Manaresi: E’ nata una nuova cantina!

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Una nuova cantina è nata sulle dolci e panoramiche colline di Zola Predosa, a due passi da Bologna nei Colli Bolognesi. Verranno presentati al Vinitaly i primi vini (vendemmia 2009) di MANARESI, che debutta esponendo alla fiera veronese dall’8 al 12 aprile 2010 presso il padiglione 1 Emilia Romagna (stand B14 del Consorzio Vini Colli Bolognesi): si tratta della bollicina autoctona del Pignoletto frizzante Colli Bolognesi doc, del Classico Pignoletto (fermo) Colli Bolognesi doc, e del ‘Duesettanta’, bianco Emilia IGT (a base Sauvignon, con Chardonnay e Pignoletto) che prende il nome dalla diversa esposizione su 3 versanti della collina di Bella Vista (quindi a 270 gradi), su cui sorge l’azienda. Vini bianchi che denotano profumi non banali e una sottile aromaticità varietale, in attesa dei vini rossi (Merlot – in uscita a settembre 2010 – e Cabernet Sauvignon, sono in affinamento).

La cantina Manaresi, dominante gli 8 ettari di vigneti aziendali, con vista su tutta la pianura, su Bologna e San Luca (fino alle Alpi nei giorni limpidi), è da questi giorni operativa a tutti gli effetti. La moderna cantina di oltre 800 mq, dotata di tecnologie di ultima generazione, sorge al centro del podere sulla collina di Bella Vista ed è parzialmente interrata sotto una casa rurale ristrutturata nei suoi volumi originari, limitando l’impatto visivo e garantendo così un ambiente ottimale per mosti e vini. Nella parte antica (primo novecento), lasciata inalterata con i mattoni a vista e il pavimento in cotto, hanno trovato posto i locali per l’affinamento dei vini. Fortemente orientata all’accoglienza e alla vendita diretta, oltre che a ristoranti, enoteche e wine bar (per l’anno di esordio, la produzione si attesta sulle 12.000 bottiglie), Manaresi punta da subito sul legame con il territorio, l’arte e la cultura. Non a caso, Manaresi: come Paolo Manaresi (1908-1991), pittore e incisore, scelto da Giorgio Morandi come suo successore all’Accademia delle Belle Arti di Bologna. Un grande artista del Novecento, al quale la nipote Donatella Agostoni, conduttrice dell’azienda, ha deciso di intitolare la cantina. E non a caso, domenica 30 maggio 2010 Manaresi partecipa all’evento nazionale del Movimento Turismo del Vino Cantine Aperte, che di fatto coinciderà con una grande ‘festa di inaugurazione’ e di presentazione aperta a tutti (con l’evento speciale di una mostra omaggio allo scrittore e regista Mario Soldati).

In prima persona
Donatella Agostoni, di professione architetto, sommelier dal 1998, ha affrontato l’avventura della cantina rimettendosi in discussione in prima persona, ripartendo dalla terra e dall’agricoltura, coadiuvata dalle madre Maria Teresa Manaresi, titolare, e dal marito Fabio Bottonelli, di professione giornalista, laureato in agraria, mentre consulente enologo dei vini 2009 è Barbara Tamburini, toscana, prima donna enologo a lavorare nei Colli Bolognesi.

“Non siamo i professionisti annoiati dalla vita metropolitana che vogliono farsi belli con il vino” – dice Donatella. Dietro abbiamo un progetto imprenditoriale, culturale e di vita. Lavoriamo in prima persona, pur senza abbandonare le nostre professioni, in azienda ci mettiamo le nostre mani e la nostra faccia. Con concretezza, misura, e soprattutto la consapevolezza di dover imparare ogni giorno qualcosa. Sarebbe stato troppo facile delegare tutto, affidarsi unicamente a consulenti di grido, assumere un cantiniere a tempo pieno. Bisogna toccare la terra, sentire la vigna. Ogni pianta è da interpretare. In campagna e in cantina ci sono interventi da decidere, attrezzature e macchine da studiare e da ‘domare’, processi tecnici di cui impadronirsi. Essere imprenditori agricoli vuol dire tutto questo, vuol dire decisioni da prendere, ogni momento, facendo i conti con il clima, la terra, la natura. Perché il vino nasce dall’agricoltura ed è vivo. Naturale per definizione”.

Agricoltura
Nella conduzione agricola, dunque, la parola d’ordine è equilibrio, equilibrio in tutte le situazioni. Ovvero rispetto del naturale equilibrio vegeto-produttivo del vigneto, ottenuto con potature rispettose delle esigenze delle piante, di ogni singola pianta, in questo territorio dei Colli Bolognesi, dove il terreno manifesta diverse componenti e caratteristiche particolarmente interessanti per la complessità dei vini (arenarie, argille, vene ciottolose e calcaree). In sintonia con questa filosofia, si è deciso di conservare i vigneti esistenti al momento del subentro in azienda (nel 2006), intervenendo con azioni soft di miglioramento e non con operazioni drastiche. Per esempio, nel vigneto più vecchio è stato mantenuto il sistema di allevamento originario ‘doppio capovolto’ con potatura a guyot, che si rivela formidabile per assecondare le caratteristiche proprie del vitigno Pignoletto, che in questo modo ottiene catene produttive di grappoli costanti per qualità e quantità, con un’esposizione ottimale alla luce-ombra, che ne esalta l’aromaticità e il frutto. Da questo vigneto, che ben documenta anche un pezzo di storia di viticoltura dei Colli Bolognesi e che di fatto è il più pregiato cru aziendale, sono ricavati i primi vini con la vendemmia 2009, il Pignoletto frizzante Colli Bolognesi doc, e il Classico Pignoletto Colli Bolognesi doc (fermo).

Allo stesso modo, si è deciso di conservare gli impianti esistenti già allevati a GDC, pur essendo questa una forma non più di moda ed erroneamente associata alle alte produzioni di pianura: scelta invece che può rivelarsi vincente, in questi tempi di clima tendenzialmente più caldo: la maggior copertura della chioma protegge i grappoli dal sole troppo violento e mantiene meglio freschezza, acidità e aromi, come hanno dimostrato le prime vinificazioni aziendali di Sauvignon e Chardonnay, sfociate in un blend con Pignoletto per dare vita al Duesettanta, un inedito bianco per il territorio (Emilia IGT).

Visual design
Del tutto particolare il concept grafico e di immagine per il lancio di Manaresi ideato dalla giovane visual designer israeliana Mirit Wissotzky, 28 anni, in collaborazione con la stessa Donatella: elegante, semplice e contemporaneo, richiama i valori dell’azienda e prima di tutto il mondo dell’arte, che da sempre permea la vita della famiglia Manaresi Agostoni. Le etichette dei vini sono…. ‘non etichette’: l’etichetta è semplicemente… il vino: un riquadro lasciato vuoto, che lascia vedere il vino in trasparenza nel vetro della bottiglia, incorniciato da una ‘etichetta’ di carta bianca che gira intorno alla bottiglia. Vi campeggia unicamente l’armonica, vibrante e intensa firma di Manaresi, che di fatto è il marchio dell’azienda. Un bollino tondo di colore diverso per ogni vino è un altro rimando evidente al mondo dell’arte (nelle mostre indica i quadri venduti o prenotati -ndr). Come a sottolineare che è il vino protagonista: “E’ il vino l’opera che vogliamo mostrare”, dice Donatella.

INFORMAZIONI: MANARESI, loc. Podere Bella Vista, via Bertoloni 14-16, 40069 Zola Predosa (BO), tel. 335 7442080, 335 8032189 – www.manaresi.net, info@manaresi.net


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