E’ nato Essé Brut: il grande progetto bollicina dell’Emilia Romagna.

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E’ nato Essé Brut: il meglio delle uve autoctone Pignoletto dei Colli Bolognesi per realizzare la più ambiziosa ‘bollicina’ dell’Emilia Romagna mai concepita. Il nuovo Vino Spumante di Qualità è stato presentato ieri nel locale dei comici Giovanni e Giacomo ‘Osteria del Tram’, nei pressi di Milano (presenti anche Paola Barale, Raz Degan, Giovanni e altri vip), in anteprima al lancio ufficiale previsto per domenica 1 aprile al Vinitaly alle 15 presso il padiglione 1. Un nuovo spumante destinato a lasciare il segno, frutto di una singolare fusione di idee, progetti, e creatività. Artefici due produttori trainanti dei Colli Bolognesi, Isola di Mongiorgio (Monte San Pietro) e Fattorie Vallona di Fagnano (Castello di Serravalle). Menti brillanti di esperti ma giovani vitivinicoltori, Gian Luca Franceschini e Maurizio Vallona, che uniscono le forze per dare vita a un prodotto di eccellenza attraverso un innovativo progetto imprenditoriale. Rovesciando il tipico approccio individualistico del produttore di vino.

Dietro Essè, oltre a tanta (viti)cultura, passione e dedizione, c’è anche un tocco di glamour, nato dall’inedito sodalizio con personaggi di rango dello spettacolo e dello sport: Lorenzo Minotti, ex campione del Parma Calcio e della Nazionale, e l’attore comico Max Pisu, volto noto di Zelig, hanno sposato con entusiasmo il progetto Essé, coinvolti dal ‘regista’ dell’operazione Lorenzo Tersi, esperto di marketing del vino. Nella nuova avventura dello spumante made in Emilia Romagna si riversa anche un po’ della loro passione per l’enologia. Minotti e Pisu, insieme a Tersi, hanno aderito infatti alla società PdB Wine che i due produttori, Vallona e Isola, hanno costituito appositamente per realizzare e commercializzare il nuovo vino.

Non solo. Sull’Essé si è già formato spontaneamente un ‘club’ di amatori-sostenitori del mondo dello spettacolo e dello sport: la stessa Paola Barale, Aldo Giovanni e Giacomo, Ale & Franz, Italo Cucci, Stefano Eranio, Mister Forest, Gianluca Pessotto, Deborah Villa. Proprio in questi giorni andranno sul mercato le prime 19.500 bottiglie (e 300 magnum) di Essé. Ma l’obiettivo è di crescere negli anni fino a 50.000 bottiglie. Il progetto Essé, infatti, è sempre in evoluzione, aperto in prospettiva anche al contributo di altri produttori del territorio dei Colli Bolognesi: è un ulteriore spunto di novità apportato al mondo del vino nazionale dall’esperienza Essé, in un settore tradizionalmente chiuso. Oggi, quella di Essè appare come una bottiglia importante, sontuosa, prestigiosa. Essé (da Essai), come vino d’autore, frutto dell’espressione del territorio, ma anche assonanza con Cuvée: Essé è l’arte della cuvée, come recita il pay off. La bottiglia è stata non a caso ‘vestita’ dalla SGA, tra i leader in Italia della grafica e del packaging del vino, con referenze quali le famose etichette di Bellavista, Gaja e tanti altri top wines.

Dal punto di vista tecnico, Essé è un Vino Spumante di Qualità che viene prodotto con un metodo Charmat ‘lungo’ (fermentazione in autoclave) a base Pignoletto almeno all’85% (e altre uve bianche tipiche), con la consulenza enologica di un guru del settore come l’enologo Marzio Pol, che sta seguendo la gestazione del progetto da quasi 2 anni. Essè, che negli obiettivi di mercato va a colmare un vuoto sulla scena vinicola dell’Emilia Romagna (e non solo), è una piccola rivoluzione nello stile e nel concetto stesso di aperitivo e di ricorrenza. Ma, con i suoi profumi eleganti di fiori bianchi, il perlage fine e persistente, il gusto sorprendentemente suadente e ‘lungo’, si rivelerà straordinario a tutto pasto, esaltandosi con l’abbinamento a materie prime e piatti di pregio. Dimostrando appieno le insospettate potenzialità di spumantizzazione del Pignoletto, autoctono dei Colli Bolognesi, già ‘bandiera’ del territorio come vino tipico frizzante o fermo, di leggera e intrigante aromaticità e di spiccata personalità.

