Piemonte Anteprima Vendemmia con l’edizione 2006 ha acquisito una nuova valenza: il tradizionale appuntamento con la presentazione dei dati ufficiali quantitativi e qualitativi della vendemmia è divenuto “più importante e maggiormente rappresentativo del mondo vitivinicolo piemontese – nelle parole dell’Assessore regionale Mino Taricco – attraverso la testimonianza e la partecipazione dei produttori, delle rappresentanze economiche e professionali e delle istituzioni”. L’intervento di Giulio Porzio, presidente della Vignaioli Piemontesi, ha messo in luce l’andamento della maturazione delle uve e le previsioni sulla qualità. Dietro segnali positivi e incoraggianti quali una vendemmia abbondante, la qualità buona, con numerose punte di eccellenza, un clima estivo favorevole, piogge di agosto che hanno attenuato una siccità che minacciava di diventare critica, temperature fresche di fine estate che hanno favorito una maturazione equilibrata, si celano comunque preoccupazioni: “La vite era forte e sana e le piogge di settembre, anche se abbondanti, non hanno fatto troppi danni – afferma Porzio – I vini sono profumati, equilibrati, ricchi di colore e corpo. Ma ciò non basta per farci star tranquilli”.
Ad ogni vendemmia segue un dopo vendemmia, in cui dialogo e confronto costruttivo diventano un’esigenza dell’intero comparto vitivinicolo piemontese. La crisi di mercato che alcuni vini piemontesi stanno attraversando (in particolare, ma non soltanto, i vini a base Barbera, Dolcetto, Cortese delle province di Asti e Alessandria) deve essere letto come segnale d’allarme e prontamente fronteggiata. Alcune proposte valutabili per migliorare la situazione sono emerse durante la presentazione: il controllo numerico del vino imbottigliato ad evitare frodi, attraverso la fascetta regionale, in attesa che tale funzione passi in modo definitivo ai Consorzi di Tutela; la concentrazione e organizzazione dell’offerta da parte delle cantine cooperative e della nostra organizzazione dei produttori, per rendere la vita più difficile agli speculatori; un programma di comunicazione serio e professionale, articolato sui diversi mercati, prodotti e fasce di prezzo, che faccia ripartire l’immagine del “Made in Piemonte” e dei suoi vini Barbera, Dolcetto, Cortese; la revisione di alcuni disciplinari di produzione che non sono più rispondenti alle esigenze attuali; una revisione degli albi vigneti che colpisca i venditori di “carta da DOC”, migliorare la capacità di programmare e diversificare, elevare ancora la qualità media.
Una riflessione allargata a tutte le istituzioni presenti, coordinata da Giancarlo Montaldo, ha messo in luce i pareri dei singoli su temi di attualità. I trucioli nel vino, il tappo a vite, la promozione, la flavescenza dorata, non sono che alcuni degli argomenti. Piero Cane (Associazione Enologi Enotecnici Italiani) e Giovanni Minetti (Consorzio Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero) hanno precisato che i cosiddetti trucioli o “coadiuvanti della filtrazione” sono comparsi 15 anni fa, sono regolamentati dall’Unione Europea, ma non per questo li si utilizzano: la promozione del legno “onesto” e l’impossibilità di imitare la qualità stanno alla base del discorso. “Un barolista non li utilizzerà mai – si impone Claudio Conterno – Basterebbe un’etichetta che ne indichi l’utilizzo, ma il paradosso in cui viviamo vedrà probabilmente realizzarsi il contrario”. Sull’argomento flavescenza dorata, Mauro Colombo (Colli Tortonesi) ha espresso la sua preoccupazione: “Il territorio si è rivelato un’isola pericolosa, il trattamento preventivo rappresenta un costo ed il rischio che molti vignaioli abbandonino è reale”. Una soluzione preventiva, che sta portando risultati positivi, giunge dalla termoterapia. Anna Errico, coordinatrice dei vivaisti della Vignaioli Piemontesi, ha relazionato a proposito del risanamento dei citoplasmi della vite risultanti dalla sperimentazione condotta.
La tracciabilità, tema legato alle fascette regionali, rappresenta un valore aggiunto per il consumatore: l’Assessore Taricco ha rassicurato i presenti sull’imminente introduzione nei prossimi mesi, in linea con la strategia di muoversi verso un sistema che sia completamente certificato. Secondo Giovanni Chiarle, presidente del Consorzio Tutela Vini d’Asti e del Monferrato, tutte le denominazioni dovrebbero avere la fascetta per evitare il sorgere di discriminazioni negative a priori. Gianluigi Biestro (Vignaioli Piemontesi) è intervenuto a proposito della questione dei tappi a vite: “Lasciamo la libertà di scelta ai produttori” è il messaggio centrale di un discorso articolato tra differenze tra tipologie di prodotto, modalità di consumo e problemi che il sughero, d’altro canto, apporta. I lavori si sono conclusi con un omaggio a Mario Soldati, nel centenario della nascita, alla presenza del figlio Volfango e di Pier Franco Quaglieni: grande piemontese, geniale protagonista del Novecento come scrittore, regista cinematografico e autore televisivo ed allo stesso tempo pioniere nella valorizzazione dei vini e dell’enogastronomia. La Regione Piemonte e Vignaioli Piemontesi gli hanno dedicati l’etichetta della bottiglia Piemonte Anteprima Vendemmia 2006 e il Premio Pie monte Anteprima Vendemmia 2006.