Il 12 dicembre Pubblica audizione per la DOCG sul Barbera.

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Punto di svolta per i viticoltori della Barbera nelle province di Asti e Alessandria. Il prossimo 12 dicembre, in mattinata alla Camera di Commercio di Asti, alle 17 al Castello di Marengo di Alessandria, si terranno le pubbliche audizioni per consentire ai membri del Comitato Nazionale per la tutela e la valorizzazione delle Denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini, e ai funzionari del Ministero delle Risorse Agricole di verificare l’adesione e le osservazioni dei produttori del territorio alla proposta di modifica dei disciplinari di produzione presentata la scorsa estate per i vini Barbera d’Asti, Barbera del Monferrato e Barbera del Monferrato Superiore.

Il punto più importante della proposta riguarda il passaggio dalla DOC alla DOCG (denominazione di origine controllata e garantita) per i vini Barbera d’Asti e Barbera del Monferrato Superiore. La “garantita”, una menzione riservata ai migliori vini italiani, aggiunge un elemento di maggiore tutela e controllo in quanto, approvata la denominazione su ogni singola partita sulla base di un’analisi chimica e di una degustazione, il produttore deve apporre su tutte le bottiglie della partita una fascetta di stato numerata, rendendo quasi impossibile la frode.

“Un altro elemento di innovazione e qualificazione molto importante riguarda la separazione degli albi: – spiegano il presidente della Provincia, Paolo Filippi, e l’assessore all’Agricoltura Davide Sandalo – i produttori che scelgono di iscrivere il vigneto all’albo della DOCG devono accettarne i maggiori vincoli anche nel caso, ad esempio di annata poco favorevole, in cui non potessero utilizzare la DOCG per quel vino ma solo la DOC di ricaduta, cioè Piemonte. Questo meccanismo pone le basi per la creazione di un albo dei migliori vigneti di Barbera del Monferrato Superiore, destinati nel tempo ad essere riconosciuti come i nostri crus. La nostra amministrazione ha perseguito questo obiettivo per anni ed ora finalmente in fondo al tunnel appare la luce, per cui desideriamo ringraziare tutte le persone e le istituzioni che si sono adoperate per questo risultato, superando antistorici steccati provinciali e operando per il bene di tutti. Ora è importante che il territorio faccia sentire la sua presenza con un’ampia partecipazione alle pubbliche audizioni”.

“La ‘Garantita’ per i vini Barbera di alta qualità delle province di Asti e Alessandria è un risultato per il quale il Consorzio, di concerto con le istituzioni e le organizzazioni dei produttori, ha lavorato a lungo e ha lavorato tanto, pur sapendo che non rappresenta un punto di arrivo, ma di partenza – dichiara Giovanni Chiarle, presidente del Consorzio di Tutela Vini d’Asti e del Monferrato. Gli obiettivi sono assicurare un reddito dignitoso e duraturo ai viticoltori del Barbera e consolidare l’immagine del prodotto sui mercati del mondo.”

Gianluigi Biestro, direttore della Vignaioli Piemontesi, alla quale aderiscono quasi tutte le cantine cooperative regionali spiega che “per il Barbera d’Asti il controllo numerico è di vitale importanza, ci sono sospetti di numeri che non quadrano tra la produzione in vigneto e ciò che si trova sugli scaffali, che peraltro non sempre è di qualità adeguata alle aspettative per questo grande vino piemontese: un giro di vite è quanto mai necessario ed urgente. Per il Barbera del Monferrato Superiore questo aspetto oggi è meno critico perché parliamo di numeri più piccoli, ma potrebbe diventarlo presto, per effetto della maggiore qualificazione del prodotto e quindi dell’aumento della domanda. Meglio quindi prevenire i problemi, per un vino che ha una produzione limitata ma una qualità media elevata e rappresenta un “vino-bandiera” per un territorio di grande rilevanza”.

Maurizio Gily, consulente della Provincia di Alessandria e direttore dell’Enoteca regionale di Vignale sottolinea gli aspetti economici della questione: “il reddito di cui godono oggi i viticoltori del Barbera che vendono le uve sul libero mercato o le conferiscono alle cooperative non è tale da assicurare un futuro alla nostra viticoltura. La situazione è molto seria, perché se i viticoltori abbandonano, ed è un processo già in corso, l’avanzata del gerbido e del cemento sulle nostre colline diventa inarrestabile, e ben poco ci resta da offrire. Per questo è necessario che l’uva Barbera di alta qualità, ottenuta da vigneti pregiati del Monferrato o dell’Astigiano, valga almeno un euro al chilo, così come avviene per molti vini a DOCG italiani e piemontesi senza che questo si traduca in un prezzo insostenibile per i consumatori di vino. Oggi siamo molto lontani da questi valori. Sono convinto che la DOCG sia un primo passo per arrivare a questo obiettivo. La posta in gioco è alta, ed è quindi importante che i viticoltori vengano a Marengo il 12 dicembre”.

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