Il prezzo di Essé in enoteca si aggira intorno a 11 euro (23 euro per la magnum), vantando un interessante value for money. In prima battuta il brut dei Colli Bolognesi punterà al canale enoteche, wine-bar e ristoranti della regione, con l’obiettivo sicuro di fare il botto anche ‘oltreconfine’: un prodotto di tendenza, innovativo, prestigioso che vorrà diventare non moda, ma un classico: la vera bollicina dell’Emilia Romagna.

L’APPROFONDIMENTO: LE AZIENDE DI ESSÉ

FATTORIE VALLONA
Se volete scoprire Vallona e incontrare il suo titolare, non telefonate per un appuntamento, non mandate mail o fax, non andate in cantina. Dovete cercarlo in campagna: troverete più facilmente Maurizio Vallona sul trattore, tra i 23 ettari dei suoi vigneti modello distribuiti nel territorio più vocato dei Colli Bolognesi: magari impegnato a cimare o a diradare personalmente gli impianti ‘storici’ a Fagnano, oppure, a potare nelle più recenti proprietà di Lamezzi di Monte San Pietro, in un verde anfiteatro di boschi e calanchi ai piedi del Monte Avezzano, dove ha recentemente impiantato – curando tutto personalmente, fin dallo scasso dei terreni  – le uve per le sue ‘selezioni’: vini già di consolidata reputazione, ma che molte altre sorprese ancora hanno in serbo.

Adesso è di moda chiamarli vignaioli, vigneron… Ma Maurizio, poche storie, è appunto un agricoltore, un agricoltore vero. Con una speciale sensibilità e capacità di analisi per la natura, l’ambiente, il cielo, il suolo, la pianta. Qualità proprie di chi vive e ama la campagna. Nate dalla passione che fin dal 1980 si manifestò in Maurizio, quando, da studente, alla movimentata vita giovanile della città di Bologna, ove risiedeva, preferiva le scorribande in Vespa per i Colli Bolognesi (come vent’anni dopo avrebbe cantato, ma per altri motivi, Cesare Cremonini con i Luna Pop…), per esplorare le campagne, i magnifici e semisconosciuti Colli Bolognesi, rupi e calanchi, boschi e prati, pievi e ville, e immense visioni sulla pianura padana fino alle Alpi. La grande passione del vigneto nasce con le prime vinificazioni sperimentali e la costruzione della cantina nel 1985. Fino a oggi: Maurizio Vallona ancora studia, conosce, ama, ‘pesta’ la terra con i suoi piedi, osserva e cura le piante con le sue mani, poi in cantina realizza vini assolutamente personali senza ricorrere stabilmente al wine maker di grido, ma forte della sua esperienza-presenza, precisione-professionalità. Maurizio Vallona, classe 1962, ha già alle spalle 21 vendemmie seguite personalmente. Momenti di vita e di trepidazione, di cui ha fatto tesoro, per migliorare ogni volta. Tanto da indurlo a non produrre le cosiddette selezioni, qualora le annate non fossero state più che perfette.

