Da stasera Coda di Volpe Wine Festival alla Fabbrica dei Sapori

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Martedì 10, mercoledì 11 e giovedì 12 giugno 2008, dalle ore 18 alle 23, a “La Fabbrica dei Sapori…” di Battipaglia, si svolgerà il “Coda di Volpe Wine Festival”, evento ideato e promosso da Fabbrica dei Sapori in collaborazione con Luciano Pignataro (http://www.lucianopignataro.it/). Questa è la prima rassegna interamente dedicata alla Coda di Volpe, uno dei vitigni bianchi campani più diffusi ma meno conosciuti al grande pubblico, anche se ormai numerose aziende di Avellino, Benevento, Napoli e Caserta lo producono in purezza o in blend.

La location è quella consueta: l’antica fabbrica conserviera restaurata e trasformata in centro polifunzionale, cuore, laboratorio e sede di degustazione dei marchi Ciripizza e Pizzia strutturata con spazi dedicati alla valorizzazione e all’utilizzo dei prodotti tipici. Lo scopo dell’evento è presentare il fantastico mondo di questo straordinario vino a ristoratori, enotecari e appassionati. Nel corso della manifestazione le aziende partecipanti, oltre ad avere la possibilità di mostrare e far degustare il prodotto, avranno anche la possibilità di venderlo.

Al termine della tre giorni sarà creata la Carta della Coda di Volpe in Campania, consegnata ai 200 locali dell’eccellenza in Campania segnalati dalle guide specializzate. Ogni sera si terranno approfondimenti e abbinamenti con la Coda di Volpe e importanti chef presenteranno piatti della tradizione.

I visitatori (l’ingresso è libero) potranno anche partecipare a degustazioni guidate (su prenotazione) che vedranno la presenza di produttori, gastronomi, sommelier e giornalisti specializzati. Nei tre giorni previsti momenti di approfondimento scientifico sulle proprietà salutistiche del vitigno, curati dal dottor Eugenio Luigi Iorio, presidente dell’Osservatorio Internazionale dello Stress Ossidativo.

La Coda di Volpe, il vitigno misterioso
La Coda di Volpe è un vitigno autoctono antico e misterioso, molto diffuso in Irpinia nella zona di Taurasi, nel Sannio e sul Vesuvio, dove viene chiamato anche caprettone. Il suo nome deriva dal latino “Cauda Vulpium”, per la sua forma caratteristica che ricorda appunto la coda della volpe.

Il primo a citarla è Plinio il Vecchio nel suo famoso Naturalis Historia; nel 1584 il Porta sosteneva che con il nome di Coda di Volpe si coltiva un vitigno identificabile con le uve alopecia sebbene tale ipotesi non fosse suffragata da elementi certi.

Fino a vent’anni fa nessuno l’aveva mai etichettata in purezza, tutti la utilizzavano come uva da taglio: in questo modo i contadini risolvevano uno dei problemi più seri dei vitigni autoctoni campani, l’elevato tasso di acidità dovuto al terreno vulcanico.

All’inizio degli anni ’90 ci fu il lancio commerciale di questo vino bianco. Dopo il 1990 le abitudini del mercato regionale prima e romano poi imposero il consumo dei bianchi campani più ricchi di struttura, freschezza e personalità caratterizzati da un incredibile rapporto tra la qualità e il prezzo.

Da un punto di vista agronomico la coda di volpe è un vitigno poco vigoroso con produzioni non eccessive, a maturazione raggiunge elevati livelli in zuccheri mentre l’acidità totale è piuttosto bassa: proprio per questo ci sono sempre stati molti dubbi sull’opportunità dell’uso del legno e la stragrande maggioranza dei produttori si è orientata per l’acciaio. La zona del Taburno, su cui insistono due doc, Sannio e, appunto, Taburno, sembra essere particolarmente vocata per questo vitigno e, in generale, per le uve a bacca bianca oltre che per l’aglianico. L’esposizione a Mezzogiorno, l’altezza, la ventilazione e l’escursione termica, il terreno vulcanico e argilloso rappresentano le condizioni ideali.

Anche in Irpinia è molto diffuso con una peculiarità che pochi conoscono: è l’uva a bacca bianca più diffusa nella zona di Taurasi.

Molto importante è il ruolo della Coda di Volpe sul Vesuvio dove è parte fondamentale nel blend per il Lacryma bianco: straordinaria la mineralità che caratterizza il bicchiere.

Il Coda di Volpe è un vino antico e moderno. E’ nella sapienza colturale contadina vesuviana, irpina e sannita da sempre. E’ moderno grazie alla sua tipicità, alla capacità di stare sul mercato a prezzi molto vantaggiosi per il consumatore e soprattutto alla sua straordinaria abbinabilità a tutti i piatti della cucina moderna dell’alta ristorazione.



“La Fabbrica dei Sapori…” – Via Spineta, 84/C – Battipaglia (Sa)
Info: 0828.630021 – http://www.lafabbricadeisapori.it/

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