CAVIT: si rinnova la collaborazione con la Fondazione Edmund Mach dell’Istituto Agrario di San Mich

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Al via il progetto per la salvaguardia del patrimonio viticolo provinciale. Un monitoraggio satellitare dei vigneti del Progetto il Maso, uno specifico studio viticolo ed enologico sul Marzemino della collezione sperimentale Cavit di Maso Romani e un innovativo progetto di salvaguardia del patrimonio viticolo provinciale: sono questi gli elementi costitutivi della rinnovata convenzione tra Cavit, Fondazione Edmund Mach dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige e gli agronomi “Preparatori d’uva” di Udine, seguiti dal prof. Attilio Scienza dell’Univeristà degli Studi di Milano.

La proficua collaborazione che Cavit sta portando avanti dalla fine degli anni ottanta con l’Istituto di San Michele all’Adige si rinnova e si amplia sulla scia dei numerosi successi ottenuti in questi anni. Il progetto il Maso Cavit era iniziato nel 1988, in collaborazione con il gruppo di ricerca in viticoltura di San Michele all’Adige, per individuare in Trentino le zone viticole più vocate e le tecniche viticole più idonee a fornire vini eccellenti.

Questo progetto oggi si arricchisce di un altro elemento di innovazione: la caratterizzazione geomorfometrica e microclimatica e nutrizionale dei vigneti mediante l’importazione in ambiente GIS (Geographic information system) dei dati descrittivi e produttivi degli appezzamenti (indici di maturazione e dello stato nutrizionale delle viti), che vengono correlati con altri indici che descrivono le il clima e l’aspetto orografico dei vigneti. Tutte queste informazioni vengono quindi elaborate per ottenere una cartografia tematica interattiva aggiornata in tempo reale e consultabile via internet.

In sostanza si potrà avere in tempo reale qualunque informazione inerente il vigneto, consentendo agli agronomi di Cavit di intervenire in tempo utile a preservare le condizioni ambientali più idonee all’ottenimento di un prodotto eccellente. Ma la collaborazione tra Cavit e San Michele non si esaurisce qui: i lavori di rinnovo del vigneto del Maso Romani si stanno, infatti, concludendo e le viti messe a dimora, frutto di un lavoro quinquennale di selezione delle piante, hanno portato alla realizzazione di un vigneto sperimentale a filare dedicato al Marzemino nel quale sono stati piantati tutti i cloni e i biotipi di Marzemino disponibili nel nord Italia.

Il vigneto di Maso Romani saprà attirare l’interesse enologico, e storico-culturale del mondo vinicolo locale e nazionale; grazie a questa convenzione, tutti i produttori di Marzemino che vorranno conoscere a fondo le qualità e le potenzialità di questo importante vitigno, potranno interagire con il mondo della ricerca, mettendo a disposizione di tutti le loro esperienze per la valorizzazione completa di questo importante vitigno di territorio.

Un’ importante iniziativa a servizio dei viticoltori trentini delle cantine associate a Cavit, è il “Progetto di salvaguardia del patrimonio viticolo trentino”, avviato con un gruppo di agronomi friulani, i “Preparatori d’uva”, coordinati dall’esperto Marco Simonit, con lo scopo di tutelare il corretto e sano invecchiamento della pianta, gestendo con particolare attenzione la potatura a secco e a verde delle vigne. Il progetto si sviluppa su 30 vigneti di proprietà dei soci delle 11 cantine associate a Cavit.

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