Vino e cultura: Un binomio vincente

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Parte da Sciacca una kermesse in quattro puntate dedicata alla cultura enogastronomica della Valle dei Templi. “Il Gusto della Cultura”, un progetto finanziato dall’Unione Europea con il patrocinio dell’assessorato regionale Beni culturali e della Provincia di Agrigento, si propone di promuovere il patrimonio storico ed archeologico agrigentino presso il grande pubblico, attraverso un viaggio sensoriale per i luoghi, le usanze e le tipicità.

Primo appuntamento oggi, 21 aprile, nel suggestivo scenario della ex Chiesa di Santa Margherita a Sciacca, alla scoperta delle bellezze artistiche e delle delizie enogastronomiche di queste terre, crocevia di storia e di cultura nel Mediterraneo. Ha aperto la manifestazione Gianluca Guardino, assessore all’Agricoltura e Pesca del Comune di Sciacca, che ha parlato del legame fra cultura ed enogastronomia: “Strettamente legate e strumento attraverso il quale è possibile lo sviluppo turistico del nostro territorio”.

Momento clou dell’evento il seminario “L’evoluzione del vino all’interno delle culture mediterranee”: Totò Collura, sommelier e presidente dell’Associazione ristoratori agrigentini, ha guidato il pubblico presente in un suggestivo viaggio che ricostruisce la presenza del vino nella cultura e nelle tradizioni siciliane, dalla prima comparsa della vite nell’Isola ad opera dei Fenici, fino alla moderna viticultura, che oggi rende la Sicilia il più importante “miracolo enologico” contemporaneo.

Marilena Barbera, presidente del Consiglio Interprofessionale, si è soffermata ad illustrare la rilevanza del settore vitivinicolo per l’economia della provincia di Agrigento, mettendo in evidenza le opportunità che l’utilizzo delle Denominazioni di origine controllata può offrire ai produttori. “Un aspetto molto rilevante connesso all’utilizzo di una Doc – afferma Marilena Barbera -, è lo stretto legame che si crea tra i vini e il territorio di produzione: in questo modo si veicolano valori culturali profondi, si sottolinea maggiormente il senso di identità e la tipicità dei vini. È tempo che i produttori si pongano il problema di cosa succederà tra qualche anno, quando i consumatori saranno pronti a guardare al di là del più conosciuto marchio ‘Sicilia’ e a ricercare nei vini siciliani quel legame con il territorio che è alla base del successo dei grandi vini italiani, dal Barolo al Franciacorta, dal Brunello di Montalcino al Cerasuolo di Vittoria, che non a caso è l’unica Docg siciliana e gode già adesso di una grande riconoscibilità a livello internazionale. Questo processo in effetti è già iniziato, conclude Marilena Barbera, e i risultati economici non sono trascurabili, a patto che si inizi fin da ora a costruire le strategie di sviluppo per la viticoltura di qualità di domani”.

A conclusione dell’evento, lo chef Giovanni Montemaggiore ha presentato le sue caserecce al Nero d’Avola, un trionfo di aromi e sapori in abbinamento ai vini del territorio.

I prossimi appuntamenti con “Il Gusto della Cultura” domani 22 aprile a Licata, presso il teatro Comunale Re Grillo, mercoledì 23 a Bivona, presso la ex Chiesa della Conciliazione, e per concludere sabato 26 aprile ad Agrigento, tra la Valle dei Templi e il Teatro Pirandello, un grande evento che vedrà la partecipazione di personaggi del mondo dello spettacolo e della stampa nazionale. 

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