I Marsala d’oggi. Il Rilancio della tradizione

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Il Marsala si rilancia. Con una produzione di oltre 70 mila ettolitri annui, oggi il vino Marsala mantiene in Italia il primato di vino liquoroso a d.o.c., eppure solo in pochi conoscono le sue potenzialità. Per questo il Consorzio Volontario del Vino Marsala D.O.C. (che dal 1963 associa la quasi totalità delle aziende produttrici) ha scelto – grazie all’ importante finanziamento del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali – di pianificare una campagna di comunicazione su uno dei prodotti più affascinanti e versatili della Sicilia. Il Vinitaly è la prima, importante tappa di questo progetto per un ritorno in grande stile del Marsala e soprattutto per liberarsi da stereotipi e luoghi comuni sul liquoroso più conosciuto d’Italia.

Gli italiani e il Marsala
Due le ricerche quali-quantitative presentate a Verona dal Consorzio.

La  prima, condotta da Astra Ricerche a cura del prof. Enrico Finzi, svela il particolare rapporto tra gli italiani e il Marsala. Partendo da un sorprendente dato sulla sua awareness: il 77% dei consumatori di Vino – pari a 22 milioni di italiani – conosce la DOC siciliana. Il Marsala è quindi uno dei vini più noti in Italia, eppure potrebbe – e dovrà – essere conosciuto meglio. Solo il 42% dei suoi conoscitori, infatti, conosce e può apprezzarne le sue tipologie, sapendo distinguere un’etichetta dall’altra per invecchiamento, gusto, colore. Sono molti di più coloro che ne sottolineano accezioni positive più generali: il suo profondo legame con la sua splendida terra, la sua eccellente qualità, le nuances e il profumo straordinari. Se appare quasi scontato conoscere “il” Marsala, sembra meno comune saper apprezzare “i” Marsala.

La ricerca delinea  il profilo  di chi consuma personalmente il Vino Marsala. Fa parte di un universo di 7 milioni di adulti, è più frequentemente di sesso maschile, ha tra i 45 e i 54 anni, risiede a centro-sud, è diplomato o laureato, imprenditore o salariato, fa spesso uso di Internet. Circa la metà dei consumatori sceglie di bere il Marsala più o meno una volta al mese; l’altra metà si suddivide tra chi lo consuma più volte al mese e chi lo degusta solo una volta all’anno.

Sono in molti ad indicare il Marsala come vino da meditazione, adeguato per essere centellinato in solitudine e, al contempo, come vino strettamente legato alla convivialità, adatto a favorire la compagnia. Un dato estremamente interessante ed originale nel panorama dei vini liquorosi.

Meno diversificate le tipologie di abbinamento gastronomico. E’ estremamente privilegiato il consumo a fine pasto, al momento del dolce, molto meno sfruttate (e, perciò, davvero da scoprire) le sue straordinarie capacità di avvicinarsi ai formaggi, alle carni, al pesce. Curiosa e in controtendenza  la valutazione degli italiani sul prezzo medio del Marsala. Se il 66% degli intervistati lo giudica del tutto equo, c’è un 10% che lo giudica più basso del giusto. Marsala, insomma, sì grazie. Ma c’è grande desiderio di saperne di più. Ben 12 milioni tra i suoi conoscitori chiedono una maggiore informazione e un vero e proprio rilancio, dimostrando e confermando l’amore per uno dei prodotti vinicoli di più antica tradizione, per lungo tempo sinonimo di made in Italy.

Il primo censimento sulla DOC
La ricerca condotta dall’Università degli Studi di Palermo, a cura del Prof. Sebastiano Torcivia, è la prima analisi strutturale delle aziende operanti nella DOC Marsala, un autentico censimento che fotografa la realtà produttiva e distributiva del prodotto siciliano. Sono 110 le etichette di Vino DOC Marsala in commercio, per una produzione di circa 70.000 ettolitri (pari a oltre 7 milioni di bottiglie) ed un fatturato di 16.500.000 Euro nel 2007. Privilegiata la grande distribuzione, con il 73%, seguita dal canale HO.RE.CA. con il 18% in cui più forte è la presenza delle aziende con fatturato annuo maggiore, ed il canale diretto con il 9% in cui sono le aziende piccole di stampo familiare ad essere in testa a tutte. La distribuzione in Italia (Sicilia esclusa) è del 57% con i principali mercati in Piemonte, Lombardia,Veneto, Emilia Romagna e Friuli; la sola Regione Sicilia copre il 12% del mercato, mentre il 31% viene esportato; principali mercati esteri sono Usa, Inghilterra, Germania, Svizzera, Canada e Giappone.

