Casale del Giglio apre le porte al pubblico per Giornate Fai di Primavera

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Azienda Agricola Casale del Giglio

Casale del Giglio aderisce alle Giornate Fai di Primavera: un’occasione per degustare i Vini dell’Azienda e per visitare la Cantina. Da sempre sostenitrice dell’Arte e della Cultura, la Casale del Giglio conferma ulteriormente un connubio vincente, aderendo alla 23° edizione della manifestazione indetta dal Fondo Ambiente Italia per tutelare il paesaggio, l’arte e la natura e che il 21 e 22 marzo apre le porte di tantissimi luoghi unici d’arte e natura in tutta Italia.

Due giorni, quindi, per conoscere il territorio e la Vigna attraverso il lavoro diretto del produttore e per scoprire i segreti della vinificazione e dell’affinamento. Visitare Casale del Giglio è inoltre un modo per sperimentare un’ospitalità sempre più qualificata dell’azienda, anche grazie al “Decalogo dell’Accoglienza”, la certificazione di garanzia del Movimento Turismo del Vino che assicura al pubblico la qualità dell’offerta per un’esperienza unica, da ricordare e raccontare.

Il 21 e il 22 marzo, inoltre, sarà possibile visitare i reperti archeologici dell’Antica Satricum rinvenuti in dieci anni di ricerche e scavi (2003 – 2013) nei terreni dell’Azienda Casale del Giglio, che hanno portato alla luce la “Via Sacra” (risalente alla fine del VI sec. a.C.) accesso dell’antica città di Satricum verso il mare, dove sull’Acropoli si trovava il Tempio dedicato alla dea dell’Aurora Mater Matuta.

Antonio Santarelli, infatti, accanto all’impegno aziendale, da anni asseconda la sua grande passione: quella per l’arte e l’archeologia concretizzatasi nel “Progetto archeologico di Satricum”, in collaborazione con l’Università di Amsterdam e sotto la direzione della Prof.ssa Marijke Gnade, con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e con il Comune di Latina. Tutti i reperti più importanti sono esposti appunto nel Museo di Satricum, inaugurato nel giugno 2014 presso la Vecchia Fonderia di Le Ferriere, a pochi minuti da Casale del Giglio. L’Azienda, ha sostenuto in tutti questi anni gli scavi dando, quindi, un rilevante contributo al recupero di parti della città preromana ritenuta perduta.

Realtà all’avanguardia nel panorama vitivinicolo laziale, Casale del Giglio ha il primato di aver individuato e sviluppato le potenzialità, un tempo inespresse, dell’Agro Pontino. La sua storia è ricca di tradizioni, personalità carismatiche e innovazioni. Nel 1955 Dino Santarelli crea la “Santarelli S.p.A.”, dedicandosi all’imbottigliamento, alla vendita e all’esportazione dei vini tipici del Lazio poi, nel 1967 nasce l’Azienda Casale del Giglio a Le Ferriere, non lontano dall’antica città di Satricum.

Ad oggi, la Casale del Giglio possiede 160 ettari di vigneto riconvertiti, e diverse sono le nuove varietà introdotte, tutte caratterizzate dall’interazione qualitativa “Vitigno-Territorio”. L’attuale produzione della Casale del Giglio offre una gamma di 20 prodotti da monovitigni e da assemblaggi (bianchi, rossi, un rosato, una Vendemmia Tardiva, tre grappe e un olio). Ragguardevoli risultati sono stati raggiunti, dalle uve rosse Syrah e Petit Verdot, dalle bianche Sauvignon, Chardonnay con il Viognier e Petit Manseng.

Da poco, la Famiglia Santarelli ha terminato i festeggiamenti per il Centenario (5 marzo 1914 – 5 marzo 2015) della fondazione della “Ditta Berardino Santarelli & Figli” per ricordare il Capostipite, Berardino, mercante di vino, che raggiunse la città di Roma ed aprì, dopo pochi anni, il primo “Vini & Olii” nella nota Piazza Capranica 99, vicino al Pantheon.

Nel 2015 ricorrono i “30 Anni di Ricerca”, il progetto di sperimentazione iniziato nel 1985 da Dino Santarelli che nel tempo ha condotto l’Azienda a produrre vini di rilevante qualità, sempre più considerati e apprezzati, anche a livello internazionale. Negli anni Novanta, Antonio Santarelli, seguendo l’intuito paterno, ha portato avanti con cura le sperimentazioni su quasi 60 varietà di vitigni diversi, con la preziosa collaborazione dell’enologo trentino doc, Paolo Tiefenthaler, che dal 1988 è il loro tecnico. Hanno collaborato, sin dall’inizio, alle varie fasi di ricerca e studio il Prof. Attitlio Scienza, dell’Istituto di Coltivazioni Arboree dell’Università di Milano, il Prof. Angelo Costacurta, dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano (Treviso) ed il Prof. Fulvio Mattivi della Fondazione Edmund Mach – Centro Ricerca ed Innovazione dell’Istituto Agrario Provinciale San Michele all’Adige (Trento), che ad oggi continuano a dare il loro prezioso contributo al recupero di vitigni autoctoni laziali.

Casale del Giglio ha il merito di aver sviluppato un progetto sulla nota Isola di Ponza che ha permesso di riscoprire un antico vitigno locale, la Biancolella, varietà originaria della Campania, ora autoctona laziale, importata da Ischia nella metà del ‘700 ai tempi del Regno di Napoli sotto i Borbone. Proprio da qui nasce il vino Faro della Guardia, novità assoluta nell’ampia e selezionata gamma di vini dell’azienda, che già al suo debutto si è vista assegnare riconoscimenti importanti: i Tre Bicchieri della Guida Vini d’Italia 2014 e i 5 Grappoli dalla Guida Bibenda del 2014. La coltivazione nel Lazio è autorizzata unicamente sulle Isole Ponziane. Il vitigno nasce lungo un piccolo altipiano, al di sopra del quale si erge il Faro della Guardia, struttura storica tra i 19 “Luoghi del Cuore” scelti dal FAI in base al censimento fatto dagli italiani.

Casale del Giglio

www.casaledelgiglio.it

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