Con il trascorrere del tempo, e con gli effetti della crisi economica che si fanno sentire a tutti i livelli, parecchi responsabili aziendali si chiedono se il marketing tradizionale, così come tutti lo conosciamo, è ancora necessario a garantire anche solo un minimo di successo ad una azienda. La risposta è semplicemente no! L’avvento del World Wide Web, e quindi di Internet ha stravolto completamente il modo di fare marketing nelle aziende. Ovviamente non nelle cantine italiane, che ancora oggi mostrano di non aver capito nulla di come muoversi in una economia moderna come quella attuale. Il mondo del vino italiano semplicemente non ama Internet. Ovviamente esistono sempre le eccezioni.
Internet è imprevedibile, pieno di insidie e di mutamenti inaspettati, è un mondo in cui tutte le regole tradizionali della comunicazione e della collaborazione vengono stravolte di continuo. Oggi i consumatori chiedono sempre di più alle aziende, e non solo in termini qualitativi (purtroppo la qualità del prodotto vino non può essere migliorata all’infinito), ma anche dal punto di vista dell’innovazione, e soprattutto dal punto di vista relazionale. I consumatori chiedono una reale presenza on-line, e maggior interattività con il produttore vinicolo. Per esempio, 10 anni fa, chi avrebbe pensato che essere su social networks come Twitter o Facebook sarebbe diventato quasi un obbligo per le aziende, al fine di gestire i loro marchi?
Se solo Jack Dorsey, creatore e fondatore di Twitter, si fosse presentato 10 anni fa in una banca per chiedere un prestito, spiegando al direttore della banca della sua idea di creare un servizio di social network e microblogging, che fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile tramite messaggi di testo con una lunghezza massima di 140 caratteri, il direttore di banca di turno lo avrebbe buttato fuori a calci nel culo solo dopo pochi minuti. Nel migliore dei casi gli avrebbe riso in faccia come un pazzo. Oggi però sappiamo tutti come è finita, e chi aveva ragione.
Ebbene sì, lo confesso, credo che i titolari e i responsabili aziendali delle cantine italiane siano proprio come quell’immaginario direttore di banca. Semplicemente non credono in Internet. E’ tutto questo lo percepisco ogni volta, o quasi, che provo a contattare una cantina per offrire i miei servizi. Semplicemente li ignorano. Sarà forse il periodo di crisi? Non credo! E’ semplicemente che hanno paura dei cambiamenti. Le cantine italiane in futuro dovranno necessariamente adottare una mentalità nuova, orientata sempre più verso il consumatore. Utilizzando nel miglior modo possibile, tutti gli strumenti che Internet metterà loro disposizione di volta in volta grazie al web marketing.