Report dalle degustazioni guidate di Piazza Piemonte. Barbera e Nebbioli del Nord a Vinum 2008

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Il tema delle degustazioni guidate di Vinum curate e dirette da Francesco Falcone, in programma dal 25 al 27 aprile, era avvincente. E moltissimi visitatori lo hanno capito frequentando con entusiasmo i numerosi laboratori. Alle lente di ingrandimento il nebbiolo del nord e la barbera nelle loro declinazioni più nobili.

Il focus sulla Barbera
Prima la Barbera dei Colli Tortonesi (eccellenti La Bigolla 2001 di Walter Massa e il Poggio del Rosso 2004), uno dei territori più interessanti dell’Alessandrino. Non solo Barbera in questo caso, ma pure il bianco Timorasso, e una serie di produttori da tenere d’occhio. Dopodiché spazio alla Barbera d’Asti Superiore Nizza. Eccellente la serie di vecchie annate proposte in degustazione (con La Crena 1999 di Vietti e il Pomorosso 1996 di Coppo ancora belle pimpanti), ottimi interventi di Chiarlo, Coppo, Chiappone  e del Presidente dell’Associazione Nizza, Gianluca Morino.

Interessante pure il confronto tra Barbera d’Asti e Barbera d’Alba. Più profonde, elettriche e minerali quelli astigiane, più fruttate, compassate, definite le versioni dell’Albese. La Barbera d’Asti Alfiera 2005 ha incantato per purezza, profondità, eleganza, mentre la Barbera d’Alba Vigna Martina 2005 ha conquistato tutti per la bella naturalezza espressiva. La Barbera d’Asti Superiore Nizza ha raddoppiato la sua presenza a Vinum con  approfondimenti condotti e coordinati direttamente dall’Associazione Produttori del Nizza.

Gioacchino Bonsignore, giornalista, volto televisivo del TG5 e curatore della rubrica enogastronomica Gusto, ha partecipato  a un wine tasting durante il quale non ha nascosto la sua preferenza per il classicismo del vino piemontese: << Il Piemonte è l’epicentro storico, culturale, qualitativo del vino italiano. Più e prima di qualsiasi altra regione italiana. E non solo nelle denominazioni più prestigiose. Ho assaggiato i Dolcetto, le Barbera, e altri vini sulla carta minori, meno riconosciuti dal grande pubblico, eppure capaci di raccontare una storia, di esprimere una salda identità. Mi sembra che il progetto Nizza dimostri la caparbietà, l’ambizione dei produttori piemontesi. Che, in questa fase storica, stanno lavorando molto bene>>. Una dichiarazione d’amore che va sottolineata.

Un successo inaspettato per i nebbioli dell’Alto Piemonte
Pubblico davvero commosso dalla purezza dei nebbioli prodotti nelle provincie di Novara, Vercelli e Biella. La sottile mineralità del Bramaterra, un bianco nordico travestito da rosso, la ricamata terrosità del Gattinara, la pienezza acido-sapida di Ghemme, la compostezza di Fara e Sizzano, l’alpina maturità di Boca, l’elegante trasparenza di Lessona. Ogni laboratorio un successo di pubblico e di consensi. Sono vini inconsueti, raffinati, che meritano l’attenzione degli appassionati.

Splendidi il Gattinara Riserva 2001 di Travaglini e il Boca 2003 di Le Piane, autentico e stimolante il Bramaterra 2003 di Barni, caldo e incisivo il Gattinara Vigneto Molsino 2003 di Nervi, intenso, vivo, “mineralissimo” il Lessona Omaggio a Quintino Sella 2003 di Sella.

I vini di Sergio Molino, enologo, consulente e contadino
Era la degustazione più attesa del primo fine settimana di Vinum, e non ha deluso le aspettative dei trenta degustatori iscritti al laboratorio.

Sergio Molino, consulente sui generis, ha raccontato le sue origini (è nato a La Morra), il suo rapporto con l’enologia (essenziale, discreto, rispettoso della materia prima) e quello con la terra (possiede una vigna tutta sua che usa come campo sperimentale). Ha portato in degustazione numerosi vini, frutto di nove annate, dal 1996 al 2004. Eccellente il Barolo Brunate 1997 di Enzo Boglietti (una magnum oggi rarissima), davvero ottimo il Barolo Riserva 2001 di Rivetto, sempre buono il Barolo Rocche 1996 di Andrea Oberto.

Ha fatto un figurone il Gattinara Tre Vigne 1999 di Travaglini. Come sempre più introverso all’inizio, poi sempre più a suo agio con l’ossigeno. e dunque sempre più incisivo, autentico, persuasivo. Un grande nebbiolo che dimostra come l’Alto Piemonte ha il talento per competere con le denominazioni più prestigiose del Paese.

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