Le dodici aziende aderenti al Consorzio Volontario per la Tutela del Vino Marsala commercializzano circa il 90% del prodotto a d.o.c. presente sul mercato. Delle 10 aziende produttrici dirette, ben sei le cantine storiche, fondate nell’Ottocento (in ordine di “nascita” Florio, Baglio Oneto, Martinez, Pellegrino, Pipitone Spanò, Lombardo). Quattro, invece, le cantine nate nel secolo scorso (Intorcia, Buffa, Casano, Vinci).

Il Marsala nella storia: famoso per caso


Il vino Marsala è la più antica D.O.C. d’Italia e nasce per caso. Inventore ne fu il commerciante inglese John Woodhouse che veleggiava nel 1773 attraverso il Canale di Sicilia alla ricerca di particolari ceneri per la sua fabbrica di saponi a Liverpool. Una tempesta lo costrinse ad attraccare a Marsala. In cerca di un’osteria per farvi ristorare il suo equipaggio, fu subito conquistato dal robusto profumo e dal gusto deciso del perpetuum. Il vino prodotto in queste terre era fatto invecchiare in grandi botti di buon legno: dalle quali, nel corso degli anni, veniva prelevata una certa quantità di vino, a questa si sostituiva un uguale volume di vino giovane in un ciclo perpetuo di rinnovamento del vecchio e di valorizzazione del nuovo. Procedimento che assicurava all’insieme del prodotto una formidabile uniformità, frutto del sapiente amalgama di vini medesimi di età diverse.

Il fiuto per i grandi affari porta Woodhouse a caricare sul suo brigantino Elizabeth diretto in Inghilterra un campione del vino di Marsala (o Sicilian Sherry) per sondare i gusti dei suoi connazionali, già grandi estimatori di Madeira e di Jerez. Per proteggere il carico dagli sbalzi di temperatura e dall’umidità che il lungo viaggio avrebbe comportato, l’esperto commerciante aggiunge acquavite da vino che suggellerà felicemente la nascita del Marsala. Da necessità, dunque, nasce la virtù del Marsala destinato, attraverso gli Inglesi, a diventare famoso in tutto il mondo.

Anche Lord Orazio Nelson contribuì a rafforzare la fama del Marsala in Inghilterra grazie all’acquisto di grandi quantità del vino che l’ammiraglio duca di Bronte definì “degno della tavola di ogni gentiluomo”. Un manoscritto datato 1800 e pervenutoci integro rappresenta il primo vero contratto di acquisto di questo vino e reca le firme dell’acquirente Nelson e del fornitore Woodhouse.

Fu con un altro mercante britannico, Benjamin Ingham, che l’esportazione del vino Marsala conobbe una diffusione globale. Nel 1812 costruì nella città lilybetana uno stabilimento accanto a quello del suo compatriota, da lì esportò il vino in tutto il mondo, compresa l’Australia. Nel 1934 dimostrò le sue grandi doti manageriali fissando in un manuale quali vitigni raccomandare per la produzione del vino Marsala e suggerendo la correzione dei difetti di alcune varietà autoctone.

L’altro capitolo della storia del Marsala è costituito dall’opera di un altro grande, stavolta italiano: il calabrese Vincenzo Florio. Noto come il padre del commercio del vino siciliano, nel 1832 Vincenzo Florio costruì il suo stabilimento vinicolo nel mezzo di quelli dei suoi due contendenti britannici occupando in lunghezza una buona parte del litorale. Fu il primo esempio di intraprendenza vitivinicola di tipo industriale. In 20 anni Florio riuscì ad avere il controllo assoluto della produzione e del commercio del vino Marsala.


MARSALA UNO E  TRINO


Il Marsala è più di un vino: è un liquoroso secco, semi secco e dolce che conquista tutti. Il Marsala è più di un vino: è un trio dei colori dell’Oro, dell’Ambra e del Rubino. Il Marsala è anche per invecchiamento Fine, Superiore e Vergine. Esiste il Marsala ed esistono i Marsala. Unico nel gusto, riconoscibile tra tutti, il Marsala diventa i Marsala nel momento in cui si propone. 

