Le proposte dell’assoenologi sicilia per il rilancio del comparto.

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Un intero sistema messo in crisi da diversi problemi la cui risoluzione non può giungere da un’unica fonte. Il contesto in cui si è tenuto quest’anno il 13° Enosimposio Assoenologi Sicilia non è stato di certo dei più sereni soprattutto per lo stato di crisi e per la mancanza di prospettive di risoluzione. Importantissime le relazioni affrontate ma in conclusione le riflessioni sono state dirottate sulle questioni più attuali, ne è scaturita pertanto una riunione fra enologi, tecnici, rappresentanti di aziende e presidenti di cantine con l’obiettivo di lanciare messaggi e suggerimenti efficaci per sviluppare meccanismi di coesione a sostegno del comparto vitivinicolo. Il termine di presentazione del nuovo Psr 2007/2013 è prossimo alla scadenza e la Sicilia rimane una delle ultime regioni a non aver presentato ancora la propria proposta. L’Assoenologi Sicilia ribadisce, infatti, la necessità e l’urgenza di approvazione del Psr, quale sussidio fondamentale alle famiglie degli agricoltori. Criticabile, in merito, la tendenza a destinare maggiori fondi alla Sicilia orientale. “Si deve intervenire secondo una prospettiva globale non secondo una suddivisione per zone o categorie”- ha dichiarato il dottor Baiata, presidente della cantina Paolini di Marsala.

Per quanto riguarda, invece, la riforma Ocm il fatto che non prevede la distillazione di solo vini ma anche dei sottoprodotti della vinificazione (materiale questo che potrebbe indurre alle sofisticazioni), causerebbe problemi legati alla salvaguardia dell’ambiente per la difficoltà di smaltimento dei sottoprodotti. Altro problema è legato all’aiuto del magazzinaggio privato dei vini. Il tutto deve avvenire con gradualità e non immediatamente così come previsto dal documento dell’Ocm. “In vista dello sviluppo commerciale, dell’avanzamento tecnologico per la costruzione di un grande apparato in grado di competere a livello mondiale è giunto il momento di definire una strategia per il vino siciliano che porti all’internazionalizzazione delle aziende” – dichiara l’enologo Luigi Scalone.

Da curare pertanto l’aspetto marketing con la necessità di personale qualificato dentro l’azienda e di valorizzazione delle risorse umane. Gli agricoltori vanno indirizzati e sostenuti con un’apposita assistenza tecnica e un’adeguata disciplina legislativa. Altro aspetto fondamentale riguarda la professionalità e la formazione. I dati concreti stabiliscono la mancanza di personale qualificato ai lavori della terra, soprattutto professionisti giovani e competenti. Salvaguardare il patrimonio vitinicolo per creare le condizioni di agevolazioni lavorative e avvicinare i giovani ai lavori dell’agricoltura. Bisogna sostenere percorsi formativi adeguati. Il malcontento più diffuso riguarda l’indifferenza di tutta la classe politica alle richieste avanzate dal settore. Necessario è quindi che gli organi preposti si facciano carico dei problemi del comparto e siano sensibili e vicini a questo, creando un rapporto diretto, basato sul confronto e l’ascolto. L’Assoenologi si propone come punto di riferimento e garante, come associazione apolitica che vuole essere portavoce delle richieste e delle esigenze del mondo tecnico e del mondo imprenditoriale del comparto.

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