Vigneto Lazio una realtà che cresce

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Ci sono diversi motivi alla base del crescente successo e dei riconoscimenti che hanno contraddistinto l’ultimo triennio del Lazio nel comparto vitivinicolo. Due su tutti. Il primo si basa su ragioni del tutto naturali. Il Lazio, in effetti, sembra rappresentare una sorta di terra promessa per la viticoltura. Stiamo infatti parlando di una regione che, a tutti gli effetti, ha le caratteristiche di un piccolo continente. Chilometri di costa, con il mare quindi a mitigare il clima. Alte montagne che proteggono dai venti. Una base collinare perfetta per la crescita della vite. E poi un terreno spesso vulcanico, talvolta argilloso, vero e proprio humus per i vigneti.

Il secondo motivo ha poco a che vedere con il fattore casuale di un felice posizionamento e si basa su una felice sinergia tra le realtà produttive e quelle istituzionali. Assessorato all’Agricoltura e ARSIAL, infatti, hanno ben operato all’interno di un comparto, quello vitivinicolo, che rappresenta una voce importante nel bilancio regionale. Operazioni intelligenti, per tutte va ricordato il progetto “Agricoltura e Qualità”, e un costante confronto con il mondo della produzione che, consapevole dell’apporto istituzionale, non ha fatto mancare la sua necessaria collaborazione.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il Lazio allo stato attuale rappresenta non solo una delle regioni più importanti dal punto di vista meramente quantitativo ma continua a scalare i gradini di un’ideale classifica di qualità che, solo alcuni anni fa, la vedeva ancora relegata nelle posizioni di rincalzo.

Basti pensare che nell’ultimo triennio il numero di etichette laziali che hanno ottenuto importanti riconoscimenti da parte delle più importanti guide del settore è salito dalle 847 del 2006 alle 1024 attuali. Un incremento di circa il 20% che acconta, meglio di molte parole, della crescita esponenziale avuta dal Vigneto Lazio. Del resto tutto il comparto regionale è attraversato da un trend positivo: + 15% di vendite presso la ristorazione romana. Oltre il 50% di incremento nella GDO laziale, dove si è passati da una presenza sugli scaffali del 17% di bottiglie laziali nel 2006 al 26,5% del 2007.

Il che significa che, seppure in un momento di crisi del Paese con gli acquisti in fase calante, le etichette del Lazio non solo hanno tenuto botta ma hanno addirittura conquistato importanti fette di mercato, con i consumatori a premiare la tipicità e l’ottimo rapporto qualità / prezzo che contraddistingue la produzione regionale. Non è certo un caso che il valore della viticoltura laziale è arrivato a superare i 200 milioni di euro, toccando il 9% del valore dell’intero comparto agricolo.

E va sottolineato come tutto questo sia arrivato in un momento in cui è calata, dal punto di vista quantitativo, la produzione che nel 2008 ha superato di pochissimo i 2 milioni di ettolitri (di cui oltre la metà a denominazione di origine)  ottenuti dai circa 38.000  ettari vitati che costituiscono la spina dorsale del Vigneto Lazio. Un vigneto che vede un’indiscutibile preponderanza di uve a bacca bianca (70% contro il 30% di uve a bacca rossa), con uno sviluppo essenzialmente collinare (71% , contro il circa 20% di vigneti di pianura e il 9% di montagna) con una resa media per ettaro che si attesta intorno ai 78 quintali.

Una produzione che ogni anno offre circa 24 milioni di bottiglie, un terzo delle quali destinate ai mercati esteri che guardano con sempre maggiore attenzione al Lazio, con particolare riguardo nei confronti dei vini ottenuti da vitigni autoctoni. E a proposito di autoctoni va ricordato come, in controtendenza rispetto a molte altre realtà regionali che sempre più spesso cercano di liberarsi dai limiti imposti dai disciplinari, il Lazio nel 2008 ha elevato il Cesanese del Piglio a DOCG. Un’ulteriore dimostrazione di volontà di crescita e di ricerca di qualità che è il frutto più importante della collaborazione tra viticoltori, Assessorato e ARSIAL.  




















































































   Fisionomia vitivinicola 2008


Valore della vitivinicoltura in euro


200.000.000


Peso della vitivinicoltura sul comparto agricolo


9%


Dislocazione dei vitigni


 


pianura


20.2%


collina


71%


montagna


8,80%


Ettari a vigneto


38.000


di cui: uve bianche


70%


uve rosse


30%


Produzione media di uva in q.li per ettaro


78


Produzione di uva in q.li


2.950.000


Produzione di vino in ettolitri


2.050.000


di cui: bianchi


70%


rossi


30%


Vino DOC in ettolitri


1.145.000


di cui: bianchi


80%


rossi


20%


Vini IGT (potenziali) in ettolitri


285.000


Addetti al settore (tempo pieno)


9.100


Media ettari per azienda


0.43


Cantine sociali


20


percentuali su produzione totale


37%


Totale vino imbottigliato in ettolitri (compreso confezioni fino a 2 litri)


1.700.000


pari a bottiglie da 0.75 litri


24.000.000


Aziende esportatrici (stima)


40


Totale vino esportato in ettolitri (….)


600.000


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