Nate nei territori della provincia di Trapani ad esclusione dei comuni di Alcamo, dell’isola di Pantelleria e delle Egadi, le uve del sole sono allevate nelle terre rosse, in quelle argillose e nelle terre brune che caratterizzano il suolo a denominazione d’origine controllata. L’Oro e l’Ambra del Marsala sono il risultato delle uve a bacca bianca dei vitigni autoctoni: Grillo, Catarratto, Inzolia e Damaschino. Il Rubino si ottiene invece da uve a bacca rossa Nero D’Avola, Nerello Mascalese e Pignatello, pressocchè tutte allevate con il tradizionale metodo ad alberello, a perpetuare la tradizione e a garantire ricchezza zuccherina e aromatica al vino.

Le uve vinificate in bianco e portate a fermentazione conoscono il passaggio fondamentale con la miscela di alcool e/o acquavite con il vino di base, dando così vita al Marsala Vergine. Per le altre tipologie di Marsala la concia si effettua con altre e successive aggiunte: mosto cotto per dare colore, e mistella (mosto da uva tardiva) e naturalmente alcool, che fanno alzare il livello degli zuccheri e la potenza dei profumi, soprattutto terziari. L’armonia e l’intensità di sapori e di odori si raggiunge e perfeziona nelle botti di rovere dove il vino viene lasciato invecchiare.

Almeno un anno per il Fine con alcool superiore al 17%,  due per il Superiore (quattro se Riserva) con alcool al 18%, cinque anni di invecchiamento per il Vergine (almeno dieci per il Riserva) dove l’alcool è minimo al 18%. 


Incontri sensazionali: abbinamenti editi ed inediti


Il vino Marsala, forte della sua ritrovata esclusività, punta oggi a creare straordinarie occasioni di incontro con il consumatore, riscattandosi dal confinamento a stereotipati abbinamenti con i dolci o a momenti fuori pasto.

L’eclettismo e la versatilità del vino Marsala supera i limiti del già noto e invita il consumatore a seguirlo in percorsi del gusto insoliti e sorprendenti, capaci di lasciare un ricordo indelebile e di stimolare a sempre più avvincenti esperienze sensoriali. Pensate ad un grande Marsala secco, Superiore o Vergine, fresco al punto giusto. Guardatelo nel proporsi elegantemente, con il suo sapore pieno e asciutto, a formaggi erborinati o piccanti come un Gorgonzola, un Caciocavallo Ragusano o un Parmigiano Reggiano. Godete di questo incontro in momenti gioiosi quali l’aperitivo nel vostro wine bar preferito.

Una volta a tavola, affidatevi al maestoso Marsala Vergine se ad attendervi sarà un piatto dal gusto deciso e persistente, sia esso zuppa di crostacei o pesce affumicato o bottarga di tonno, ma anche (e perché no) selvaggina o filetto, intensamente speziati e aromatici: vi saprà sorprendere con il suo abbraccio possente ed armonico e con la sua rotondità di gusto.

Date poi il giusto riconoscimento alla tradizione che vuole il dolce con il dolce: alle profumatissime insalate di fragole e fragoline, di pesca bianca e di melone cantalupo di Paceco accostate con allegria un Marsala Superiore Dolce, nel quale i sapori e gli odori della frutta annegheranno voluttuosamente.

Se poi vi trovate sulla vostra poltrona in compagnia del buon libro che vi accompagna alla fine di una intensa giornata, fatevi indicare la strada per la meditazione da un bicchiere di Marsala Superiore Riserva, cresciuto nel legno di rovere e ricco di grande saggezza che il tempo gli ha concesso.


LA STRADA DEL VINO MARSALA 


Marsala è una “città-territorio”: centro abitativo allargato e diffuso in piccole e numerose contrade (più di cento) che si irradiano fino alle periferie. Ricca di musei e chiese, Marsala  vive di attività spiccatamente agricolo-industriali costituendo il maggior centro di produzione vinicola della provincia siciliana più vitata d’Europa.

