Enosimposio Assoenologi Sicilia: conclusioni della seconda sessione.

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Sono 26 le cantine che parteciperanno al progetto Sicilywine. La graduatoria, predisposta dall’assessorato regionale all’agricoltura nei giorni scorsi, è stata presentata oggi nel corso della seconda sessione dell’Enosimposio Assoenologi Sicilia, a Brucoli (Siracusa), da Dario Cartabellotta dirigente del dipartimento interventi infrastrutturali dell’assessorato. “Clima, mercato, costi di produzione e innovazioni sono i punti su cui riflettere”, dice Cartabellotta, “oggi non abbiamo più la certezza dei cicli biologici delle colture, il sistema mediterraneo caratterizzato da agrumi, viti e ulivi che costituiscono 500 mila ettari in Sicilia è entrato in crisi, ma serve un gruppo di lavoro che affronti il cambiamento e che stabilisca come affrontarlo nel futuro”. Un gruppo di lavoro che includerà Assoenologi. “Ma anche l’Istituto regionale della vite e del vino”, precisa Gianmaria Sparma, direttore dell’Irvv, sottolineando la volontà dell’Istituto ad orientare la propria ricerca per il raggiungimento di obiettivi precisi di mercato.

E sull’agroenergia? “L’unica certezza è che col vino non è sostenibile produrre biodiesel”, conclude Cartabellotta, citando anche i due campi sperimentali di Comiso e Marsala che sono stati realizzati dalla regione per le sperimentazioni da realizzare a servizio dei  produttori. Argomentazioni innovative sono state proposte anche nell’intervento di Daniele Oliva, biologo e dirigente dell’Istituto regionale della vite e del vino (Irvv), sulla selezione dei lieviti per uso enologico dell’Istituto, per la vinificazione in bianco. “La sperimentazione, avviata dopo la prima ricerca sui lieviti per i vini rossi, si è conclusa dopo un anno e mezzo di lavoro. Un’azienda estera sta adesso vagliando la resistenza del lievito studiato al trattamento industriale per la vinificazione, dopo si procederà alla produzione e alla distribuzione – dichiara Oliva – in questa occasione verranno presentati i risultati della sperimentazione che ha portato all’isolamento di due ceppi di lievito in grado di produrre vini bianchi dagli aromi fruttati. Ceppi di lievito che sono stati isolati in Sicilia e che sono espressione pertanto del territorio”.

Altri suggerimenti pratici e tecnici sono stati forniti dall’enologo Piernicola Olmo, relativamente alla produzione di vini spumanti di qualità, quale espressione di un nuovo mercato su cui investire. “I vini spumanti”, spiega Olmo, “rappresentano un prodotto sensibile all’attenzione degli enologi siciliani che tendono a dimostrare come alcuni areali della Sicilia sono vocati a questo tipo di produzione”. Particolarmente innovativa la relazione del dott. Fabio Chinnici sulla produzione dei vini in assenza di anidride solforosa. “Lo studio”, spiega Chinnici, “parte da un’esplicita richiesta salutistica dei consumatori la cui risposta va in direzione dell’agricoltura biologica”. Eliminare l’uso di anidride solforosa rappresenta una considerevole sfida considerando le molteplici funzioni che essa svolge nelle fasi produttive e di stoccaggio. Chinnici ha presentato i risultati relativi alle prime esperienze effettuate sui vitigni siciliani Inzolia e Nero d’Avola. Una ricerca condotta di concerto con Luigi Pirrone, docente presso la facoltà di Agraria di Palermo, che ha come obiettivo la definizione di un protocollo tecnologico “sulptite free” idoneo alla vinificazione di uva biologica.

Un sistema per ridurre i costi della vendemmia è stato proposto da Adolfo Ariozzi. Ingegnere ed esperto in refrigerazione dei prodotti ortofrutticoli, ha messo a frutto la sua esperienza per realizzare una macchina innovativa, assieme al suo socio Luigi Saladino, agrotecnico e presidente del consorzio regionale dei vivaisti siciliani. “Questo sistema permette al viticoltore di risparmiare da 5 a 7 euro per ogni quintale di uva vendemmiata”, spiega Ariozzi, “si tratta di una cisterna che consente di raffreddare l’uva appena raccolta”, precisa, “superando i problemi legati all’inizio delle fermentazioni spontanee che compromettono la qualità del vino, che attualmente vengono tamponati effettuando una raccolta manuale delle uve, in alcuni casi notturna, con i relativi costi e tempi”. La macchina sarà messa in commercio nella prossima campagna, entro un paio di mesi, ad un costo variabile da 100 a 400 mila euro.

Una soluzione per evitare la fuga di cervelli è stata proposta da Carlo Ferracane, presidente regionale di Assoenologi. “Basterebbe portare avanti progetti e sinergie con le istituzioni e le università, che permettano ai nostri ragazzi di avere un lavoro in Sicilia”, ha detto Ferracane, “perché qui c’è molto da lavorare e abbiamo bisogno delle energie e dellepotenzialità dei nostri giovani enologi e professionisti”.

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