I vini di Maurizio Vallona, 100.000 bottiglie, si caratterizzano per una cifra stilistica fortemente personale, comunque frutto di un’interpretazione precisa del territorio, anzi, dei territori dei Colli Bolognesi, dai quali ricerca le migliori espressioni, sia delle varietà internazionali (qui coltivate da molti decenni), sia degli autoctoni come il bianco Pignoletto. Con Sauvignon, Cabernet Sauvignon e Merlot, Vallona ottiene performance che pongono questi monovarietali alla pari con quelli più blasonati di altre regioni, come dimostrano i ‘tre bicchieri’ Gambero Rosso 2007 con il Cabernet Diggioanni. Ma anche con il Pignoletto fermo stupisce per la ricchezza aromatica che non va a scapito dell’eleganza e della opportuna nota di freschezza e sapidità. Piacevolissimo anche il Pignoletto vivace, fiori e frutti bianchi al profumo, minerale e con punta tipicamente varietale amarognola in bocca. Ma il campione è Permartina, uva Pignoletto con una frazione di Riesling Italico, frutto di una particolare vendemmia tardiva: un vino quasi ‘alsaziano’, ricco, esotico, morbido, con la giusta struttura per sostenere questo gusto obiettivamente non tipico ma seducente. Da provare con formaggi erborinati e con il Foie Gras.

Azienda Agricola Vallona GMS: via Sant’Andrea 203, loc. Fagnano, Castello di Serravalle (BO), tel. 051.6703058, fax 051.6703333.

ISOLA
E’ un bellissimo rapporto costruttivo tra due generazioni diverse ma complementari quello fra Marco Franceschini e il figlio Gian Luca della Isola, piccola azienda familiare ai piedi di  Mongiorgio, nel cuore dei Colli Bolognesi. Il padre è solida tradizione, grande esperienza, la saggia eredità di una famiglia di agricoltura veri da 100 anni e più. Il figlio Gian Luca, 28 anni, stringe ancor di più un intenso legame, molto personale, con la terra e il vigneto arricchendolo di basi culturali innovative. Per esempio introducendo gradualmente le pratiche biologiche e biodinamiche, applicandole nella sua realtà produttiva non ‘ideologicamente’, ma ragionando seriamente in base alle esigenze tecniche aziendali. L’azienda Isola coltiva 30 ettari di terreno collinare, 12 dei quali a vigneto. Il restante è coltivato in parte a ciliegio (la zona è tipica del durone di Vignola), in parte con colture estensive. La varietà maggiormente impiantata è il Pignoletto, poi Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Barbera, Sauvignon e Merlot completano la serie dei vitigni.

Da questi terreni Gian Luca ricava oggi i suoi prodotti più ambiziosi, nei quali cerca di trasmettere il suo modo di intendere il vino, ovvero le etichette della linea Monte Gorgii (antico nome della borgata di Mongiorgio). Non vini ‘contenitore’, in cui far entrare di tutto, estratti, alcool, zuccheri residui, legno, ma un’espressione fedele del terroir delle colline bolognesi. Prodotti in quantità limitata e non in tutte le annate, di cui Gian Luca segue personalmente la produzione delle uve, la vinificazione e l’affinamento. Con la vendemmia manuale in casse di plastica eliminando i grappoli non idonei, il massimo rispetto della materia prima, uso esclusivo di recipienti di cemento o legno in vinificazione e affinamento. Tra i vini della linea spiccano il Colli Bolognesi Chardonnay Monte Gorgii ottenuto da uve Chardonnay (l’85%, il resto da Pignoletto e Sauvignon): questo nasce anche dalla volontà di Marco Franceschini di creare un bianco importante in alternativa al Pignoletto. Colli Bolognesi Cabernet Sauvignon Monte Gorgii è un vino da cru, prodotto da un singolo vigneto di dieci anni su terreno tendenzialmente argilloso (Cabernet Sauvignon in prevalenza e Merlot dal 15% al 5%). Molto tipico e personale è il Colli Bolognesi Barbera Monte Gorgii. Secondo Gian Luca, la Barbera, presente nei Colli Bolognesi dal 1700, come nessun altro vitigno manifesta nel vino le differenze di annata e terreno, la sua difficoltà e sensibilità in vinificazione: per questo Gian Luca è particolarmente affezionato alla Barbera… Nel rispetto del vitigno, evita la stramaturazione che rende la Barbera impersonale e cerca di preservarne la viva acidità, dote fondamentale per una Barbera di struttura e longevità.

Azienda Agricola Isola: via G. Bernardi 3, loc. Mongiorgio di Monte San Pietro  (BO), tel. 051/6768428, fax 051/6768309; isola1898@interfree.it.           

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