Il clima mediterraneo offre per tutto l’arco dell’anno i benefici di una temperatura resa mite dal mare circostante e dal flusso del vento che in tandem agiscono incessantemente apportando ai vigneti del territorio il loro provvidenziale respiro. E sono i vigneti ad accompagnare ogni percorso si scelga per visitare il territorio, e sono le cantine produttrici della più antica doc d’Italia  l’obiettivo naturale di un viaggio della conoscenza. L’enoturismo del Marsala doc è una fonte di crescita economica che conosce sempre più significativa consistenza. La maggior parte delle cantine consorziate provvede all’ospitalità degli amanti del vino ai quali spiega il metodo di produzione, la storia e la cultura del Marsala doc.

Disteso quasi totalmente in pianura eccetto pochi rilievi, il territorio marsalese ospita sul versante nord la Riserva Naturale Orientata delle Isole dello Stagnone. L’area protetta di tipo lagunare ospita sulla costa le saline e i mulini a vento per la raccolta dell’acqua; a poca distanza dalla terraferma l’arcipelago delle isole dello Stagnone con Mozia, colonia fenicia del VIII secolo a.C., e appena in secondo piano lo scenario dell’arcipelago delle tre isole Egadi: Favignana, Levanzo e Marettimo.

Il centro dell’antica Lilybaeum, città fondata nel 397 a.C., conserva intatto il reticolato ortogonale dell’impianto urbanistico originale e visibili sono due delle quattro porte di ingresso alla città. Gli antichi fondatori Fenici furono conquistati dai Romani prima e dagli Arabi poi. A questi ultimi la città deve il nome (Marsa Allah, porto di Dio) e, grazie a loro, diventa tra i maggiori porti del Mediterraneo.

Disseminati nelle campagne, a grande distanza dai centri abitati, sono ancora visibili i “bagli”, alcuni magistralmente restaurati e sedi all’avanguardia per i tradizionali metodi di  produzione del vino: luoghi fortificati, simbolo del latifondo produttivo, con la loro pianta quadrangolare al centro della quale campeggia la corte, i bagli hanno assicurato lo svolgimento del lavoro nei campi al riparo da ogni disturbo esterno fin dal XVII secolo. Con la casa signorile e la cappella privata a costituire il corpo principale della struttura, con i magazzini e gli opifici distribuiti sui tre restanti lati, i bagli costituiscono oggi un raro esempio di archeologia rurale di grande valore.

E’ nell’età del Risorgimento, poi, che Marsala diventa celebre per lo sbarco – avvenuto l’11 maggio del 1860 – della spedizione dei Mille di Garibaldi, evento che ha segnato la storia della città sotto molti aspetti che costituiscono un motivo in più per visitare luoghi designati ad eterna memoria universale.


L’unione fa la forza: ruolo del Consorzio


Il Consorzio Volontario per la Tutela del Vino Marsala d.o.c. nasce 45 anni fa con lo scopo di proteggere la d.o.c. ed assicurare il rispetto del disciplinare di produzione (approvato con D.P.R. 17/11/1986). Ne fanno parte dieci aziende imbottigliatrici (Florio – Pellegrino –  Lombardo – Intorcia – Martinez – Buffa – Casano – Pipitone Spanò – VinciVini –  Baglio Oneto) e due produttori agricoli (Casano Maggio – Pulizzi). Essi costituiscono circa l’85% della produzione totale annua di vino Marsala, frutto dei vigneti allevati nella zona tipica di produzione: la provincia di Trapani ad esclusione del comune di Alcamo e delle isole di Pantelleria, Favignana, Levanzo e Marettimo.

Solo il Consorzio può legittimamente rappresentare la d.o.c. Marsala: due consecutivi Decreti Ministeriali hanno conferito al Consorzio l’incarico di gestione della d.o.c., data la sua ampia rappresentatività. Da qui l’univocità della destinazione dei finanziamenti che il  Ministero delle Politiche Agricole Ambientali e Forestali – Commissario ad acta, attività ex Agensud – ha dedicato proprio al Consorzio per la campagna istituzionale di promozione istituzionale. Il cui obiettivo è manifestare la valenza del Consorzio per la Tutela del vino Marsala d.o.c. e delle aziende produttrici che vi aderiscono, puntando sulla realtà qualitativa e sulla unicità del vino Marsala: simbolo di una terra dalla esclusiva identità e dalla naturale carica comunicativa, come la Sicilia ad occidente.


Per maggiori informazioni:
Ufficio stampa Consorzio Volontario per la tutela del Vino Marsala DOC
Barbara Ruiz  – Elisa Zerilli
+39 348 5166231   +39 0923 953255          
ufficiostampa@consorziovinomarsala.it

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