Vini ad Arte

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Grande successo per Vini ad Arte, Anteprima del Sangiovese di Romagna organizzata dal Convito di Romagna presso il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza. Quasi 1000 presenze, oltre 1800 bottiglie stappate, più di 15.000 degustazioni e 50 giornalisti provenienti da tutto il mondo, dalla Russia alla Polonia, dagli Stati Uniti all’Inghilterra, dalla Germania al Belgio, sono i numeri della quinta edizione di un evento divenuto punto di riferimento per il mondo del Sangiovese. Vini ad Arte infatti chiude le anteprime dedicate alle diverse espressioni di questo vitigno iniziate il 16 febbraio con il Chianti Classico a Firenze.

Siamo molto soddisfatti del bilancio di Vini ad Arte 2010, perché l’evento si sta dimostrando un punto di riferimento per il mondo del vino – afferma Enrico Drei Donà – Le molte presenze internazionali e il pubblico qualificato, dimostrano che si può creare interesse attorno al Sangiovese di Romagna, a patto di lavorare con serietà. Questa è la mission del Convito di Romagna, e ci auguriamo che sempre più aziende del territorio abbraccino la nostra filosofia. Anche chi non ha partecipato all’evento quest’anno ha avuto modo comunque di riflettere sul futuro della nostra denominazione grazie al convegno ‘Sangiovese di Romagna: parlano i mercati’, organizzato dall’Enoteca Regionale Emilia Romagna e in collaborazione con il Convito di Romagna.”

Durante l’incontro si è parlato di mercato internazionale, di new media ma anche della situazione del Sangiovese di Romagna nelle enoteche italiane. Paul Medder di Wine Intelligence, società inglese specializzata in indagini di mercato nel mondo del vino, ha riportato la fotografia dei mercati di riferimento per il vino italiano. Primo dato che emerge è che il Sangiovese di Romagna è ancora una nicchia e che molti consumatori bevono vini da Sangiovese senza conoscere il vitigno. Determinante nella scelta del vino è nel 60% dei casi il paese di provenienza o la regione (Toscana, Veneto etc), mentre solo nel 30% dei casi è determinante la denominazione di origine.

Dall’indagine di Wine Intelligence emerge anche che i singoli mercati seguono logiche diverse e che le aziende non possono quindi adottare un’unica strategia. Germania e Svizzera ad esempio sono mercati internazionali caratterizzati da un consumatore di media età, circa 50 anni, che beve vino abbinandolo principalmente al cibo. In questi paesi la comunicazione deve essere incentrata sui valori di tradizione, qualità e territorio. Negli Usa e in Canada il consumatore è invece più giovane e sceglie il vino in occasioni più informali e non sempre associato al cibo. È necessario quindi che le aziende diversifichino la strategia a seconda del paese obiettivo.

Un mezzo efficace per raggiungere il proprio target sono i new media in particolare internet, come evidenziato da Giampiero Nadali, responsabile del blog Aristide. Oggi la rete, attraverso i social network e i blog, consente all’azienda di dialogare con il mondo e anche conoscere cosa il consumatore pensa dei vini che assaggia. A torto si pensa che il web riguardi solo la comunicazione ma al contrario è oggi un mezzo per fare business “pescando dove ci sono i pesci, non dove l’acqua è più profonda“.

Con il web 2.0 vi è convergenza tra produttore e consumatore e, oltre a conoscere l’opinione di quest’ultimo è anche possibile fare formazione raggiungendo anche destinatari lontani. In internet il vino è più presente di quanto si pensi, ogni giorno avvengono circa 115.000 conversazioni sul vino e il vino rappresenta il 2% delle tematiche trattate nel web. Anche il mondo delle enoteche guarda ad internet con interesse, e alcune di esse hanno trasferito il loro intero business on-line. Di questo ha parlato Giovanni Longo, titolare di Longo Speciality, che ha presentato anche un’indagine sulla presenza del Sangiovese di Romagna nelle enoteche.

Oggi in Italia ci sono 450 enoteche. Quasi la metà di esse ha il Sangiovese di Romagna nella propria carta ed è principalmente grazie alla passione e alla ricerca dell’enotecario se questo vino è presente. I produttori del Sangiovese di Romagna devono lavorare molto sia sui mercati esteri sia sul mercato nazionale. Di questo è consapevole anche l’Enoteca Regionale Emilia Romagna che sta sviluppando progetti di promozione sia sul mercato interno che internazionale, facendo leva sui finanziamenti nazionali ed europei.

L’incontro è stato un interessante momento di lavoro a patto che ora, individuate le criticità, si lavori tutti insieme unendo idee, energie e progettualità. – afferma Gian Alfonso Roda, Presidente Enoteca Regionale – Enoteca Regionale Emilia Romagna oltre a sviluppare i progetti di promozione tradizionali in Italia e all’estero, ha introdotto nuovi strumenti per raggiungere il consumatore. All’estero abbiamo avviato il progetto Incantina, aprendo il primo punto vendita di una catena di locali che presenteranno l’intera produzione vinicola dell’Emilia Romagna in abbinamento con i prodotti tipici regionali e ne promuoveranno l’immagine nei principali paesi esteri di riferimento. Nel web abbiamo aperto una pagina Facebook per dialogare con il consumatore, e abbiamo sviluppato il servizio di newsletter per tenere aggiornate le circa 2000 persone iscritte sugli eventi che realizziamo a Dozza e nelle altre sedi dell’Enoteca. Ultimo nato, oggi in fase di avvio, un circuito di ristoranti impegnati nella promozione della tipicità emiliano romagnola attraverso i vini della nostra regione.”

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