sul web che superi il concetto tradizionale di “immagine” e che si basi principalmente sulla personalità e sull’identità sia del prodotto che del produttore? Certo che è possibile, ma solo dopo che hanno provato i prodotti. Ma per far provare loro i tuoi prodotti prima li devi convincere. E purtroppo non sei l’unico uccellino del bosco, ce ne sono migliaia di altri che cinguettano e dicono praticamente la stessa identica cosa, ed alcuni anzi la dicono anche più forte. E ritorniamo cosi nuovamente alla domanda precedente. Per attirare la loro attenzione devi avere il cinguettio più melodioso, le piume più belle e colorate, etc. etc.

    E’ pensabile che il vino venga visto non solo come una commodity, in cui gli aspetti di attrattività, moda, ammiccamento hanno una grande importanza (pensiamo alla pubblicità tradizionale), per soffermarsi su valori e contenuti più profondi? Solo da un piccolissima parte dei consumatori di vino. Infatti, possiamo benissimo pensare al comportamento dei consumatori di vino in fase di acquisto come distribuito secondo una curva normale. Bene, una piccolissima parte della popolazione (posizionati ad un estremo della curva normale) sarà sicuramente interessata al prezzo e alla qualità del vino ma anche ad aspetti più profondi come il territorio, la passione del produttore, il rispetto dell’ambiente, e via discorrendo. Una grossissima parte della popolazione (quella a cavallo della media) sarà interessata solo al prezzo e alla qualità, e non gliene importerà nulla degli aspetti più profondi. Infine, ancora una piccolissima parte della popolazione (quelli all’estremità opposta della curva normale) non gliene importerà letteralmente un fico secco, neppure del prezzo e della qualità, è sufficiente scrivere sulla bottiglia “vino”.

    A presto e buon lavoro.

  6. Ciao Fabio,

    Il buzz on line è cosa buona e giusta :) soprattutto se serve per confrontarsi, e ti ringrazio per avermi spinto, con il tuo post, a farmi domande che mi sono servite per approfondire un tema che mi interessa – e soprattutto mi serve per il mio lavoro.

    Non conoscevo Arcipelago Muratori e forse mi sono lasciata influenzare dal largo spazio dedicato nel loro sito allo shop online, che mi ha fatto erroneamente credere che fosse una selezione di vini…

    In questo hai ragione tu: struttura, colori e forma influenzano l’idea che i visitatori si fanno dell’azienda che sta dietro ad un sito e sicuramente sono la scintilla che li spinge ad intraprendere un’azione. Però la strategia dovrebbe dipendere dall’obiettivo finale. Se la mia azienda producesse 10 milioni di bottiglie dovrebbe andare a colpire la parte dei potenziali consumatori che si trovano, come dici, all’estremità opposta della curva, quelli che non dedicano molto tempo ed energie ad approfondire i concetti di territorio, passione del produttore, rispetto dell’ambiente, etc.

    In una dimensione così piccola e “specializzata” come la mia, questi potenziali consumatori forse non acquisterebbero le mie poche bottiglie nemmeno se fossero le più buone, belle ed attraenti del mondo, soprattutto per i vincoli derivanti dai canali di distribuzione ai quali ho (al momento) accesso. Probabilmente, nemmeno quelli (molti di più) che sono a cavallo della curva.

    Quelli sull’altro estremo sono i più difficili, perché non basta l’immagine a conquistarli e il lavoro sulla qualità e l’identità deve essere vero, coerente e continuo. Però sono quelli che ti danno le maggiori soddisfazioni…

    PS: se un giorno ci incontreremo, mi piacerebbe molto discuterne ancora con te dal vivo :)

  7. Ciao Marilena, si è vero, il buzz è una cosa buona, ma per il sottoscritto che ama la vita tranquilla e non è “social” può essere un problema :).

    Il mercato vinicolo è troppo competitivo, e quindi vendere il vino è sicuramente un lavoraccio. L’esempio della curva normale che ti ho fatto è un tantino semplificato, le variabili in gioco anche li sono tantissime. Una strategia che si è dimostrata di successo per una cantina non vuol dire che sia buona anche per altre cantine. Spesso mi è capitato di sentir lamentare cantine perché non riescono a vendere (ho hanno serie difficoltà a vendere) i loro vini anche nella loro regione. E lo fanno con domande del tipo… ma come è possibile i miei vini sono più buoni e hanno un prezzo uguale o inferiore a quelli di quel marchio, e io non riesco a vendere i miei vini in quella città on in quel posto la? E la risposta è semplice, il posizionamento del marchio in un mercato, che sia piccolo o meno, non si fa esclusivamente su caratteristiche come prezzo e qualità. Questo è un errore molto comune tra le cantine. Il successo di una cantina dipende dal buon posizionamento del marchio nel mercato, e questo posizionamento non si può basare esclusivamente sul prezzo e la qualità. E la comunicazione dove la mettiamo? Tu lo sai meglio di me, vini di pari qualità e prezzo a quelli tuoi sul mercato ne circolano parecchi, centinaia. Come fa allora il consumatore a scegliere il vino? Ti faccio ancora un piccolo esempio, e poi chiudo. Tu sei una donna, immagina adesso di avere davanti a te 100 bellissimi uomini (se ti piacciono gli uomini, altrimenti metti le donne, io non lo so) che dicono tutti la medesima frase “io sono il più intelligente e il più divertente”. Capirai che in queste condizioni anche per te sarebbe difficile sceglierne uno, quello giusto. Sono sicuro che ti piacerebbe sentir dalle loro bocche anche qualcos’altro per fare la tua scelta, non è vero? Ovvero ti piacerebbe comunicare con loro almeno un po, e non basare la tua scelta solo su quello che vedi e hai sentivo in una frase. In poche parole… comunicazione! Ma non è la sola caratteristica da prendere in considerazione.

    Adesso ti auguro buon lavoro.

    P.S. E’ difficilissimo incontrarsi, vivo all’estero, comunque non si sa mai il mondo si dice che sia piccolo alcune volte :)

  8. Ciao Fabio,

    scusami allora se ho provocato il buzz … ma pensavo che, dal momento che ti occupi di comunicazione, non fosse un problema.

    Vendere è sempre una sfida, ma è anche uno dei lati belli di questo lavoro: incontrare ogni giorno persone alle quali puoi trasmettere il significato del tuo lavoro è estremamente gratificante, se poi questo si conclude con una vendita (naturalmente non sempre), allora hai la misura che quello che stai facendo ha un senso anche per gli altri.

    Dei 100 uomini, se sono veramente bellissimi allora è un problema :) …

    Il mondo è davvero piccolissimo, il nostro poi è minuscolo :)

    Buon lavoro anche a te, e grazie.

  9. No, non mi occupo di comunicazione. Non hai notato che non esisto sulla rete, ne su Facebook, ne su Twitter, ne su altri social network, e solo molto sporadicamente posto qualche commento su altri blog del vino. Ti sembra il modo di agire di uno che si occupa di comunicazione? :) Decisamente no. Se guardo ai miei introiti monetari direi che mi occupo principalmente di analisi dei dati, e quindi sono un analista dati.

  10. un saluto a tutti e due. mi e molto piaciuta la vostra conversazione da lontano.
    a fabio, sono un ex ristoratore per circa 40 anni ex somellier dal 1973 e collezionista di etichette vino
    (purtroppo perse in un allagamento) e numismatico, ciao

    • @Licinio, mi fa piacere che ti sia piaciuta la nostra conversazione. Se ti capita compra i vini di Marilena Barbera, sembra essere una persona veramente simpatica.

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