1° giorno di lavori all’Enosimposio Assoenologi Sicilia

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Tante le novità e le informazioni emerse in questa prima giornata di lavori del 16° Enosimposio Assoenologi Sicilia. A partire dalle novità introdotte dal decreto legge 61/2010 in merito ad una nuova visione della qualità, del territorio e della relativa certificazione. “L’IRVV sta lavorando alla definizione di mappe e profili sensoriali per il lavoro che faranno le commissioni di degustazione – ha detto il direttore dell’istituto regionale della vite e del vino, Dario Cartabellotta – l’intesa tra IRVV e Assoenologi consente di approfondire con questo approccio le politiche della qualità”. Giancarlo Moschetti, presidente del corso di laurea in enologia dell’università di Marsala, ha parlato della formazione professionale adeguata, delle novità e del coinvolgimento dei giovani all’associazione. “Moderatore dei lavori – come ha dichiarato il presidente Carlo Ferracane – non a caso è stato un giovane enologo, Massimiliano Barbera, quale espressione di apertura e segno di buon auspicio per il futuro dei giovani professionisti”.

I lavori sono stati avviati dal professore Giacomo Dugo che ha presentato alcuni risultati emersi dallo studio sulla presenza di ammine biogene negli alimenti ed, in particolare, nei vini. Un argomento di attuale interesse per le proprietà farmacologiche e per i problemi fisiologici che possono indurre all’organismo umano. Studiare le ammine del vino è fondamentale per due motivi: il rischio tossicologico associato ad un’ingestione eccessiva di queste sostanze; la possibilità che ci sia una relazione tra il contenuto elevato di ammine, la qualità delle uve usate nella produzione del vino e le condizioni igienico-sanitarie operanti durante il processo di lavoro. È stato osservato che l’impiego di fertilizzanti azotati può indurre un incremento del contenuto di ammine. Generalmente si osserva che i vini rossi contengono più ammine dei vini bianchi e rosè e che la putrescina è l’ammina più abbondante.

Oggi, per venire incontro alla richiesta del consumatore, vengono prodotti vini con un’acidità inferiore che nel passato, con un maggior contenuto di composti fenolici ed una maggiore concentrazione di opportune sostanze aromatiche. Al di la del fatto che la spermina e la spermidina svolgono funzioni essenziali nel metabolismo umano, sono potenziali precursori delle nitrosammine, note per la loro azione cancerogena. Le ammine volatili possono influenzare l’aroma del vino mentre alcune ammine biogene possono manifestare effetti tossici per l’uomo. La presenza di alte concentrazioni di istamina tiramina e 2-feniletilammina nel vino è stata messa in relazione ad emicrania, nausea, vampate, vomito, problemi intestinali e cardiaci, rash cutanei, forte sudorazione e crisi ipertensive. Sono in atto approfondimenti sul tema a partire dallo studio del termine nella letteratura internazionale a sperimentazioni tecniche per vedere, ad esempio, se nelle singole cultivar le tecniche di coltivazione possono portare a variazione di presenza delle ammine biogene.

I ricercatori dell’I.R.V.V. Antonio Scacco e Nicola Guarrera hanno parlato della caratterizzazione di tre Doc della Sicilia Sud-Orientale. È stato avviato uno studio per definire le caratteristiche chimico fisiche e sensoriale delle denominazione d’origine controllata e garantita: Cerasuolo di Vittoria, Moscato di Noto, Moscato di Siracusa ed Eloro, per valorizzare la produzione vinicola siciliana. Attraverso analisi di base, gas cromatografiche e sensoriali. Parzialmente sono state fissati elementi di tipicità. Lo studio è stato promosso dall’IRVV sulle province di Siracusa e Ragusa e rappresenta un punto di partenza per sviluppare una vera e propria carta d’identità delle produzioni vinicole della Sicilia sud orientale.

È stato l’esperto giornalista Fabio Piccoli a presentare la relazione sull’export italiano curata dal dott. Stefano Raimondi dell’istituto del commercio estero. Dati aggiornati e che lasciano ben sperare. L’export italiano raggiunge 165 mercati per un valore di 3,5 miliardi di euro. Il vino rappresenta il 20% dell’export agroalimentare. Nel 2009 la tendenza ha visto l’amento dei volumi ma il calo dei valori. Si sta verificando una ripresa a cui bisogna adeguarsi con una certa organizzazione. Le esportazioni in valore dei primi tre mesi del biennio 2009/2010 passano da 320 a 372 milioni di euro. L’area dei paesi terzi è la prima a reagire alla ritrovata crescita dei consumi del primo trimestre. I conclusione, Piccoli, ha fatto un focus sulla situazione siciliana, anomala e contraddittoria che regista un aumento dell’export al di sotto dell’1%. Ma la tendenza va modificata attraverso una polarizzazione della domanda verso i prodotti della fascia di alta qualità e anche della fascia media veicolati attraverso la GDO.

L’esposizione delle relazioni è stata alternata agi interventi delle aziende sponsor. Sono state l’azienda Garbellotto, l’Imex, la Biotec, l’Enoservice, la Velo Group che hanno preso attivamente parte al convegno. Presente oggi anche il Senatore Salvatore Cuffaro, nella veste di produttore, che è intervenuto in merito alla cattiva gestione del settore che ha portato alla crisi attuale e alle forti contraddizioni. A fine di questa prima giornata di lavori è seguito un dibattito con numerosi interventi degli enologi centrati soprattutto sulla disponibilità di strumenti per sostenere il settore.

Si proseguirà domani con gli interventi di Vito Falco, dir. tecnico U.O. n. 35 di Marsala che parlerà della valorizzazione dei vitigni autoctoni siciliani; Onofrio Corona del dip. Ingegneria Tecnologia Agro Forestali Università di Palermo Facoltà di Agraria, presenterà una relazione dal titolo “Dalla maturazione alla conservazione dei vini rossi”; Mario D’Amico, docente di Economia e Gestione Imprese Agro Alimentari dell’Università di Catania relazionerà sulla filiera vitivinicola in Sicilia, bilancio e prospettive.

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